venerdì, Aprile 19, 2024

Cyberbullismo: prevenzione del rischio di suicidio nelle scuole

Il bullismo è un atto aggressivo, intenzionale, compiuto da un gruppo o da un individuo ripetutamente e nel tempo contro una vittima che non può difendersi facilmente. Tradizionalmente, il bullismo potrebbe essere diretto-fisico, verbale o relazionale (ad esempio, l’esclusione sociale) – o indiretto (ad esempio, diffusione di voci). Poiché le molestie alle vittime avvengono per via elettronica, le modalità e i tempi in cui sono presi di mira, nonché il modo in cui rispondono, e la vicinanza dei rapporti tra vittime e carnefici, sono singolarmente diversi rispetto al bullismo tradizionale. La vittimizzazione del cyberbullismo tende a verificarsi più tardi, intorno ai 14 anni, quando i bambini trascorrono più tempo sui propri telefoni cellulari e siti di social networking. Gli autori di cyberbullismo hanno un grado di anonimato non possibile nel bullismo tradizionale, e la potenziale esposizione e imbarazzo della vittima è su una scala più ampia. È possibile vittimizzare un pari all’interno della propria casa o altrove, in qualsiasi momento del giorno o della notte, e se si rimuovono dal sito, i messaggi spesso si accumulano. Questo presenta nuove sfide per individui, famiglie, scuole, professionisti, ricercatori e responsabili politici.

Bambini e giovani sotto i 25 anni che diventano vittime del cyberbullismo hanno più del doppio delle probabilità di commettere autolesionismo e tentare il suicidio rispetto alle non vittime. Anche i perpetratori di cyberbullismo hanno maggiori probabilità di sperimentare pensieri e comportamenti suicidi, dicono i ricercatori. Lo studio, che è una collaborazione di un numero di ricercatori provenienti da tutto il Regno Unito, inclusa l’Università di Birmingham, ha esaminato oltre 150.000 bambini e giovani in 30 paesi, per un periodo di 21 anni. Le loro scoperte hanno evidenziato l’impatto significativo che il coinvolgimento del cyberbullismo (come bulli e vittime) può avere su bambini e giovani. I ricercatori dicono che mostra un bisogno urgente di prevenzione e intervento efficaci nelle strategie di bullismo. Il professor Paul Montgomery, Università di Birmingham, ha dichiarato: “La prevenzione del cyberbullismo dovrebbe essere inclusa nelle politiche anti-bullismo scolastiche, accanto a concetti più ampi come la cittadinanza digitale, il supporto tra pari online per le vittime, come un astante elettronico potrebbe intervenire in modo appropriato; e interventi più specifici come come contattare le compagnie di telefonia mobile e i fornitori di servizi Internet per bloccare, educare o identificare gli utenti. La prevenzione e l’intervento contro il suicidio sono essenziali in qualsiasi programma anti-bullismo globale e dovrebbero includere un approccio scolastico completo che includa la sensibilizzazione e la formazione per il personale e gli alunni”.

Sono state formulate alcune raccomandazioni chiave:

· Il coinvolgimento nel cyberbullismo dovrebbe essere preso in considerazione dai responsabili politici che attuano la prevenzione del bullismo (oltre al bullismo tradizionale) e programmi di utilizzo di Internet sicuri;

· I medici che lavorano con bambini e giovani e che valutano i problemi di salute mentale dovrebbero chiedere di routine sulle esperienze di cyberbullismo;

· L’impatto del cyberbullismo dovrebbe essere incluso nella formazione dei professionisti della salute mentale di bambini e adolescenti;

· I bambini e i giovani coinvolti nel cyberbullismo dovrebbero essere sottoposti a screening per i comuni disturbi mentali e autolesionismo;

· I programmi scolastici, familiari e comunitari che promuovono l’uso appropriato della tecnologia sono importanti;

· La prevenzione del cyberbullismo dovrebbe essere inclusa nelle politiche antibullismo scolastico, accanto a concetti più ampi come la cittadinanza digitale, il sostegno tra pari online per le vittime, il modo in cui un astante elettronico potrebbe intervenire in modo appropriato; e interventi più specifici come come contattare le compagnie di telefonia mobile e i fornitori di servizi Internet per bloccare, educare o identificare gli utenti.

Lo studio ha anche trovato un forte legame tra essere una cyber-vittima e un perpetratore. Questa dualità è stata trovata per mettere in particolare i maschi a più alto rischio di depressione e comportamenti suicidari. I ricercatori hanno sottolineato che queste vulnerabilità dovrebbero essere riconosciute a scuola in modo che i comportamenti di cyberbullismo siano visti come un’opportunità per sostenere i giovani vulnerabili, piuttosto che per la disciplina. La prevenzione e l’intervento contro il suicidio sono essenziali in qualsiasi programma anti-bullismo globale e dovrebbero includere un approccio scolastico completo che includa la sensibilizzazione e la formazione per il personale e gli alunni. È stato raccomandato che i programmi ei protocolli antibullismo dovessero soddisfare le esigenze di entrambe le vittime e degli autori, in quanto l’esclusione scolastica potrebbe contribuire al senso di isolamento dell’individuo e condurre a sentimenti di disperazione, spesso associati a comportamenti suicidari negli adolescenti. È stato inoltre riscontrato che gli studenti vittime di cyber-vittima avevano meno probabilità di segnalare e cercare aiuto rispetto a quelli vittime di mezzi più tradizionali, sottolineando così l’importanza per il personale scolastico di incoraggiare la “ricerca di aiuto” in relazione al cyberbullismo.

  • a cura del Dr. Gianfrancesco Cormaci, PhD, specialista in Biochimica Clinica.

Pubblicazioni scientifiche

John A, Glendenning AC et al. J Med Internet Res. 2018; 20(4):e129.

Alavi N et al. J Can Acad Child Adolesc Psychiatry 2017; 26(2):70-77.

Betts LR, Spenser KA, Gardner SE. Sex Roles 2017; 77(7):471-481.

Holfeld B et al. Cyberpsychol Behav Soc Netw. 2017 Feb;20(2):91-96.

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Dott. Gianfrancesco Cormaci
Dott. Gianfrancesco Cormaci
Laurea in Medicina e Chirurgia nel 1998, specialista in Biochimica Clinica dal 2002, ha conseguito dottorato in Neurobiologia nel 2006. Ex-ricercatore, ha trascorso 5 anni negli USA alle dipendenze dell' NIH/NIDA e poi della Johns Hopkins University. Guardia medica presso la casa di Cura Sant'Agata a Catania. In libera professione, si occupa di Medicina Preventiva personalizzata e intolleranze alimentari. Detentore di un brevetto per la fabbricazione di sfarinati gluten-free a partire da regolare farina di grano. Responsabile della sezione R&D della CoFood s.r.l. per la ricerca e sviluppo di nuovi prodotti alimentari, inclusi quelli a fini medici speciali.

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