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Patogenesi del diabete: un gene lega zuccheri e grassi alla morte cellulare

Secondo l’American Diabetes Association, almeno 29 milioni di americani vivono con il diabete. La maggior parte di questi casi è di tipo 2, in cui le cellule beta del pancreas non producono abbastanza insulina o il corpo non è in grado di utilizzare l’insulina prodotta. L’insulina è l’ormone che aiuta a regolare i livelli di zucchero nel sangue. Mentre i normali esami del glucosio nel sangue e i farmaci possono aiutare le persone con diabete di tipo 2 a gestire la loro iperglicemia, c’è bisogno di terapie più efficaci. Riportando le loro scoperte sulla rivista Cell Death and Disease, i ricercatori rivelano come il blocco del gene – chiamato TNFR5 – abbia fermato la distruzione delle cellule beta, una scoperta che potrebbe portare a nuovi trattamenti per il diabete di tipo 2. Il gene TNFR5 distrugge le cellule beta in risposta a livelli elevati di zuccheri e grassi.

Il team afferma che è ben dimostrato che l’esposizione a lungo termine a una dieta ricca di grassi e zuccheri può aggravare la distruzione delle cellule beta tra le persone con diabete di tipo 2, ma i meccanismi alla base di questo processo non sono chiari. Il caporicerca Dr.Mark Turner, della School of Science and Technology della Nottingham Trent University nel Regno Unito, e colleghi, ritengono che la loro scoperta genetica potrebbe potenzialmente soddisfare questa esigenza. Per il loro studio, il Dr. Turner e i suoi colleghi hanno deciso di stabilire se esiste una spiegazione genetica. Utilizzando l’analisi di microarray ad alta densità, i ricercatori hanno valutato oltre 31.000 geni associati al pancreas, con l’obiettivo di individuare quelli più sensibili al glucosio e agli acidi grassi – i prodotti di diete ricche di grassi e zuccheri.

I ricercatori hanno scoperto che il gene TNFR5 aveva la massima sensibilità al glucosio e agli acidi grassi e che la sovra-espressione di questo gene in risposta a livelli elevati di grassi e zuccheri ha portato alla distruzione delle cellule beta. Gli autori dicono che questi risultati suggeriscono che le persone con diabete di tipo 2 – in particolare quelle con scarsa gestione della glicemia o che non sono state diagnosticate – hanno maggiori probabilità di sovra-esprimere il gene TNFR5 e, quindi, il danno delle cellule beta è esacerbato. Ma c’è la buona notizia; in test di laboratorio, il team ha scoperto che bloccando la funzione del TNFR5, nelle cellule beta esposte al glucosio e agli acidi grassi, non si è avuta la loro distruzione. Ciò suggerisce che l’inibizione dell’attività del TNFR5 potrebbe essere una strategia di trattamento promettente per il diabete di tipo 2.

Conclude il Dr. Turner: “Riteniamo di aver trovato uno dei primi eventi chiave che porta al declino delle cellule beta pancreatiche produttrici di insulina causate da alti livelli di zuccheri e grassi. Come tale, il gene può rappresentare un obiettivo importante nella ricerca di nuove strategie di intervento farmacologico, che, se riuscite, potrebbero aiutare a preservare la funzione pancreatica e aiutare a controllare i livelli di zucchero nel sangue nei pazienti con diabete di tipo 2″.

  • a cura del Dr. Gianfrancesco Cormaci, PhD, specialista in Biochimica Clinica.

Pubblicazioni scientifiche

Akash M et al. J Cell Biochem. 2018 Jan; 119(1):105-110.

Ward MG, Li G, et al. Sci Rep. 2017 Aug 25; 7(1):9536. 

Bagnati M et al. Cell Death Dis. 2016 Aug 11; 7(8):e2329.

Meyerovich K et al. Diabetologia. 2016 Mar; 59(3):512-21. 

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Dott. Gianfrancesco Cormaci
Dott. Gianfrancesco Cormaci
Laurea in Medicina e Chirurgia nel 1998, specialista in Biochimica Clinica dal 2002, ha conseguito dottorato in Neurobiologia nel 2006. Ex-ricercatore, ha trascorso 5 anni negli USA alle dipendenze dell' NIH/NIDA e poi della Johns Hopkins University. Guardia medica presso la casa di Cura Sant'Agata a Catania. In libera professione, si occupa di Medicina Preventiva personalizzata e intolleranze alimentari. Detentore di un brevetto per la fabbricazione di sfarinati gluten-free a partire da regolare farina di grano. Responsabile della sezione R&D della CoFood s.r.l. per la ricerca e sviluppo di nuovi prodotti alimentari, inclusi quelli a fini medici speciali.

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