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Dieta del gruppo sanguigno: basi scientifiche di fondo

– Principi e razionale di fondo su base scentifica.

La rete pullula delle proposte dietistiche più disparate. Si premette che la parola dieta non ha il significato intrinseco popolare di “perdere peso”, bensì di seguire delle regole che permettano di introdurre gli alimenti in modo equilibrato. Nel presente documento si desidera argomentare su una tipologia di dieta che ha trovato motivi di discussione anche fra i media, la cosiddetta “DIETA DEL GRUPPO SANGUIGNO”. Secondo gli studi personali dei due fautori che l’hanno elaborata, il dottor Piero Mozzi ed il dottor Peter d’Adamo, pare che esistano tutta una serie di alimenti che per ogni gruppo sanguigno conosciuto (A, B, AB e 0), devono essere introdotti o evitati affinché non si verifichino risposte immunitarie inappropriate.

In questo criterio non c’è nulla di sbagliato, poiché la comunità scientifica riconosce la presenza dei cosiddetti “allergeni“, sia animali che vegetali, causa di intolleranza o vere e proprie allergie alimentari. Le allergie alle proteine del latte, al glutine, alle uova, alle arachidi, a certi tipi di frutta sono be noti al pubblico, sono causate da reazioni immunitarie specifiche, ma non vi sono evidenze che queste allergie compaiano in persone con un gruppo sanguigno ben determinato. Dall’altra parte, non esistono studi su coorti di pazienti in cui una determinata intolleranza o allergia alimentare è più frequente in soggetti che recano un gruppo sanguigno specifico.

Gli Autori della dieta suddetta basano la loro tesi sul fatto che in Natura esistono una categoria di proteine, chiamate LECTINE, che ha la capacità di agglutinare i globuli rossi di esseri animali o umani dopo contatto diretto. La biologia delle lectine è perfettamente conosciuta dagli immunologi. Esse mediano l’agglutinazione dei globuli rossi, come fanno anche certi anticorpi. Su tale principio esisterebbe un meccanismo comune perché alcuni antigeni degli alimenti inneschino una reazione di emolisi diretta o indiretta (rottura dei globuli rossi). Ma il fenomeno emolitico non sarebbe tutto. Per la presenza di analogie molecolari (mimesi) tra alcuni allergeni alimentari e la struttura di certe proteine umane, sarebbe possible che la costante introduzione dei “cibi vietati” secondo questo principio, inneschi la produzione di anticorpi.

Si rimarca il termine antigene e non allergene, al riguardo. Gli allergeni sono responsabili della comparsa di risposte più o meno immediate dopo la loro introduzione nel nostro corpo. Gli antigeni, invece, possono dare origine a risposte più tardive, ma soprattutto, sono mediate proprio dal sistema immunitario (linfociti), mentre le allergie sono causate dal rilascio di istamina ed altri mediatori da parte di mastociti, cellule non propriamente immunitarie. Gli Autori sostengono la comparsa di molte patologie comuni quali insulino-resistenza, diabete mellito, dislipidemie, enterocoliti su base infiammatoria pura, cistiti non batteriche, celluliti (da infiammazioni linfatiche), difficoltà digestive croniche mai spiegate, e molto altro ancora.

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Es. per i gruppi sanguigni B e 0 (zero), l’introduzione di glutine in ogni sua forma è ritenuto dannoso, non perchè inneschi la comparsa di celiachia, ma perché la mimesi molecolare tra alcune proteine del glutine e di certe proteine cellulari del pancreas, favorirebbe la produzione di anticorpi contrastanti l’azione dell’insulina. Si indurrebbe così insulino-resistenza, una condizione sempre più frequente anche fra coloro che non svilupperanno mai diabete. Analoga situazione è a carico dei latticini in tutte le loro forme che, specie per il gruppo B, sono forti induttori di coliti infiammatorie. I soggetti con gruppo 0, inoltre, pare che debbano evitare le patate e la carne di tacchino, in cui vi sono proteine con azione emoagglutinante specifica. Per la stessa ragione, i soggetti con gruppo B dovrebbero stare alla larga da carne di maiale, dai frutti di mare, dal pollo, dalle lenticchie e dai pomodori.

Il motivo per cui coloro che appartengono la gruppo B debbano evitare i latticini sembra dipendere in egual misura sia dalla presenza di lattosio che di alcune proteine del latte. Dall’Ematologia, si sa per certo che l’ultimo residuo del polisaccaride antigenico dei globuli rossi B è il galattosio; questo è uno dei due costituenti del lattosio (glucosio+galattosio). Un eccessivo introito di lattosio per il gruppo B, dunque potrebbe incrementare il rischio di agglutinazione anticorpo-dipendente. Riguardo alla componente proteica del latte responsabile, eventualmente, di comparsa di reazioni di emoagglutinazione a carico degli eritrociti B non è noto quale essa sia. E’ possibile che il responsabile sia un frammento proteico e non la proteina intera: non è noto nemmeno se lattosio e un frammento proteico agiscano in modo combinato.

Invece, il gruppo A sembra quello che risenta più degli effetti di certa frutta o verdura (es. arance, fragole, kiwi, broccoli, cavolfiori, peperoni, melenzane, ecc.). Non si intende qui fare un elenco di ogni tipologia di alimento indicato o meno; le diverse fonti on-line sono più che esaustive alla curiosità individuale. Come ogni novità scientifica che non sia convincente, ci sono pareri discordanti: sono stati interpellati anche Autori della comunità scientifica molto conosciuti. Ci sono stati coloro che se ne sono sbarazzati in modo veloce, adducendo la mancanza di correlazioni scientifiche appropriate, anche se ciò non appare del tutto motivato dato che vi sono delle ragioni biochimiche ed immunologiche alla base di questa dieta.

Quello che manca purtroppo, come si diceva prima, è una correlazione tra l’appartenere ad un gruppo sanguigno preciso e la comparsa di disturbi correlati. Ancora peggio, nessuna pubblicazione scientifica controllata al riguardo è ancora presente in letteratura, basata su coorti di pazienti o di volontari. Il fatto che non ci siano prove, non implica il dismettere la teoria a priori; la conduzione di studi controllati su persone volontarie, per esempio, potrebbe risultare utile forse per comprende delle sfumature di fisiopatologia ed immunologia che sono ancora ignote ai ricercatori ed ai clinici. Sfumature, che potrebbero gettare le basi alla creazione di una vera e propria “dieta personalizzata” basata sull’evidenza metabolica ed immunologica.

NOTE PROFESSIONALI

Come medico, il sottoscritto ha approcciato diversi anni fa a questa dieta, evitando per un periodo di sei mesi pollo, carne di suino, pomodori, melanzane, mais, olive, alimenti con glutine (pane e pasta), formaggi, stagionati, frutti di mare e ceci, cioè gli alimenti principali della dieta che sono nocivi per il gruppo B. Personalmente posso testimoniare, per la varietà della mia dieta, di aver tratto giovamento molto veloce dopo una ridottissimo consumo di formaggi stagionati, pomodori e carne suina, con la completa abolizione di pane, pasta a pizza. Giovamento che si è tradotto con snellimento spontaneo, manifestazioni asmatiformi notevolmente ridotte in frequenza e ridotto appetito fuori pasto. Ho potuto notare minori differenze per introduzione nella dieta degli altri alimenti etichettati come “da evitare”.

Ho altresì raccomandato, durante consulenze private, il seguire lo stesso principio ai pazienti dopo aver fatto loro accertare la giusta appartenenza di gruppo sanguigno. Per la maggior parte dei pazienti che hanno accettato, non è stato possibile raccogliere dati in sedute successive (seduta unica, perdite dei contatti, ecc.). Per altri con cui è stato possibile rimanere in contatto, alcuni hanno riferito beneficio permanente altri no (per incostanza, strette abitudini alimentari, ecc.). Nella media della casistica personale, i primi effetti benefici sono stati riferiti comparire appena dopo 5-10 giorni dall’inizio della dieta. Le sensazioni o le evidenze di giovamento immediato sono comparsi nel 75% degli individui con cui è stato possibile rimanere in contatto.

  • articolo a cura del Dr. Gianfrancesco Cormaci, Medico specialista in Biochimica Clinica.

BIBLIOGRAFIA SPECIFICA

– Mozzi P. La dieta del dottor Mozzi – Gruppi sanguigni e combinazioni alimentari. Ed. Coop. Mogliazze.

– D’Adamo P. La vera dieta dei gruppi sanguigni. Ed. Sperling & Kupfer.

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Dott. Gianfrancesco Cormaci
Dott. Gianfrancesco Cormaci
Laurea in Medicina e Chirurgia nel 1998, specialista in Biochimica Clinica dal 2002, ha conseguito dottorato in Neurobiologia nel 2006. Ex-ricercatore, ha trascorso 5 anni negli USA alle dipendenze dell' NIH/NIDA e poi della Johns Hopkins University. Guardia medica presso la casa di Cura Sant'Agata a Catania. In libera professione, si occupa di Medicina Preventiva personalizzata e intolleranze alimentari. Detentore di un brevetto per la fabbricazione di sfarinati gluten-free a partire da regolare farina di grano. Responsabile della sezione R&D della CoFood s.r.l. per la ricerca e sviluppo di nuovi prodotti alimentari, inclusi quelli a fini medici speciali.

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