venerdì, Marzo 29, 2024

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Integratori per la memoria e lo studio: come funzionano? Servono davvero?

Integratori per la memoria sono così definiti diverse tipologie di sostanze in grado di migliorare le funzioni cognitive cerebrali, se associate ad equilibrati stile di vita e di alimentazione. Sono rappresentati principalmente da alcuni amminoacidi, metaboliti endogeni, alcune vitamine e sali minerali ed estratti erboristici. In varie combinazioni, gli intergratori per la memoria sono ampiamente disponibili in commercio. Li si ritrova sottoforma di capsule, compresse, bustine e preparazioni liquide. Queste sostanze agiscono attraverso diversi meccanismi.

A) Stimolando la formazione dei neurotrasmettitori.

Ovvero quelle sostanze che si occupano della trasmissione delle informazioni tra i neuroni cerebrali. Se vi è mancata produzione o mancato trasporto di queste sostanze al cervello, può verificarsi un calo delle prestazioni mentali e cognitive limitando quindi la concentrazione, l’apprendimento e causando disturbi dell’umore. Molecole con questa proprietà sono:

– la tiamina o vitamina B1, che è essenziale al corretto utilizzo del glucosio e alla sintesi di acetilcolina, un neuromediatore tradizionalmente associato alle funzioni mnemoniche. Lo zucchero è fondamentale al metabolismo cerebrale, ma non significa che per avere una buona memoria si debbano mangiare esclusivamente cibi dolci. Il glucosio, inoltre, non viene utilizzato direttamente dai neuroni. Esso è il carburante degli astrociti, le cellule balia dei neuroni; sono queste che metabolizzano il glucosio ad acido lattico, passando quest’ultimo direttamente ai neuroni che se ne serviranno per produrre energia.

– il piritinolo (derivato della vitamina B6) che può aumentare la sintesi di GABA, mediatore che serve alla concentrazione ed alla calma, un requisito spesso più necessario della memoria stessa. Non serve, infatti, avere una buona memoria se l’attenzione è scarsa o non si ha voglia di applicarsi all’impegno da eseguire. Il GABA “rilassa” in neuroni ed è risaputo aumentare nel sonno, poiché serve a certi processi cellulari che avvengono di notte. A tal riguardo, si sottolinea che una buona qualità di sonno è fondamentale per avere una memoria efficiente. Non serve dormire dieci ore a notte, ma continuamente spezzate da risvegli. E’ preferibile dormire 7-8 ore ma di continuo; si avrà un sonno più riposante e la memoria giornaliera ne gioverà di più. Per ottimizzare questo aspetto si può associare integratori a base di vitamina B6, melatonina e magnesio.

– la L-tirosina, un amminoacido derivato dalla fenilalanina che serve alla biosintesi di mediatori come dopamina e noradrenalina. Questi sono implicati nelle funzioni cognitive, nella risposta allo stress e del tono dell’umore. Molti studi hanno dimostrato l’utilità dell’assunzione di L-tirosina in condizioni di stress, affaticamento, studio o lavoro prolungato e insonnia, cui segue un aumento delle performance intellettuali e fisiche. Per la migliore conversione della tirosina, è opportuno associare integratori con piritinolo o alimentarsi con buone fonti di vitamina B6. E’ quest’ultima, infatti, che converte la tirosina in dopamina o noradrenalina.

– il deanolo (dimetil-amino-etanolo), che è un diretto precursore della colina, da cui deriva l’acetil-colina. Oltre alla diretta sintesi di acetilcolina il DMAE, metabpòizzato a fosfatidil-colina, viene incorporato nelle membrane nervose, migliorandone fluidità e/o permeabilità e preservandone la funzione. A parte garantire anche l’integrità strutturale, la funzione di questi fosfolipidi migliora inoltre l’aggregazione ed i segnali dei recettori per gli stessi neurotrasmettitori.

– la glutammina, un amminoacido non essenziale, ma diretto precursore del glutammato che invece possiede recettori sulla corteccia cerebrale che regolano fenomeni come la vigilanza, la processazione dei pensieri e il consolidamento della memoria. E’ anche un nutriente per gli astrociti, nei quali stimola la produzione di glutammato. Quasi tutti gli integratori presenti in commercio contengono glutammina nella loro costituzione. Tuttavia, è bene precisare che è un amminoacido abbondante paticamente in tutti gli alimenti, e la sua diretta supplementazione alle dosi contenute negli integratori (50-200mg) non fornisce beneficio maggiore di altre molecole.

B) Fungendo da molecole simili ai neurotrasmettitori.

Si tratta per lo più di metaboliti che il nostro corpo o il notro cervello sintetiza già di base. Essi hanno il vantaggio, però, di passare rapidamente la barriera ematoencefalica (BEE) se assunti per bocca, divenendo subito disponibili per le funzioni cerebrali e mnemoniche. Fra questi vi sono:

– la taurina e l’omo-taurina. Derivano dal metabolismo della cisteina, un amminoacido abbondante nelgi alimenti e non essenziale, poichè prodotto dal nostro corpo. La taurina è una molecola che stabilizza le membrane delle cellule nervose, regola il flusso degli ioni calcio necessari alle loro attività elettriche e stimola i mitocondri alla produzione di energia. Ha un effetto simile al GABA; infatti è antiepilettica e mantiene un tono vigile ma calmo e focalizzato. Alcuni integratori presenti in commercio contengono anche taurina; quelli con omotaurina sono più specifici e, a volte, più difficili da reperire.

– la fosfo-serina. Questo amminoacido è un normale costituente delle proteine del latte, soprattutto le caseine; è pochissimo invece nelle proteine del siero. Da cui si arguisce che per lo studio ed altro lavoro intellettuale, il latte può costituire un alimento preferenziale rispetto ad altri. La fosfo-serina passa velocemente la BEE e lega alcuni tipi di recettori per il glutammato chiamati “metabotropici”, rinforzando i circuiti neuronali della memoria più che dell’attenzione. E’ efficace a patto che non si utilizzi solamente l’integratore dove è contenuta, ritenendo che possa bastare a fornire prestazioni eccezionali. 

L’amminoacido glicina. Questo è il più piccolo amminoacido proteico ed ha proprietà inibitorie come neurotrasmettitore, agendo da co-agonista del recettore NMDA. Alcuni studi hanno suggerito che la glicina può migliorare l’affaticamento correlato al sonno e la cognizione, in particolare gli aspetti della memoria e dell’elaborazione attenzionale. Uno studio ha scoperto che la glicina (sotto forma di Bioglycin) ha migliorato i compiti di attenzione e la memoria, ma non ha influenzato l’umore. Alcuni integratori lo contengono a dosi fino a 500mg, ma siccome è un amminoacido non essenziale è meglio raddoppiare le dosi della sua assunzione per vedere effetti concreti.

C) Antagonizzando lo stress ossidativo.

Il ruolo dello stress ossidativo nella compromissione dei meccanismi molecolari della memoria è stato ampiamente provato. Lo stress quotidiano innalza la produzione cerebrale dei radicali liberi (ROS), ma anche quella di cortisolo, lo steroide responsabile di molteplici risposte organiche nel nostro corpo. Forse molti sconoscono la nozione che il cortisolo può agire direttamente sulle cellule cerebrali, interferendo con il consolidamento dei ricordi, alterando il tono dell’umore ma, ancor prima, togliendo la concentrazione necessaria al lavoro da svolgere. Delle vitamine ed altri composti con proprietà antiossidanti contenuti in alcuni integratori, possono prevenire e/o contenere il danno ossidativo causato dai radicali liberi. Una simile azione è posseduta da:

– L’estratto di gingko (Gingko biloba). Si tratta di una miscela complessa di polifenoli che ha azione antiossidante diretta (sequestro di ROS), ma anche anti-infiammatoria e stabilizzante i capillari cerebrali. Esso migliora la circolazione cerebrale, l’afflusso di sangue ed ossigeno un pò in tutti i distretti del cervello. Questo meccanismo non è da sottovalutare, poichè spesso la memoria può essere compromessa nei soggetti che per ragioni varie non hanno un buon afflusso cerebrale di sangue. E’ il caso delgi anziani, che soffrono di amnesia per disturbi circolatori cerebrali, spesso aggravati da anemia.

– L’estratto di rodiola (Rhodiola rosea). Solitamente utilizzata per combattere la stanchezza fisica e mentale, nonché per sfruttare al meglio le energie dell’organismo, parte dei suoi effetti sono stati vali dati dalla ricerca scientifica. Essa è ricca in acidi fenolici, flavonoidi e glucosidi; quindi è un potenziale antiossidante. Tuttavia, il glucoside salidroside condiziona le funzioni di dopamina e serotonina, il che può contribuire allo stato di vigilanza e attenzione. Il suo meccanismo quindi è duplice e può risultare utile, a patto che non la si assuma nelle ore serali se non si ha intenzione di applicarsi mentalmente. Potrebbe disturbare, infatti, i processi di addormentamento.

– La riboflavina o vitamina B2. Una volta captata a livello cellulare, la riboflavina viene convertita in cofattori enzimatici (FMN e FAD), che servono a reazioni definite ossido-riduttive o “redox”. Molti enzimi che rigenerano antiossidanti come, come quelli per il glutatione o la vitamina C, hanno incorporato FAD nella loro struttura. La vitamina B2 è molto presente nell’occhio, sia a livello della retina che del cristallino, dove aiuta a prevenire i danni da illuminazione eccessiva. Quindi la presenza di riboflavina negli integratori potrebbe anche servire allo scopo di migliorare la prestazione visiva, sopratutto nelle letture prolungate (es. preparazione ad esami).

– La taurina e l’omotaurina hanno un parziale effetto antiossidante diretto. La loro azione contro i ROS è stata dimostrata, ma il meccanismo sembra più essere di tipo indiretto, ovvero mediato dalle risposte cellulari successive alla loro somministrazione.

D) Migliorando le prestazioni cellulari.

Queste sostanze sono chiamate anche “neurotrofiche” e non hanno effetto immediato (minuti, ore), ma cominciano ad agire dopo alcuni giorni dalla loro assunzione. 

– L’acetil-carnitina. E’ un aminoacido (non delle proteine) molto conosciuto per la sua capacità di migliorare la vigilanza, il focus, la chiarezza mentale e l’umore; è inoltre un potente antiossidante indiretto, poichè indice delle risposte cellulari genetiche. Può indurre enzimi antiossidanti (SOD2) e fattori di crescita (BDNF), sia protettivi sui neuroni che facilitanti l’apprendimento. Inoltre, ne è stato studiato e sperimentato l’utilizzo per migliorare lo stato di depressione, una condizione spesso presente in modo occulto nei giovani, e che può compromettere le funzioni cognitive associate allo studio.

– La teanina. Questo amminoacido è la N-etil-glutammina, ma non viene metabolizzata a glutammina. In natura è contenuta nelle foglie di thè (Camellia sinensis). Questo integratore è noto per migliorare la cognitività e l’umore. Attraversa facilmente la barriera emato-encefalica e, se associata alla caffeina, può effettivamente aumentare il QI. Aumenta i livelli del neurotrasmettitore GABA, riducendo così i livelli complessivi di stress. Oltre a promuovere effetti ansiolitici, innalza anche la dopamina nel cervello. È stato suggerito che possa essere utile a ridurre l’ansia e migliorare l’umore durante lo sforzo mentale complessivo. Altre ricerche hanno scoperto che aumenta le onde cerebrali alfa, associate al rilassamento e all’apprendimento.

– Il magnesio. E’ considerato un elemento essenziale per gli esseri umani, influenzando un numero significativo di reazioni all’interno del corpo. Aiuta a regolare la pressione sanguigna, i processi di utilizzazione del glucosio e tiene sotto controllo i recettori NMDA cerebrali. Anche se non ha spiccate proprietà neurotrofiche, è stato sostenuto che un’adeguata integrazione di magnesio può migliorare la memoria, il pensiero, l’apprendimento e comportare meno ansia. Anche se potrebbe non avere grande potere nel rafforzare la memoria, coloro che sono carenti potrebbero notare un notevole miglioramento della cognitività con l’integrazione di magnesio. Si consigliano non meno di 500mg al giorno, preferibilmente dopo colazione.

– Anche la fosfo-serina può fungere da neurotrofico. Agendo sui recettori del glutammato, ne mantiene la vitalità e la stabilizzazione delle funzioni neuronali principali (sintesi di neurotrasmettitori, sintesi delle proteine, produzione di energia). Per farsi un’idea della complessità dei recettori del glutammato, basta guardare come sono distribuiti a livello di due sinapsi che si fronteggiano (qui sotto).

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Molti si chiedono, o chiedono al proprio medico curante, se gli integratori per la memoria sono realmente utili, specialmente per categorie di lavoratori che affrontano un lavoro intellettuale maggiore di altre (studenti, managers, ecc.). La risposta è no, se si pensa di usare gli integratori da soli, senza avere un apporto calorico o nutrizionale adeguati. Si ricorda che per prestazioni particolari, il corpo necessita di alimenti dedicati a quella funzione. Non serve assumere calorie in eccesso (cibi grassi, fritture, troppa pasta o formaggi) se si vuole sfruttare un migliore impiego della memoria. E’ preferibile, invece, andare sul maggiore importo di proteine (legumi, latte, uova e ovviamente anche la carne), per migliorare l’apporto degli amminoacidi descritti prima (glutammina, tirosina, cisteina, ecc.).

Parimenti, è meglio consumare frutta ricca di vitamine e zuccheri semplici (es. kiwi, fragole, pesche, albicocche, datteri) invece che merendine confezionate, per riprendere le “forze” quando si studia o ci si applica. Una chicca eccezionale per la vostra memoria: il fumo di sigaretta mette ossido di carbonio nel sangue, che poi avvelena il circolo sanguigno cerebrale. Evitarlo al massimo, se possibile; poi si può avere via libera a tutti gli integratori che si vuole.

  • a cura del Dr. Gianfrancesco Cormaci, PhD, specialista in Biochimica Clinica.

BIbliografia scientifica

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Dott. Gianfrancesco Cormaci
Dott. Gianfrancesco Cormaci
Laurea in Medicina e Chirurgia nel 1998, specialista in Biochimica Clinica dal 2002, ha conseguito dottorato in Neurobiologia nel 2006. Ex-ricercatore, ha trascorso 5 anni negli USA alle dipendenze dell' NIH/NIDA e poi della Johns Hopkins University. Guardia medica presso la casa di Cura Sant'Agata a Catania. In libera professione, si occupa di Medicina Preventiva personalizzata e intolleranze alimentari. Detentore di un brevetto per la fabbricazione di sfarinati gluten-free a partire da regolare farina di grano. Responsabile della sezione R&D della CoFood s.r.l. per la ricerca e sviluppo di nuovi prodotti alimentari, inclusi quelli a fini medici speciali.

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