venerdì, Aprile 19, 2024

Come lo stress psicologico ci fa ammalare: nuove luci

Lo stress psicologico è un noto fattore di rischio per la malattia, ma in che modo esattamente ci fa ammalare? Un nuovo studio ha fornito alcuni spunti interessanti.I ricercatori della Michigan State University di East Lansing hanno rivelato come una proteina nota come sottotipo 1 del recettore del fattore di rilascio della corticotropina (CRF1) risponda allo stress inviando segnali a specifiche cellule immunitarieQuesto fa sì che le cellule immunitarie rilasciano sostanze chimiche che possono scatenare una serie di malattie, tra cui l’asma, il lupus e la sindrome dell’intestino irritabile (IBS). Il coautore dello studio Adam Moeser, del College of Veterinary Medicine della Michigan State University, e colleghi hanno recentemente riportato i loro risultati nel Journal of Leukocyte Biology. Tutti noi abbiamo esperienza dello stress, e probabilmente ci siamo ritrovati con malattie indotte dallo stress in un punto o nell’altro. Infatti, secondo il sondaggio Stress in America 2015, circa il 31% degli adulti negli Stati Uniti riferisce che lo stress ha un’influenza forte o molto forte sulla propria salute fisica. 

Ma com’è che lo stress psicologico può renderci fisicamente malati? Per aiutare a far luce, Moeser e colleghi hanno studiato gli effetti dello stress sui mastociti. I mastociti sono cellule immunitarie che svolgono un ruolo chiave nelle malattie infiammatorie e allergiche, tra cui asma, IBS, anafilassi o grave reazione allergica e lupus. In risposta agli allergeni – come pollini, acari della polvere o arachidi – i mastociti rilasciano una sostanza chimica chiamata istamina, che funziona per liberare il corpo da questi allergeni. Questo processo è ciò che scatena i sintomi di allergia, compresi gli occhi lacrimanti, il naso che cola e l’infiammazione delle vie aeree. Ricerche precedenti hanno dimostrato che l’attività dei mastociti aumenta in risposta allo stress psicologico, e anche questo può causare malattie. Quali sono i meccanismi sottostanti per questa risposta allo stress, però? Questo è ciò che Moeser e i suoi colleghi hanno cercato di scoprire. Per il loro studio, i ricercatori hanno esaminato due gruppi di topi: uno che aveva normali recettori CRF1 sui loro mastociti e uno che mancava dei recettori. 

CRF1, noto anche come ormone rilasciante corticotropina, è un peptide coinvolto la risposta del corpo allo stress. Nello studio, entrambi i gruppi di topi sono stati esposti a stress psicologico e stress allergico, in cui il sistema immunitario diventa iperattivo. I ricercatori hanno scoperto che i topi con normali recettori CRF1 sui loro mastociti hanno riscontrato un aumento dei livelli di istamina in risposta a entrambe le condizioni di stress, e questo ha portato alla malattia. Tuttavia, i roditori che mancavano di recettori CRF1 hanno dimostrato bassi livelli di istamina in risposta allo stress e hanno sperimentato meno malattie. I topi che mancavano di recettori CRF1 vedevano una riduzione del 54% nella malattia in risposta allo stress allergico e un calo del 63% nella malattia in risposta allo stress psicologico. Secondo Moeser, questi risultati mostrano che il CRF1 è coinvolto in modo critico in alcune malattie iniziate da questi fattori di stress. 

“I mastociti”, spiega, “diventano altamente attivati ​​in risposta a situazioni stressanti che il corpo sta vivendo. Quando questo accade, CRF1 dice a queste cellule di rilasciare sostanze chimiche che possono portare a condizioni di infiammazione e allergia come la sindrome dell’intestino irritabile, l’asma, le allergie alimentari pericolose per la vita e le malattie autoimmuni come il lupus o l’artrite reumatoide”. Mentre sono necessari ulteriori studi, il team ritiene che i risultati potrebbero aprire la porta a nuovi trattamenti per le malattie indotte dallo stress.“Sappiamo tutti che lo stress influenza la connessione  mente-corpo e aumenta il rischio per molte malattie”, afferma Moeser. “La domanda è stata sempre, come?“. Questo lavoro è un passo in avanti critico nella decodifica di come lo stress ci fa ammalare; e fornisce un nuovo percorso terapeutico target per migliorare la qualità della vita delle persone affette da malattie correlate allo stress”.

  • a cura del Dr. Gianfrancesco Cormaci, medico specialista in Biochimica Clinica.

Bibliografia specifica

Ayyadurai S et al. J Leukoc Biol. 2017 Dec; 102(6):1299-1312.

Nozu T, Okumura T. J Gastroenterol. 2015; 50(8):819-30. 

Taché Y, Million M. J Neurogastroenterol Motil. 2015; 21(1):8-24.

Singh LK et al. Pharmacol Exp Ther. 1999; 288(3):1349-56.

Theoharides TC et al. Endocrinology. 1998; 139(1):403-13.

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Dott. Gianfrancesco Cormaci
Dott. Gianfrancesco Cormaci
Laurea in Medicina e Chirurgia nel 1998, specialista in Biochimica Clinica dal 2002, ha conseguito dottorato in Neurobiologia nel 2006. Ex-ricercatore, ha trascorso 5 anni negli USA alle dipendenze dell' NIH/NIDA e poi della Johns Hopkins University. Guardia medica presso la casa di Cura Sant'Agata a Catania. In libera professione, si occupa di Medicina Preventiva personalizzata e intolleranze alimentari. Detentore di un brevetto per la fabbricazione di sfarinati gluten-free a partire da regolare farina di grano. Responsabile della sezione R&D della CoFood s.r.l. per la ricerca e sviluppo di nuovi prodotti alimentari, inclusi quelli a fini medici speciali.

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