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Se aggiunti al trattamento standard in fase iniziale, alcuni integratori alimentari possono aiutare ad alleviare i sintomi di malattie psicotiche come la schizofrenia. Questa è stata la conclusione di una revisione sistematica dei dati di otto studi condotti su centinaia di giovani che hanno ricevuto un trattamento durante le prime fasi della psicosi. La revisione è stata condotta dal Dott. Joseph Firth, che è un ricercatore presso il NICM Health Research Institute presso l’Università di Western Sydney in Australia e un ricercatore onorario presso l’Università di Manchester nel Regno Unito. Lui e i suoi colleghi suggeriscono che l’integrazione del trattamento standard con alcuni nutrienti può essere più efficace del solo trattamento standard nell’alleviare i sintomi della “psicosi del primo episodio”. Riportano la loro analisi, pensata per essere la prima a valutare gli studi sull’integrazione di nutrienti nella psicosi del primo episodio, in un articolo ora pubblicato sulla rivista Early Intervention in Psychiatry.

Nel loro studio, il team spiega che gli effetti di “trattamenti a base di nutrienti come integrazione aggiuntiva di vitamine o antiossidanti sono stati studiati a lungo nella schizofrenia a lungo termine. Ma non è stata mai effettuata una revisione sistematica degli studi di trattamenti a base di sostanze nutritive nella psicosi del primo episodio, nonostante i potenziali benefici dell’uso di questi trattamenti durante le fasi iniziali della malattia. Quindi hanno deciso di condurre una valutazione di tutti gli studi presenti in letteratura, che studiavano la tollerabilità, l’efficacia e i meccanismi biologici di trattamento con integratori nutrizionali nella psicosi del primo episodio. Il team ha cercato i database elettronici fino a luglio 2017 e ha trovato otto studi randomizzati controllati che hanno coinvolto 451 persone con psicosi del primo episodio che hanno soddisfatto i criteri di inclusione. L’aminoacido taurina – “ha mostrato miglioramenti significativi nei sintomi positivi e nella funzione psicosociale”.

Sebbene gli umani possano produrre la loro taurina, si pensa che la maggior parte provenga da fonti alimentari come latte, molluschi e carne di tacchino e pollo. La taurina ha molte funzioni nelle cellule e nei tessuti. Serve come neurotrasmettitore nel cervello, ad esempio, e aiuta anche a stabilizzare le membrane cellulari e trasportare gli ioni. I ricercatori descrivono uno studio clinico australiano in cui 4 grammi di taurina al giorno per 12 settimane hanno alleviato sintomi psicotici in 121 giovani con psicosi. I risultati per altri supplementi nutrizionali non erano tuttavia così chiari o forti. Ad esempio, alcuni integratori antiossidanti – come la vitamina C e la N-acetil-cisteina – hanno ridotto solo i sintomi psichiatrici nei pazienti con psicosi del primo episodio che presentavano anche elevati livelli di stress ossidativo. Nel caso degli integratori di omega-3, c’erano prove contrastanti che potevano lavorare per ridurre i sintomi psicotici nei giovani, sebbene ci fossero prove positive che potessero migliorare alcuni indicatori della salute del cervello.

L’analisi non ha trovato prove che le persone con psicosi del primo episodio abbiano tratto beneficio dall’assunzione di integratori di vitamina E. Questo è facile da comprendere, poiché la vitamina E non ha diretto ruolo nella trasmissione neuronale. Si, è vero che è un antiossidante molto potente, che ha pure il vantaggio di attraversare facilmente la barriera emato-encefalica (BEE) data la sua natura idrofoba. Ma è possibile che non intervenga nel ripristino di qualche via metabolica di neurotrasmettitori, seppur danneggiata dallo stress ossidativo. La taurina, invece, ha funzioni simili al neurotrasmettitore GABA, che è basso nell’epilessia e nei disturbi della memoria. In più, passa la BEE molto velocemente (trasporto mediato da canali degli amminoacidi) ed è un antiossidante sia indiretto che diretto, come provato da decine di studi. La taurina può essere sintetizzata dal corpo a partire dalla cisteina, un amminoacido che entra nella costituzione del glutatione (GSH), il maggiore antiossidante corporeo. Quindi sembra esserci un legame sia indiretto che diretto fra stress ossidativo ed eventi psicotici; un legame che potrebbe essere spezzato con un adeguato apporto di nutrienti antiossidanti.

Come si dice, “a Cesare ciò che è di Cesare”….

  • a cura del Dr. Gianfrancesco Cormaci, PhD, specialista in Biochimica Clinica.

 

Pubblicazioni correlate

Firth J et al. Early Interv Psychiatry. 2018 Mar 21.

Schiavone S, Trabace L. CNS Neurosci Ther. 2018 Mar 14. 

Conus P et al. Schizophr Bull. 2018 Feb 15;44(2):317-327. 

O’Donnell CP et al. J Clin Psychiatry. 2016; 77(12):e1610.

Koido K et al. Front Neurosci. 2016 Jul 15; 10:331.

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Dott. Gianfrancesco Cormaci
Dott. Gianfrancesco Cormaci
Laurea in Medicina e Chirurgia nel 1998, specialista in Biochimica Clinica dal 2002, ha conseguito dottorato in Neurobiologia nel 2006. Ex-ricercatore, ha trascorso 5 anni negli USA alle dipendenze dell' NIH/NIDA e poi della Johns Hopkins University. Guardia medica presso la casa di Cura Sant'Agata a Catania. In libera professione, si occupa di Medicina Preventiva personalizzata e intolleranze alimentari. Detentore di un brevetto per la fabbricazione di sfarinati gluten-free a partire da regolare farina di grano. Responsabile della sezione R&D della CoFood s.r.l. per la ricerca e sviluppo di nuovi prodotti alimentari, inclusi quelli a fini medici speciali.

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