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Cancro al cervello: due farmaci in uso potenziano la chemio

Il Temozolomide (TMZ) è un antitumorale che agisce modificando il DNA, in modo che alcune proteine ​​che consentono ai tumori di crescere ed espandersi non si esprimano. Ma alcune cellule tumorali sono in grado di “resistere” a questo farmaco. Ciò significa che la sua efficacia è spesso limitata, il che influisce sui tassi di sopravvivenza del paziente. Ma un nuovo studio condotto da ricercatori dell’Università di Chicago nell’Illinois ha fatto una scoperta intrigante. L’acetazolamide (nome commerciale Diamox) – un farmaco comunemente usato per trattare il mal di montagna, il glaucoma e sottotipi di convulsioni – può contrastare la resistenza delle cellule di cancro cerebrale (glioblastoma), aumentando così l’effetto di TMZ. Il direttore dello studio, il dott. Bahktiar Yamini, spiega che l’acetazolamide sarebbe un aiuto terapeutico molto conveniente, dal momento che è economico da produrre, facile da prendere e ha effetti collaterali limitati.

Il gruppo di ricerca ha scoperto che i pazienti con questa forma aggressiva di cancro al cervello tendevano ad essere resistenti al trattamento con TMZ se avevano livelli elevati di CLL / linfoma 3 delle cellule B (BCL-3), una proteina in grado di contrastare l’azione del farmaco chemioterapico. BCL-3 blocca TMZ attivando l’anidrasi carbonica II, un enzima che protegge le cellule tumorali e consente loro di continuare il loro ciclo. Lavorando con un modello murino di glioblastoma, il team ha sperimentato l’acetazolamide, testando per vedere se, a sua volta, avrebbe bloccato l’attività dell’anidrasi carbonica, consentendo così a TMZ di fare il suo lavoro. Questa strategia, hanno scoperto i ricercatori, ha curato alcuni dei topi, mentre altri animali hanno visto un aumento del 30-40% del tempo di sopravvivenza dopo il trattamento di combinazione. Questo perché l’acetazolamide è, di fatto, un inibitore dell’anidrasi carbonica e il team è stato in grado di valutare ciò osservando, inizialmente, gli studi esistenti sui pazienti umani con glioblastoma.

Un gruppo di ricercatori dell’Università di Karachi, Pakistan, invece, ha dimostrato che il farmaco verapamil (nome commerciale Isoptin) usato per l’ipertensione, ha dimostrato che un potenzia l’attività del TMZ. Si sapeva già che esso esaltava l’attività della bis-cloroetilnitrosourea (BCNU), un vecchio farmaco usato per il trattamento del cancro al cervello. Da allora, TMZ ha sostituito BCNU come chemioterapia standard nel glioblastoma. Il gruppo ha provato che  sia VP che TMZ hanno inibito significativamente la crescita delle cellule U87 in modo dipendente dalla dose. L’effetto combinato di TMZ + VP era sinergico, cioè servivano meno dosi di entrambi i farmaci. La combinazione di TMZ e VP ha aumentato il rapporto tra espressione dei geni Bax e Bcl-2, spostando l’equilibrio delle cellule verso l’apoptosi o morte cellulare programmata. Per cui la somministrazione combinata di VP e TMZ potrebbe essere sfruttata terapeuticamente per la terapia del glioblastoma.

E’ l’ennesimo caso della letteratura scientifica in cui un farmaco nato per uno scopo preciso, si riscopre capace di esercitare altre funzioni. Una strategia che i ricercatori stanno sfruttando per risparmiare tempo e risorse.

  • a cura del Dr. Gianfrancesco Cormaci, PhD, specialista in Biochimica Clinica.

Pubblicazioni scientifiche

Yu Z et al., Yuan Y. Cancer Lett. 2018 Aug 1; 428:77-89.

Hanif F et al., Simjee SU. Toxicol In Vitro 2018 Jul 9.

Wu L et al., Yamini B. Sci Transl Med. 2018 Jul 4; 10(448).

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Dott. Gianfrancesco Cormaci
Dott. Gianfrancesco Cormaci
Laurea in Medicina e Chirurgia nel 1998, specialista in Biochimica Clinica dal 2002, ha conseguito dottorato in Neurobiologia nel 2006. Ex-ricercatore, ha trascorso 5 anni negli USA alle dipendenze dell' NIH/NIDA e poi della Johns Hopkins University. Guardia medica presso la casa di Cura Sant'Agata a Catania. In libera professione, si occupa di Medicina Preventiva personalizzata e intolleranze alimentari. Detentore di un brevetto per la fabbricazione di sfarinati gluten-free a partire da regolare farina di grano. Responsabile della sezione R&D della CoFood s.r.l. per la ricerca e sviluppo di nuovi prodotti alimentari, inclusi quelli a fini medici speciali.

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