venerdì, Aprile 19, 2024

Neuromielite ottica: l’antistaminico giova alla qualità di vita

L’aggiunta di cetirizina (la popolare terapia di allergia venduta con il marchio Zyrtec) alla terapia standard è sicura, ben tollerata e può ridurre le recidive nei pazienti con neuromielite ottica (NMO), una malattia rara e grave che causa infiammazione e demielinizzazione (danno alla mielina, il rivestimento protettivo delle cellule nervose), principalmente nel nervo ottico (neurite ottica), midollo spinale (mielite) e tronco cerebrale. Gli attuali trattamenti standard per NMO si sono concentrati sui linfociti; tuttavia, l’infiltrazione dei granulociti ha dimostrato di svolgere un ruolo importante nella distruzione infiammatoria correlata a NMO. Oltre alle sue funzioni antistaminiche, è noto che la cetirizina possiede proprietà di stabilizzazione dell’eosinofilo. La cetirizina ha anche altri effetti su altri componenti del sistema immunitario, inclusa l’inibizione della chemiotassi dei linfociti e dei macrofagi. Il lavoro sul modello animale ha dimostrato che lo sviluppo di lesioni di tipo NMO potrebbe essere bloccato con la somministrazione di cetirizina, quindi è stato emozionante vedere se potesse essere sicuro ed efficace per i pazienti di NMO umani.

Pertanto, un gruppo di ricerca ha avviato un trial pilota, in aperto, con aggiunta di cetirizina, seguito da 16 pazienti NMO che assumevano 10 mg / die di cetirizina somministrati per via orale per un anno. I partecipanti sono stati arruolati / seguiti da aprile 2014 a febbraio 2016. Lo studio ha misurato l’ARR dei pazienti prima di iniziare la cetirizina rispetto a dopo aver assunto la cetirizina. I partecipanti hanno iniziato con 10 mg di cetirizina al giorno per via orale e hanno continuato per un anno, in aggiunta alla terapia di modificazione della malattia (DMARD). Sono stati monitorati per nuovi episodi neurologici e potenziali eventi avversi correlati al farmaco in studio. Le valutazioni formali di recidive e la scala di sonnolenza di Epworth sono state completate a 3, 6, 9 e 12 mesi. L’endpoint primario era il tasso di recidiva annualizzato (ARR) mentre si effettuava la stessa terapia modificante la malattia prima di iniziare la cetirizina rispetto a dopo aver assunto la cetirizina. L’ARR prima della cetirizina era 0,4 ± 0,80 e dopo la cetirizina era 0,1 ± 0,24 (p = 0,047). La conclusione è che la cetirizina è sicura, ben tollerata e può aiutare a prevenire le ricadute della NMO.

Il design in aperto e la piccola dimensione del campione in questo studio precludono conclusioni definitive; tuttavia, questi risultati giustificano ulteriori studi. La cetirizina somministrata cronicamente può essere in grado di prevenire l’attivazione e la chemiotassi degli eosinofili e di altre cellule infiammatorie, qualora si verifichi l’inizio di una cascata di recidive; tuttavia, per determinarlo definitivamente sarebbe necessario un campione più ampio con una raccolta di campioni più frequente. Tra parentesi, non è il primo antiistaminico testato per cercare di curare le malattie neurodegenerative. Anche il ketotifene, un antiistaminico di seconda generazione è stato trovato efficace in modelli sperimentali di meuromielite ottica ed encefalomielite allergica sperimentale (EAE), il modello di laboratorio della sclerosi multipla. Più recentemente, un altro antiistaminico trovato efficace in modelli sperimentali è l’astemizolo. Ed esistono dati non ancora pubblicati per la loratadina, un antiallergico che non passa la barriera ematoencefalica evitando così il fastidioso effetto collaterale della sonnolenza. E’ augurale che questa classe di farmaci subentri nel trattamento di queste gravi patologie, non fosse altro che si riduce l’assunzione degli steroidi, i cui effetti collaterali nel tempo sono noti a tutto il pubblico.

  • a cura del Dr. Gianfrancesco Cormaci, PhD, specialista in Biochimica Clinica.

Pubblicazioni scientifiche

Landi  D et al. PLoS One 2017 Jul 7; 12(7):e0165415. 

Kim J, Song JH. Eur J Pharmacol. 2017; 798:122-128. 

Zhang H, Verkman AS. J Clin Invest. 2013; 123(5):2306.

Podoji JR et al. Cell Immunol. 2011; 270(2):237-50.

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Jadidi-Niaragh F et al. Neuropharmacology. 2010; 59(3):180

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Dott. Gianfrancesco Cormaci
Dott. Gianfrancesco Cormaci
Laurea in Medicina e Chirurgia nel 1998, specialista in Biochimica Clinica dal 2002, ha conseguito dottorato in Neurobiologia nel 2006. Ex-ricercatore, ha trascorso 5 anni negli USA alle dipendenze dell' NIH/NIDA e poi della Johns Hopkins University. Guardia medica presso la casa di Cura Sant'Agata a Catania. In libera professione, si occupa di Medicina Preventiva personalizzata e intolleranze alimentari. Detentore di un brevetto per la fabbricazione di sfarinati gluten-free a partire da regolare farina di grano. Responsabile della sezione R&D della CoFood s.r.l. per la ricerca e sviluppo di nuovi prodotti alimentari, inclusi quelli a fini medici speciali.

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