giovedì, Aprile 18, 2024

Pre-(diabete): se si resta svegli di notte, si prende peso e il rischio sale

Il prediabete colpisce circa 84 milioni di persone negli Stati Uniti. Cioè, 1 persona su 3 negli Stati Uniti vive con la condizione, e il 90% di loro non è consapevole di averlo. Nei prediabetes, i livelli di zucchero nel sangue sono più alti di quanto è considerato normale, ma non abbastanza elevati da giustificare una diagnosi di diabete di tipo 2. Il prediabete è una condizione grave a sé stante, che mette le persone a rischio non solo di diabete di tipo 2, ma anche di ictus e malattie cardiache. Sonno insufficiente o un sonno disturbato sono anche noti fattori di rischio per obesità e diabete. Ricerche precedenti hanno suggerito che essere un “nottambulo”, o avere una preferenza per le attività serali e andare a dormire tardi, aumenta il rischio di essere sovrappeso, oltre a soffrire di diabete di tipo 2 e morire prematuramente. Così, i ricercatori guidati dal Dr. Sirimon Reutrakul, professore associato di Endocrinologia, Diabete e Metabolismo all’Università dell’Illinois al Chicago College of Medicine, si sono proposti di esaminare se essere un nottambulo influenzasse l’indice di massa corporea (BMI) tra le persone con prediabete.

Il team ha esaminato in media 2.333 persone con prediabete che avevano 64 anni. Usando un questionario, gli scienziati hanno valutato la “seraità” e la “mattinata” dei partecipanti – cioè la loro preferenza per andare a letto tardi e svegliarsi presto, rispettivamente. I ricercatori hanno anche valutato il jet lag sociale, o la differenza nella durata del sonno e la durata tra i giorni feriali e i fine settimana, nei partecipanti. Livelli più elevati di jet lag sociale sono stati trovati in correlazione con un BMI più alto. Nelle persone di età superiore ai 60 anni, la sera era associata anche a un BMI più elevato. Tuttavia, questo effetto era dovuto al fatto di non avere abbastanza sonno, non al jet lag sociale. Nei pazienti con prediabete, spiegano gli autori dello studio, una maggiore preferenza serale era direttamente associata a un più alto indice di massa corporea e indirettamente attraverso una insufficiente durata del sonno. Questi dati potrebbero informare ulteriori studi interventistici per ridurre il BMI in questo gruppo ad alto rischio.

E’ probabile che uno dei fattori concorrenti sia sistema ormonale. Le concentrazioni sanguigne del cortisolo, l’”ormone dello stress”, infatti sono più basse durante la notte in coincidenza dell’attività notturna, per poi risalire alle 5 del mattino. Il cortisolo è un ormone che induce insulino-resistenza, il che può contribuire alla presa di peso corporeo. Se si continuano le attività serali fino a tardi, le sue concentrazioni potebbero restare innalzate più a lungo, contribuendo a sviluppare sovrappeso. Il dott. Reutrakul commenta il significato dei risultati: “Identificare nuovi fattori dello stile di vita che potrebbero giocare nel suo sviluppo può aiutarci a consigliare i pazienti con uno stadio precoce della malattia su cose che possono fare per fare prevenzione e impedire che i prediabetici si trasformino in diabetici completi. Tempo e durata del sonno sono potenzialmente modificabili. Le persone possono avere più ore di sonno regolari e mirano ad avere più sonno, che può aiutare a ridurre l’indice di massa corporea e il potenziale sviluppo di diabete in questo gruppo ad alto rischio”.

  • a cura del Dr. Gianfrancesco Cormaci, PhD, specialista in Biochimica Clinica.

Pubblicazioni scientifiche

Saetung S et al., Reutrakul S. Acta Diabetol. 2018 Jul 20.

Saetung S et al. Reutrakul S. Acta Diabetol. 2018 Sep; 55(9):917-925.

Siwasaranond N et al. J Diabetes Res. 2018 Mar 7; 2018:9269170.

Nimitphong H et al., Reutrakul S. Diabet Med. 2018 Jul; 35(7):964-971.

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Dott. Gianfrancesco Cormaci
Dott. Gianfrancesco Cormaci
Laurea in Medicina e Chirurgia nel 1998, specialista in Biochimica Clinica dal 2002, ha conseguito dottorato in Neurobiologia nel 2006. Ex-ricercatore, ha trascorso 5 anni negli USA alle dipendenze dell' NIH/NIDA e poi della Johns Hopkins University. Guardia medica presso la casa di Cura Sant'Agata a Catania. In libera professione, si occupa di Medicina Preventiva personalizzata e intolleranze alimentari. Detentore di un brevetto per la fabbricazione di sfarinati gluten-free a partire da regolare farina di grano. Responsabile della sezione R&D della CoFood s.r.l. per la ricerca e sviluppo di nuovi prodotti alimentari, inclusi quelli a fini medici speciali.

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