Inquinamento e salute degli occhi
L’occhio è un organo delicato con una zona ampia e umida esposta all’ambiente. Pertanto, è più suscettibile all’inquinamento atmosferico rispetto ad altre parti del corpo. Tuttavia, la risposta degli occhi agli inquinanti atmosferici varia da zero a grave irritazione e dolore cronico; anche con le lenti a contatto, gli occhi sono ancora più sensibili a tali effetti. L’esposizione all’inquinamento atmosferico dovuto al traffico è associata a una vasta gamma di esiti negativi per la salute, con i polmoni che sono uno degli organi più comunemente colpiti, principalmente a causa della loro costante esposizione diretta agli inquinanti atmosferici. Allo stesso modo, gli occhi sono direttamente esposti all’inquinamento atmosferico, rendendoli un organo bersaglio primario per gli effetti negativi di tale esposizione. Oltre agli effetti a breve termine sugli occhi, come l’irritazione della superficie oculare e i sintomi e le lamentele che l’accompagnano, l’esposizione cronica all’inquinamento atmosferico è stata associata a condizioni oculari di lunga durata come la malattia dell’occhio secco e la cataratta. Sebbene l’inquinamento atmosferico possa indurre miopia attraverso l’infiammazione sistemica e lo stress ossidativo, ad oggi non ci sono studi che colleghino l’inquinamento atmosferico allo sviluppo della miopia.
Fattori causali
La gravità del disagio prodotto dall’inquinamento atmosferico è determinata dai livelli di idrocarburi e ossido nitrico nell’aria ambiente. Gli idrocarburi che sono particolarmente noti per causare tale irritazione sono apparentemente le olefine C4 e C5, o meglio i loro derivati ossidati. Gli idrocarburi con catene ramificate hanno effetti più forti rispetto alle catene diritte, specialmente se la catena contiene alcuni doppi legami lontani dal carbonio terminale. L’irritazione causata dalle olefine è notevolmente maggiore rispetto alla paraffina. Tra i composti ciclici, il cicloesene causa la maggiore irritazione rispetto al cicloesano o al benzene. L’inquinamento atmosferico si verifica principalmente a causa dell’irradiazione dei gas di scarico delle automobili. Un livello significativo di irritazione oculare si verifica se esposti a tale inquinamento atmosferico per un massimo di quattro ore. Questo fenomeno ha un’emivita di 12 ore ma non ha alcuna relazione evidente con i livelli di aerosol, ozono, ossidi di azoto o acroleina. Anche le sostanze irritanti negli scarichi delle auto irradiate rimangono invariate, nonostante l’aumento o la diminuzione dell’umidità relativa (tra il 30% e l’80%) o gli sbalzi di temperatura (da 25 a 45 gradi).
La relazione tra la dimensione delle particelle nello scarico dell’automobile e il verificarsi di irritazione agli occhi rimane poco chiara; tuttavia, un ricercatore ha indicato che l’irritazione inferiore a 0,2 micron è ampiamente prevenuta. Si ritiene che la marca e le prestazioni dell’autoveicolo determinino l’emissione di idrocarburi e ossido nitrico; ma i livelli individuali di idrocarburi dipendono maggiormente dal tipo di carburante utilizzato. Entrambe queste sostanze chimiche producono ugualmente irritazione agli occhi. Le interazioni di anidride solforosa e solforica a concentrazioni inferiori alla soglia con particelle di cloruro di sodio o nero di carbonio precipitano inducendo irritazione. Un altro studio ha mostrato una certa correlazione tra i livelli di ossidanti nell’aria e l’irritazione degli occhi in determinati periodi dell’anno. Si suggerisce inoltre che la presenza di aerosol sia un fattore critico. Gli ossidanti possono dissolversi nel film lacrimale e acidificarlo, irritando ulteriormente la mucosa dell’occhio. Gli inquinanti atmosferici comunemente trovati nelle metropoli includono: monossido di carbonio, ossidi di azoto, anidride solforosa, particolato, arsenico, amianto, benzene, piombo, diossina.
Sintomi oculari
I sintomi frequentemente osservati del problema agli occhi indotto dall’inquinamento atmosferico includono:
- Bruciore e arrossamento
- Irritazione con lacrimazione
- arrossamento, secrezione, gonfiore degli occhi e difficoltà ad aprirli
- Aumento del rischio di infezioni
- Prurito e/o sensazione di pietrisco
- Difficoltà visive inclusi errori di rifrazione e visione dei colori alterata
- Comparsa di cataratta nel lungo raggio
La sindrome dell’occhio secco (DES) è il disturbo più frequente tra tutti questi. Si verifica due volte più spesso nelle donne sopra i 50 anni. La superficie dell’occhio è infiammata e secca, soprattutto se il paziente indossa lenti a contatto. La congiuntivite associata ad un aumento dei livelli di biossido di azoto è un’altra caratteristica comune. I gruppi a rischio includono coloro che hanno un lavoro all’aperto in ambito urbano.
Gestione del fastidio
Il trattamento dei sintomi oculari senza infezione o allergia consiste semplicemente nel raffreddare gli occhi lavandoli delicatamente con acqua pulita, seguito da un impacco freddo. Anche la lubrificazione con colliri a base di decongestionanti, alla camomilla, ecc. e l’uso di occhiali da sole sono opzioni utili. Le lenti a contatto e il trucco degli occhi dovrebbero essere evitati fino a quando gli occhi non siano completamente guariti.
- A cura del Dr. Gianfrancesco Cormaci, PhD, specialista in Biochimica Clinica.
Pubblicazioni scientifiche
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Dott. Gianfrancesco Cormaci

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