La chemioprevenzione è un aspetto della medicina preventiva che si può ottenere attraverso la nutrizione. Riguarda soprattutto il ramo oncologico della medicina, poiché esistono ormai migliaia di pubblicazioni scientifiche a sostegno del fatto che molte classi di composti vegetali sono in grado di prevenire la comparsa di tumori. Noti esempi sono il carotene ed i composti carotenoidi (precursori della vitamina A), che hanno un buon potere preventivo dei tumori cutanei, delle mucose e del polmone. I polifenoli, contenuti in molti ortaggi e verdura colorata, invece, sono buoni preventivi del carcinoma del colon e del fegato. Altri composti polifenolici costituenti delle spezie da tavola (es. curcuma, salvia, rosmarino, coriandolo) hanno mostrato azione chemiopreventiva verso svariate tipologie di cancri umani. Particolari studi sono stati condotti sulle Brassicacee, famiglia di ortaggi che comprendono cavolo, cavolfiore, broccoli, rapa, verza e congeneri, che hanno mostrato una specificità di azione preventiva per il tumore mammario, dell’endometrio, dello stomaco e dell’esofago.
Questi ortaggi sono ricchi di una classe di chemiopreventivi chiamati glucosidi isotiocianati (R-N=C=S), dalla cui scissione si originano composti che conferiscono il tipico odore sulfureo a questi ortaggi. Nel corpo, però essi sono preziosi alleati delle difese cellulari, perché inducono risposte mediate da proteine regolatrici del DNA (fattori di trascrizione come AP-1 ed Nrf-2). Sono queste risposte geniche che permettono la sintesi di enzimi protettivi e disintossicanti, come SOD-2, NQO-1, glutatione reduttasi e le glutatione-S-trasferasi (GSTs). La glutatione S-transferasi mu-1 (GSTM1) è un enzima che svolge un ruolo nel liberare il corpo dalle tossine e nel combattere lo stress ossidativo. Molte persone portano una variante del gene GSTM1 che impedisce l’espressione del gene (chiamata variante nulla) e quindi mancano della produzione dell’enzima. Una nuova ricerca, invero, indica che i benefici degli isotiocianati sulla salute dei reni possono dipendere dalla genetica di un individuo, proprio per varianti della GSTM1.
I risultati, che appaiono in un prossimo numero di JASN, possono essere utili per personalizzare gli interventi per prevenire o curare le malattie renali. Un team guidato dal Dr. Thu H. Le, MD, presso il Medical Center dell’Università di Rochester, in precedenza aveva dimostrato che le persone portatrici di questa variante corrono un rischio maggiore di subire un declino della funzionalità renale. Nel loro ultimo studio, i ricercatori hanno scoperto che la cancellazione del gene aumenta la lesione renale nei topi con ipertensione e malattie renali. L’integrazione della dieta con la polvere di broccoli (che è ricca di isotiocianati induttori di antiossidanti) ha ridotto significativamente la lesione renale nei topi geneticamente modificati, ma non nei topi normali con malattia renale. Questo ha portato loro ad ipotizzare che l’enzima GSTM1 possa essere coinvolto nella scomposizione dei composti promotori di antiossidanti, e quindi la carenza dell’enzima può aumentare la biodisponibilità dei composti protettivi rilevanti nelle malattie renali.
Quando i ricercatori hanno esaminato le informazioni di un ampio studio clinico, hanno scoperto che l’elevato consumo di broccoli e altre verdure crocifere era associato a un minor rischio di insufficienza renale, principalmente nei partecipanti con la variante nulla GSTM1. Il Dr. Le ha così commentato il significato della ricerca: “Il nostro studio evidenzia le interazioni dieta-gene nella malattia renale e illustra che la risposta all’effetto modificante la malattia della dieta è influenzata dalla genetica. Nel contesto della medicina personalizzata e di precisione, un aumento del consumo di verdure crocifere può essere protettivo, in particolare in quelli privi di GSTM1 che sono geneticamente più a rischio di progressione della malattia renale. Inoltre, il nostro studio suggerisce che la conoscenza delle informazioni genetiche di un individuo consente di adattare un intervento per prevenire o ritardare la progressione della malattia renale tra coloro che risponderebbero in base alla loro composizione genetica”.
- A cura del Dr. Gianfrancesco Cormaci, PhD, specialista in Biochimica Clinica.
Pubblicazioni scientifiche
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