Troppo raramente i medici danno ai loro pazienti consigli su cambiamenti di stile di vita sani. Un’analisi statistica dei dati sanitari statunitensi condotta dai ricercatori di MedUni Vienna insieme a partner internazionali, ha dimostrato che le persone che soffrono di obesità, diabete e altre condizioni ad alto rischio sono troppo raramente incoraggiate a mangiare in modo più sano e a fare più esercizio fisico. In termini di prevenzione, si dovrebbe porre molta più enfasi su questo. Nel National Health and Nutrition Examination Survey (NHANES), ai pazienti statunitensi è stato chiesto se il loro fornitore di servizi sanitari li avesse informati di eventuali modifiche dello stile di vita che dovevano apportare. Come dimostrato da studi precedenti, la consulenza medica svolge un ruolo importante nell’incoraggiare i pazienti ad adottare uno stile di vita più sano. Le persone che sono in buona salute ma già sovrappeso o addirittura obese devono agire rapidamente per prevenire l’insorgere di condizioni come ipertensione, diabete o malattie cardiovascolari. I soggetti diabetici sono una categoria particolare a rischio.
Molti prodromi delle complicanze spesso passano inosservati per mesi o addirittura alcuni anni, prima del riscontro clinico. A quel punto, non rimane altro che intervenire sul danno fatto. E’ importante dunque che il medico (di condotta, o il diabetologo) impostino delle regole su un più corretto stile di vita da seguire, ai fini preventivi e facendo in modo che il paziente non sia messo di fronte a richieste troppo drastiche. Tuttavia, la correzione di abitudini voluttuari sbagliate (tabagismo, alcolici, ecc.) va affrontata con decisione per evitare l’addizione di fattori di rischio riconosciuti per indurre l’insorgenza di complicanze. Tuttavia, solo il 20% di questo gruppo ha ricevuto un parere pertinente dal proprio medico. Sono stati analizzati 11500 adulti da 20 a 64 anni dallo studio nazionale per la salute e la nutrizione (NHANES) tra il 2011 e il 2016, con stato ponderale e condizioni croniche (ipertensione, colesterolo alto, artrosi, cardiopatia ischemica e diabete di tipo 2). I consigli per la modifica dello stile di vita comprendevano l’aumento dell’attività fisica, la riduzione dei grassi / calorie alimentari ed il controllo o la perdita di peso.
L’analisi statistica condotta dal gruppo di ricerca guidato dal Dr. Igor Grabovac del Dipartimento di Medicina sociale e preventiva di MedUni di Vienna (Centro per la Sanità Pubblica) ha mostrato che le consultazioni mediche raramente includono consigli preventivi per pazienti sani / normopeso. E anche quelli in gruppi ad alto rischio, come le persone con obesità, diabete o ipertensione, troppo raramente ricevono consigli medici sull’adozione di uno stile di vita più sano. Ad esempio, solo il 56% dei pazienti con una combinazione di obesità e diabete riferisce di aver ricevuto incoraggiamento dal proprio medico per modificare il proprio stile di vita. Ipertensione arteriosa (32,7%) e colesterolo alto (29,3%) erano altamente prevalenti rispetto a osteoartrosi (7,4%), diabete tipo 2 (5,7%) e malattia coronarica (3,7%). Quelli con diabete tipo 2 hanno ricevuto consigli molto frequenti (56,5%) rispetto a quelli con pressione alta (31,4%) e colesterolo (27%). La prevalenza dei consigli sullo stile di vita mostrava aumenti sostanziali con BMI graduato e comorbidità (tutti altamente significativi; p<0.001).
Dopo l’aggiustamento per le condizioni di comorbilità, i consigli venivano segnalati più comunemente tra le donne, quelle in sovrappeso / obese, non bianche o assicurate. Una percentuale eccezionalmente bassa di adulti in sovrappeso (21,4%) e obesi (44,2%) privi di condizioni croniche, ha riferito di aver ricevuto consigli sullo stile di vita. Quello che è valido per chi è affetto da diabete non deve essere omesso per chi è affetto da obesità. Se il diabete predispone a complicanze specifiche piuttosto severe, si sa bene che l’obesità predispone a complicanze non da meno. Poi c’è anche la condizione di chi è sovrappeso ed è affetto anche diabete tipo 2. A giudizio dei ricercatori, la perdita di peso per molti soggetti in sovrappeso o obesi con diabete di tipo 2, potrebbe non essere una strategia di trattamento primario realistica per un miglior controllo glicemico. La terapia nutrizionale per le persone con diabete dovrebbe incoraggiare un modello alimentare salutare, un apporto energetico ridotto o quantomeno personalizzato alle attività quotidiane di ognuno, un’attività fisica regolare, istruzione e supporto come strategie di trattamento primarie.
Non è utile che i centri diabetologici istruiscano i pazienti ad un controllo ferreo della gestione dei farmaci o del’insulina, se omettono di dare i consigli più opportuni per evitare di imperniare la vita dei pazienti unicamente sulla terapia farmacologica. Peggio ancora, se il paziente diabetico è un voluttuario nei confronti del fumo di sigaretta (tabagismo forte) o dell’abuso di alcolici o super-alcolici. I ricercatori prevedono di condurre ulteriori analisi statistiche dal set di dati disponibili e anche di raccogliere dati specifici per l’Austria. Il caporicerca, Dr. Igor Grabovac, ha concluso così: “Non sono stati effettuati studi statistici comparabili in Austria, come il NHANES, quindi è difficile dire se la situazione sia simile qui. Tuttavia è chiaro che il Sistema Sanitario americano sta perdendo un’occasione importante per l’assistenza sanitaria preventiva; e stiamo pianificando di condurre le nostre indagini sulla situazione nelle cliniche ambulatoriali austriache nel prossimo futuro”.
- a cura del Dr. Gianfrancesco Cormaci, PhD, specialista in Biochimica Clinica.
Pubblicazioni scientifiche
Haider S et al. Am Med Dir Assoc. 2020; 21(3):361-366.
Grabovac I, Smith L et al. Am J Med. 2019; 132(4):489.
Grabovac I et al. Eur J Public Health 2018; 28(supp2):4-9.
Franz MJ et al. J Acad Nutr Diet. 2015; 115(9):1447-63.

Dott. Gianfrancesco Cormaci

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