La fibrosi polmonare idiopatica (IPF) è una malattia polmonare devastante in cui il tessuto cicatriziale si accumula nei polmoni. Questa cicatrice rende difficile la respirazione e la metà di tutti i pazienti muore entro tre anni dalla diagnosi. Circa 6.000 persone vengono diagnosticate ogni anno nel Regno Unito, anche se questo numero sembra aumentare. Non ci sono cure per l’IPF e gli attuali trattamenti possono solo rallentare la progressione della malattia. Ciò significa che una migliore comprensione delle cause dell’IPF è vitale nello sviluppo di trattamenti più efficaci. Ci sono solamente due farmaci di impiego corrente, il nintedanib ed il pirfenidone, che rallentano la progressione e concedono un discreto miglioramento della qualità di vita dei pazienti. Il trapianto polmonare è stato preconizzato per questa categoria di soggetti, ma non è fattibile in modo standardizzato per svariate problematiche. Sull’eziologia della malattia si hanno dati sulla probabile componente genetica. Fino ad oggi sembrano confermati solo due geni che mostrano la più forte associazione col problema. Per approfondimenti, si può consultare l’archivio del sito, che contiene altri articoli riguardanti questa patologia.
Adesso, i ricercatori delle università di Leicester e Nottingham hanno scoperto parti del DNA che mettono alcune persone a maggior rischio di IPF. I risultati sono stati pubblicati oggi sull’American Journal of Respiratory and Critical Care Medicine, dopo che una versione precedente era stata pubblicata online a novembre 2019 prima della revisione finale. La professoressa Louise Wain e il dott. Richard Allen dell’Università di Leicester e la professoressa Gisli Jenkins dell’Università di Nottingham hanno condotto lo studio che ha incluso collaboratori di oltre 30 istituzioni in sei paesi. La leadership di questa collaborazione unisce i NIHR Biomedical Research Centers (BRC) di Leicester e Nottingham. Lo scopo è quello di prendere scoperte scientifiche e tradurle in trattamenti e percorsi assistenziali a beneficio diretto dei pazienti. I team di ricerca hanno confrontato il DNA di 4.000 persone con IPF e 20.000 persone sane. In totale hanno studiato oltre 10 milioni di cambiamenti nel DNA e hanno scoperto che le persone con IPF avevano maggiori probabilità di avere cambiamenti in tre geni che in precedenza non erano noti per essere coinvolti nella malattia. Questi geni suggeriscono percorsi biologici che potrebbero essere obiettivi per nuovi farmaci.
Uno di questi geni, KIF15, si trova in un percorso che ha recentemente dimostrato di promuovere la fibrosi nei polmoni. Attualmente ci sono farmaci in fase di sviluppo che possono indirizzare questo percorso e potrebbero essere di beneficio ai pazienti. Gli altri due geni (DEPTOR e MAD1L1) evidenziano percorsi non precedentemente studiati per l’IPF ma che potrebbero guidare lo sviluppo di nuovi trattamenti in futuro. Di DEPTOR sembra che ci sia non una mutazione, ma una ridotta espressione della proteina che codifica. La proteina Deptor è un regolatore del complesso cellulare mTOR, che guida le cellule verso la sintesi delle proteine. Ed in particolare questo complesso è molto attivo nelle cellule tumorali, ma anche nelle cellule che riparano le lesioni di tessuto tramite la cicatrizzazione, i famosi fibroblasti. MAD1L1, invece è un omologo del gene MAD1 che serve da inibitore della telomerasi (TERT), il primo gene scoperto dai ricercatori essere fortemente associato con la IFP. Il gene KIF15 è presente sul cromosoma 3 e regola la disposizione dei cromosomi durante la duplicazione cellulare. I ricercatori non sono ancora sicuri di come questo processo si leghi alla comparsa di malattia polmonare.
Il Dott. Richard Allen, dell’Azione per la Ricerca sulla Fibrosi Polmonare all’Università di Leicester, ha dichiarato: “Queste sono scoperte davvero entusiasmanti e migliorano la nostra comprensione della malattia. Speriamo che questa ricerca possa aiutare nello sviluppo di trattamenti che sono disperatamente necessari per questa malattia devastante”. Il suo capo, il Dr. Steve Jones, ha aggiunto: “La fibrosi polmonare idiopatica (IPF) è una malattia devastante, che causa quasi l’1% di tutti i decessi in Inghilterra. Per trovare una cura, è fondamentale comprendere i cambiamenti genetici associati al processo di fibrosi polmonare. Questa ricerca rivoluzionaria ha identificato tre geni, che potrebbero portare speranza al gran numero di persone in tutto il mondo che vivono con la malattia”. E la professoressa Wain ha concluso: “Questo studio è stato intrapreso da un grande team internazionale di scienziati e medici e non sarebbe stato possibile se non fosse stato per i pazienti con IPF che hanno contribuito con i loro dati genetici alla ricerca. Il prossimo passo è scoprire come questi risultati possono permetterci di trovare trattamenti nuovi e migliori per l’IPF “.
- A cura del Dr. Gianfrancesco Cormaci, PhD, specialista in Biochimica Clinica.
Pubblicazioni scientifiche
Allen RJ et al. Am J Respir Crit Care Med. 2020 Mar 1; 201(5):564.
Rahardini EP et al. Kobe J Med Sci. 2020 Jan 20; 65(3):100-109.
Zhang Q, Wang Y et al. Biomed Res Int. 2019 Jun; 2019:9712464.
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Dott. Gianfrancesco Cormaci

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