giovedì, Aprile 18, 2024

Celiachia: perchè dovrebbe avere relazioni con l’artrite reumatoide?

L’artrite reumatoide (AR) è una malattia cronica immuno-mediata che porta a infiammazione articolare e sinoviale. Anche con l’avvento di una farmacoterapia efficace, l’AR è ancora associato a un onere sanitario elevato dovuto al costoso trattamento medico, alla gestione delle comorbidità e all’aumento della mortalità prematura. Studi condotti su pazienti con artrite reumatoide hanno dimostrato che, prima delle manifestazioni cliniche della RA, vi è un periodo di tolleranza immunitaria anormale caratterizzato dalla presenza di auto-anticorpi specifici. Tuttavia, esattamente quando e come questo processo inizia è ancora sconosciuto poiché gli autoanticorpi possono essere rilevati 3-5 anni prima dei sintomi articolari iniziali. Questo periodo di malattia è stato definito AR “preclinica” o “latente” nella letteratura medica, sebbene il termine appropriato resti ancora indeciso. Identificare l’AR pre-clinica è importante in quanto può aiutarci a capire la sua storia naturale sviluppando allo stesso tempo efficaci strategie di screening e di prevenzione.

Per questo scopo, è in corso una ricerca per identificare il gruppo di popolazione appropriato che sono ad alto rischio di sviluppare AR in futuro. Il ruolo dei fattori genetici e di vari fattori ambientali come il fumo e le infezioni nell’attivazione dell’AR è ben consolidato. Inoltre, la presenza di altri disordini autoimmuni è stata studiata anche come possibile fattore di rischio: tra questi la celiachia (CEL). Questa relazione RA-CEL è particolarmente importante perché è stato postulato che la disfunzione immunitaria nell’AR si origina dalla mucosa intestinale e l’aumentata permeabilità intestinale nella celiachia porta alla citrullinazione della proteina con successiva produzione di auto-anticorpi nella RA. Infatti, è stato dimostrato che i pazienti celiaci presentano un aumento dei livelli di fattore reumatoide nella mucosa intestinale. La celiachia è fenotipicamente distinta dall’AR, questo è chiaro, ma recentemente una possibile sovrapposizione sintomatica è stata descritta in entrambe queste patologie.

I pazienti con celiachia possono presentare varie manifestazioni reumatologiche, mentre i pazienti con AR possono avere un certo grado di sintomi intestinali. Lo studio clinico più recente condotto dal Dipartimento di Medicina Interna al Greater Medical Center di Towson, Baltimora, sembra confermare alcune delle ipotesi e degli studi preliminari. Sono stati raccolti dati clinici da 60 pazienti affetti da celiachia, di cui 15 sono stati esclusi per incompatibilità di requisiti di studio. I pazienti sono stati sottoposti ad esami sierologici per fattore reumatoide (RF) e anticorpi anti-CCP. La prevalenza è stata quindi misurata per le seguenti categorie di pazienti: 1) con anticorpi positivi (RF o anti-CCP); 2) Con titoli RF positivi; 3) Con anticorpi anti-CCP positivi; e 4) Con entrambi gli anticorpi anti-CCP e anti-CC positivi. Ventisette pazienti hanno sostenuto un certo grado di sintomatologia artritica. Tuttavia, solo 16 pazienti (36%) hanno riportato una storia di gonfiore articolare significativo associato a rigidità mattutina maggiore di 2 ore.

Dei 45 pazienti con CD, 16 (35%) hanno riscontrato sierologia positiva per AR. Questi includevano 15 pazienti con fattore reumatoide positivo (33%) e 3 con anticorpi anti-CCP positivi (6%). Tuttavia, solo 2 pazienti avevano entrambi anticorpi anti-fattore CC e anti-CCP positivi. I pazienti con celiachia attiva hanno mostrato un tasso di prevalenza più alto di sierologia positiva (61%), rispetto ai pazienti con CD controllato (18,5%). Il rapporto di prevalenza era statisticamente significativo, indicando che la probabilità di sierologia positiva di AR nella celiachia attiva è quasi 3 volte superiore. Una tendenza simile è stata osservata per i pazienti celiaci in terapia steroidea in aggiunta alla dieta gluten-free (GFD), che sono stati successivamente trovati con sierologia positiva (83%). Ciò indicherebbe che sebbene la GFD sia centrale per gestire la celiachia, potrebbe non essere sufficiente nei pazienti che sono ad alto rischio per altre malattie autoimmuni come l’artrite reumatoide.

Mentre gli auto-anticorpi correlati alla RA possono essere generati nelle articolazioni in individui con malattia stabilita, i dati medici suggeriscono che proprio la mucosa potrebbe essere il sito iniziale di produzione. La dieta gluten-free è creduta conferire un certo grado di protezione dallo sviluppo di vari auto-anticorpi. Vari studi hanno mostrato gli effetti deleteri del glutine sul sistema immunitario. Il presente studio ha mostrato che solo il 28% dei pazienti trattati con GFD era positivo per RF / anti-CCP. Tuttavia, l’83,3% dei pazienti sieropositivi ha richiesto ulteriori steroidi per ottenere il controllo della celiachia rispetto al 16,6% nei pazienti sieronegativi, indicando che sebbene la dieta gluten-free sia importante nella gestione della CD, potrebbe non essere sufficiente nei pazienti celiaci che sono ad alto rischio per altre autoimmunità. Sebbene lo studio sia limitativo per certi aspetti conferiti dalla dimensione del campione relativamente piccolo, l’associazione fra malattia celiaca e rischio di sviluppare una postuma artrite reumatoide è dimostrabile.

Tra l’altro, una positività per comparsa di altre autoimmunità postume in pazienti celiaci non è sconosciuta ai clinici, che hanno documentato principalmente lo sviluppo di diabete su base auto-anticorpale, ma anche disturbi tiroidei come la tiroidite di Hashimoto.

  • A cura del Dr. Gianfrancesco Cormaci, PhD, specialista in Biochimica Clinica.

Pubblicazioni scientifiche

Warjri SB et al. Gastroenterology Res. 2015; 8(1):167-68.

Lerner A, Matthias T. Autoimmun Rev. 2015; 14(11):1038.

Deane KD. Current Rheumatol Reports 2014; 16(5):419.

Lauret E, Rodrigo L. Biomed Res Int. 2013; 2013:127589.

Latest

Newsletter

Don't miss

Dott. Gianfrancesco Cormaci
Dott. Gianfrancesco Cormaci
Laurea in Medicina e Chirurgia nel 1998, specialista in Biochimica Clinica dal 2002, ha conseguito dottorato in Neurobiologia nel 2006. Ex-ricercatore, ha trascorso 5 anni negli USA alle dipendenze dell' NIH/NIDA e poi della Johns Hopkins University. Guardia medica presso la casa di Cura Sant'Agata a Catania. In libera professione, si occupa di Medicina Preventiva personalizzata e intolleranze alimentari. Detentore di un brevetto per la fabbricazione di sfarinati gluten-free a partire da regolare farina di grano. Responsabile della sezione R&D della CoFood s.r.l. per la ricerca e sviluppo di nuovi prodotti alimentari, inclusi quelli a fini medici speciali.

Inquinamento urbano e rischio di autoimmunità: il contributo di una ricerca italiana

L’inquinamento atmosferico ambientale causato dai gas di scarico dei veicoli e dalla produzione industriale può innescare un’immunità adattativa, per cui il corpo reagisce a...

Osteoporosi: la prima prova che i probiotici funzionano

Per la prima volta nel mondo, i ricercatori dell'Università di Göteborg, in Svezia, hanno dimostrato che i probiotici, integratori alimentari con batteri che promuovono...

NTSHSD2: trovati i neuroni per la ricerca del sale

Una quantità moderata di sale è fondamentale per la nostra salute. Il sodio presente nel sale aiuta il corpo a contrarsi e a rilassare...