Le malattie infiammatorie croniche (MIC) includono malattie disparate come le malattie infiammatorie intestinali (IBD, compresa la malattia di Crohn e la colite ulcerosa), l’artrite reumatoide (RA), la celiachia (CD) e il diabete mellito (DM). Le MIC durano tutta la vita, spesso con esordio precoce nella vita. Esse influenzano la qualità della vita dei pazienti e delle loro famiglie, inclusi aspetti come la partecipazione a programmi educativi, pianificazione familiare e attività ricreative. Con un elevato rischio di vita del 40% in alcune località del mondo, le MIC incidono sulla società attraverso perdite di produttività sul lavoro e aumento delle spese del sistema sanitario causate da frequenti visite, ricoveri e farmaci. Si prevede che questo onere aumenterà sensibilmente nei prossimi anni a causa di un aumento previsto del numero di pazienti MIC. Pertanto, vi è l’urgente necessità di ulteriori miglioramenti nel trattamento dei MIC e persino di identificare i modi per curare e prevenire queste malattie. Poiché tutti le MIC implicano meccanismi eziologici immuno-mediati, inclusi sia la genetica comune che i fattori di suscettibilità ambientale, l’identificazione di fattori di rischio condivisi e individuali può migliorare la comprensione della causalità della malattia.
Il taglio cesareo (CES) è stato associato ad un aumentato rischio di MIC della prole, probabilmente come conseguenza di una maggiore suscettibilità dell’ospite per MIC mediata da alterazioni dell’esposizione microbica e da una ritardata istituzione del microbiota intestinale che può compromettere la maturazione del sistema immunitario della mucosa. Contrariamente al cesareo pianificato o elettivo, il CES acuto è spesso eseguito dopo l’inizio del travaglio, dove un programma di nascita aperto potrebbe potenzialmente dare accesso alla comunità microbica vaginale. Il taglio cesareo, e in particolare il CES elettivo, è stato associato al rischio di CID in alcuni studi, ma non in tutti. Ma ci sono prove che il parto cesareo è associato ad un rischio maggiore di sviluppare delle condizioni di autoimmunità? L’ultimo studio disponibile ha valutato il rischio di sviluppare CID (inclusi quattro CID pediatrici comuni diagnosticati in ospedale) dopo essere nati da parto cesareo, sfruttando completezza, dimensioni e lungo follow-up dei registri nazionali danesi. Il Danish Medical Birth Register (MBR) e il Danish National Patient Registry (NPR) sono stati usati per identificare i bambini nati in Danimarca (N = 2701408) dal gennaio 1973 al marzo 2016 dall’MBR.
Tra 2.672.708 bambini nati in Danimarca da gennaio 1977 a marzo 2016, 2.271.913 (85,0%) sono nati per parto vaginale e 400.795 (15,0%) per parto cesareo. Questo studio di coorte nazionale ha riscontrato un aumentato rischio di DM, RA, CD e IBD per le ragazze e per i ragazzi dopo cesareo, rispetto alla nascita per parto vaginale. L’aumento del rischio era rilevabile almeno 40 anni dopo il parto. Il principale punto di forza di questo studio osservazionale è l’inclusione di oltre 2,5 milioni di nascite in tutta la nazione con accertamento completo e con un tasso complessivo di parto cesareo del 15%. Questo, insieme a un follow-up fino a 40 anni e un’elevata qualità dei dati, ha fornito energia sufficiente per analizzare le associazioni tra modalità di consegna e rischio di malattia. Le malattie scelte, DM, RA, CD e IBD, sono comuni durante l’infanzia e hanno eziologie immuno-mediate. Inoltre, poiché sono gestite negli ospedali, si presume che sia l’accuratezza diagnostica sia la probabilità di accertamento siano elevate. La scoperta di un aumentato rischio di MIC derivante dalla nascita tramite parto cesareo si allinea all’ipotesi che le MIC condividano una componente eziologica comune.
Anche se l’associazione è statisticamente altamente significativa, l’aumento del rischio assoluto di malattia derivante dal parto cesareo è basso. Al contrario, una connessione di rischio significativamente più alto è stata trovata, in proporzione, fra parto cesareo e condizioni allergiche ed asma bronchiale. Le ipotesi più sostenute, al riguardo, concernono le variazioni del microbiota cutaneo e polmonare che accadono a seguito di un parto vaginale o di un parto cesareo. La differente composizione microbica che il bambino riceve nei due processi, sarebbe in grado di far evolvere il sistema immunitario del neonato verso due evoluzioni abbastanza diverse. Tramite parto vaginale, infatti, la pelle, l’intestino e le vie aeree del neonato si arricchiscono di lattobacilli e candide; nel caso del parto cesareo, invece, vi è una maggiore colonizzazione interna di streptococchi, stafilococchi ed altre specie Gram-positive della pelle. Nel complesso, i dati disponibili sino ad oggi possono generare ipotesi sui meccanismi di malattia condivisi nelle malattie infiammatorie croniche che possono essere testati in studi futuri e quindi portare a una migliore comprensione dei meccanismi biologici che stanno alla loro base.
- A cura del Dr. Gianfrancesco Cormaci, PhD; specialista in Biochimica Clinica.
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Dott. Gianfrancesco Cormaci

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