L’alopecia androgenetica (AGA) presenta una miniaturizzazione progressiva dei capelli del cuoio capelluto, formando una distinta calvizie nei maschi. È la forma più comune di perdita di capelli negli uomini ed è causata da predisposizione genetica con elevata attività androgenica. Il testosterone circolante nel sangue viene metabolizzato in una forma più potente, il diidrotestosterone che agisce sulla papilla cutanea dei capelli, inibendo la durata della crescita dei capelli. In concomitanza, la presenza di infiltrazione linfocitaria, cellule T attivate nel cuoio capelluto calvo e degranulazione dei mastociti follicolari suggerisce la micro-infiammazione o la risposta immunitaria come causa o conseguenza del processo di miniaturizzazione dei capelli. È stato ipotizzato che la microinfiammazione sia causata da radiazioni UV, presenza microbica, IL-6 e androgeni. La pelle e i capelli umani ospitano una vasta gamma di microrganismi e la creazione di un equilibrio è cruciale per la salute e lo stato di malattia di pelle e capelli.
Il microbioma sulla superficie della pelle umana è stato ampiamente studiato come precedentemente esaminato; mentre meno lavoro ha riguardato quelli nel derma e nel follicolo pilifero. Il microbioma cutaneo comprende microbi commensali e agenti patogeni opportunistici, che interagiscono costantemente con l’ospite, suscitando ed eludendo le risposte immunitarie dell’ospite. Coltivando colonie batteriche, è stato scoperto che i follicoli piliferi ospitano il 25% della popolazione microbica cutanea. In alcuni casi è stato dimostrato il coinvolgimento dell’attività microbica nei disturbi della pelle e dei capelli. La sovra-rappresentazione di Staphylococcus aureus è stata implicata nella dermatite atopica, nelle ferite diabetiche croniche e nella psoriasi. La presenza di funghi, come le specie di Malassezia, è associata ad un aumento della caduta dei capelli e ad un aggravamento della dermatite atopica. Infine, la prevalenza di Propionibacterium acnes è associata alla patogenesi di acnes vulgaris.
Gli ultimi dati dicono anche che in caso di alopecia maschile, la composizione del microbiota della pelle è cambiata rispetto a soggetti con una regolare capigliatura. In particolare, sembra che certe specie aumentino, fra cui lo stesso Propionibacterium acnes, mentre specie come Burkholderia, Methylobacter, Brevibacterium e Sphingomonas sembrano ridursi. Accanto alle variazioni di flora batterica cutanea, le cellule adiacenti ai bulbi capilliferi hanno una maggiore espressione di markers infiammatori come i recettori CD1, CD14 e TLR2. Questo indica che sebbene l’intervento degli ormoni maschili possa essere responsabile della perdita di capelli, la componente infiammatoria ed immunitaria partecipa senza dubbio. Questi cambiamenti suggeriscono che elevate risposte immunitarie e infiltrazione di cellule immunitarie corrispondevano a un aumento dell’abbondanza di P. acnes. Evidenze di micro-infiammazioni, aumento di prostaglandine e citochine sono state osservate nei follicoli piliferi dei pazienti con alopecia androgenica.
Gli esperti credono che siano queste componenti a ritardare la crescita del capello (miniaturizzazione). Il fatto poi che in certi casi farmaci antifungini come il ketoconazolo siano risultati efficaci in casi selezionati, ha fatto pensare che specie di funghi cutanei potessero essere responsabili. Ma siccome il ketoconazolo ha anche azioni anti-androgene locali, gli scienziati non sanno attribuire ancora bene se l’effetto terapeutico dipenda dalla soppressione del testosterone locale o dall’eliminazione della flora fungina patogena. Nel caso dell’alopecia areata, il quadro è più complesso e l’intervento immunitario è dimostrato in pieno, tanto che alcuni immunosoppressori di ultima generazione risultano efficaci in un buon 50% dei casi. Ma anche in questa forma di calvizie gli scienziati sono stati in grado di provare uno sbilanciamento della composizione batterica dello scalpo. Nello specifico, vi è una modesta riduzione di Staphylococcus e della famiglia definita dei Firmicutes.
E ancora più strano, sono risultate maggiori delle specie che vivono in quasi totale assenza di ossigeno, come Prevotella e Akkermansia. Questo non prova definitivamente che le variazioni del microbiota della cute del capo siano responsabili dell’alopecia per sé. Potrebbero essere un fattore contribuente e non si esclude nemmeno che esse possano semplicemente riflettere i cambiamenti interni ed immunitari che avvengono prima della caduta del capello. Infine, il cambiamento microbico in diversi compartimenti subepidermici può essere collegato a un componente autoimmune della patologia, per quanto riguarda l’interruzione della barriera cutanea, come precedentemente mostrato per altri disturbi della pelle. Gli studi futuri dovrebbero mirare a indagare meglio sia il ruolo della variazione della comunità microbica, sia la carenza di ossigeno cellulare nelle malattie del cuoio capelluto. Queste potrebbero dipendere, infatti, da disturbi circolatori locali non riconosciuti e dipendenti dalla stessa componente infiammatoria e/o immunitaria.
- A cura del Dr. Gianfrancesco Cormaci, PhD, specialista in Biochimica Clinica.
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Dott. Gianfrancesco Cormaci

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