Due sono i test utilizzati per lo screening del tumore del colon-retto: la ricerca di sangue occulto nelle feci (SOF) e la rettosigmoidoscopia
I tumori del colon-retto rappresentano la terza neoplasia negli uomini e la seconda nelle donne (fonte: I numeri del cancro in Italia 2019). Il tumore è spesso conseguente ad una evoluzione di lesioni benigne (quali ad esempio I polipi adenomatosi) della mucosa dell’intestino, che impiegano un periodo molto lungo (dai 7 ai 15 anni) per trasformarsi in forme maligne.
Gli esami di screening
Il test di screening utilizzato nella quasi totalità dei programmi di screening è il test del sangue occulto nelle feci, eseguito ogni 2 anni nelle persone tra i 50 e i 69 anni. L’esame, estremamente semplice, consiste nella raccolta (eseguita a casa) di un piccolo campione di feci e nella ricerca di tracce di sangue non visibili a occhio nudo. Il test usato nei programmi di screening italiani non rende necessario seguire restrizioni dietetiche prima della sua esecuzione. Poiché le eventuali tracce di sangue possono essere un indizio della presenza forme tumorali oppure di polipi che possono, in futuro, degenerare, è indispensabile eseguire l’esame di approfondimento.
Una piccola parte dei programmi di screening attivi in Italia (in particolare nella regione Piemonte) utilizza al posto della ricerca del sangue occulto un altro esame di screening, la rettosigmoidoscopia eseguita una sola volta all’età di 58-60 anni. Si tratta di un esame endoscopico, che consiste nella visualizzazione diretta, tramite una sottile sonda flessibile dotata di telecamera, dell’ultima parte dell’intestino (il sigma e il retto): è qui che si sviluppa infatti il 70% dei tumori del colon retto.
Gli esami di approfondimento
Nel caso di positività all’esame del sangue occulto nelle feci (Hemoccult) o alla rettosigmoidoscopia, i programmi di screening prevedono l’esecuzione di una colonscopia come esame di approfondimento. La colonscopia permette di esaminare l’intero colon retto. Oltre a essere un efficace strumento diagnostico, la colonscopia è anche uno strumento terapeutico.
Nel caso venisse confermata la presenza di polipi, consente, infatti, di rimuoverli nel corso della stessa seduta. I polipi rimossi vengono successivamente analizzati e, in base al loro numero, alle loro dimensioni e alle caratteristica delle loro cellule, vengono avviati percorsi terapeutici e di controllo ad hoc.
I programmi di screening prevedono l’invito attivo del cittadino alla scadenza dei periodi stabiliti. Pertanto, a seconda delle modalità previste dal programma locale, le persone in età di screening riceveranno una lettera di invito per l’esecuzione del test. Nel caso del test del sangue occulto nelle feci, esistono, inoltre, diverse modalità per il ritiro delle provette in cui fare la raccolta delle feci. Saranno gli operatori a indicare quella impiegata nella Asl di appartenenza.
Per saperne di più, consulta l’Osservatorio nazionale screening.

Dott. Gianfrancesco Cormaci

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