Generalità
La prostatite è gonfiore e infiammazione della ghiandola prostatica, una ghiandola delle dimensioni di una noce situata direttamente sotto la vescica negli uomini. La ghiandola prostatica produce fluido (sperma) che nutre e trasporta lo sperma. La prostatite spesso causa minzione dolorosa o difficile. Altri sintomi includono dolore all’inguine, all’area pelvica o ai genitali e talvolta sintomi simil-influenzali. La prostatite può manifestarsi a qualsiasi età. Ma di solito tra i 30 ei 50. La condizione ha una serie di cause. A volte la causa non viene identificata. Se la prostatite è causata da un’infezione batterica, di solito può essere trattata con antibiotici. A seconda della causa, la prostatite può manifestarsi gradualmente o improvvisamente. Potrebbe migliorare rapidamente, da solo o con il trattamento. Esistono 2 tipi principali di prostatite:
• prostatite cronica – dove i sintomi vanno e vengono per diversi mesi; è il tipo più comune
• prostatite acuta – dove i sintomi sono gravi e si manifestano all’improvviso; è raro, ma potenzialmente pericoloso per la vita e richiede un trattamento immediato
Cause identificabili
La prostatite batterica acuta è spesso causata da comuni ceppi di batteri, soprattutto Enterobacteriacee come Escherichia e Pseudomonas. L’infezione può iniziare quando i batteri nelle urine penetrano nella prostata. Data la vicinanza tra retto e prostata, questi batteri possono, a seguito di particolari condizioni (es: una lesione intestinale, un’infiammazione cronica), fuoriuscire dalla loro sede tipica e colonizzare l’adiacente ghiandola prostatica. Si capisce dunque che questo rischio è maggiore in caso di colite cronica, celiachia non trattata o condizioni infiammatorie dell’intestino come la malattia di Crohn o la retto-colite ulcerosa. In generale, gli antibiotici chinolonici, la fosfomicina e le cefalosporine sono i più usati. Se non eliminano i batteri, la prostatite potrebbe ripresentarsi o essere difficile da trattare (prostatite batterica cronica). Il danno ai nervi delle basse vie urinarie potrebbe contribuire alla prostatite non causata da un’infezione batterica. Questo può essere causato da un intervento chirurgico o da un trauma nell’area per accidenti fisici, come cadute da una bicicletta o da cavallo. In molti casi di prostatite, tuttavia, la causa non viene identificata.
Fattori di rischio
L’età media di 40 anni è un fattore di rischio appurato così come aver acuto una cistite batterica precedente. Alcuni studi indicano che una cronica carenza di zinco, non rilevata clinicamente, può predisporre la prostata ad infiammazione cronica. La depressione può essere un fattore di rischio inaspettato e indipendente per la condizione, secondo dati molto recenti. Uno studio taiwanese su una coorte di 13000 persone con depressione ha individuato un rischio maggiore compreso fra 1.5 e 2 volte maggiore di contrarre la prostatite fra i soggetti depressi. La ragione non è stata indagata. La sedentarietà può essere un altro fattore di rischio: stare troppo seduti può comprimere lo spazio fra la pelvi e la vescica, mettendo la prostata in sofferenza. Questo rischio è accentuato dal sovrappeso o dall’obesità franca, per la massa grassa viscerale che può comprimere vescica, retto e zone circostanti. Infatti, al pari dell’ipertrofia prostatica benigna, i medici raccomandano un controllo del peso corporeo per evitare la condizione.
Sintomi della prostatite
I segni ei sintomi della prostatite dipendono dalla causa. Possono includere:
- Dolore o sensazione di bruciore durante la minzione (disuria)
- Difficoltà a urinare, come gocciolamenti o minzione esitante
- Minzione frequente, soprattutto di notte (nicturia)
- Urgente bisogno di urinare (minzione imperiosa)
- Urine torbide (a volte anche maleodoranti)
- Dolore all’inguine o alla parte bassa della schiena
- Dolore nell’area tra lo scroto e il retto (perineo)
- Eiaculazione dolorosa in caso di rapporti sessuali
- Sintomi simil-influenzali e brivido prima della febbre (con prostatite batterica)
Quando interpellare il medico
Se si ha dolore pelvico, minzione difficile o dolorosa o eiaculazione dolorosa, si consulti il proprio medico. Se non trattati, alcuni tipi di prostatite possono causare un peggioramento dell’infezione o altri problemi di salute. Se le infezioni alla prostata ricorrenti non migliorano con il trattamento, consultate un medico specializzato sia un urologo o un andrologo. Potrebbe essere necessario prelevare del liquido dalla prostata per determinare il batterio che causa il problema e l’antibiotico più specifico. È anche possibile che ci sia una forma di prostatite che non è causata da batteri. Alcune prostatiti si contraggono con attività sessuali promiscue con partners portatori di batteri chiamati clamidie, facilmente diffusibili con le attività sessuali.
Quali sono le opzioni di trattamento per un’infezione prostatica ricorrente?
Un’infezione prostatica ricorrente viene solitamente trattata con antibiotici. Conosciuta anche come prostatite batterica cronica, questa infezione è causata da batteri nella ghiandola prostatica. Un’infezione alla prostata può ripresentarsi perché gli antibiotici non sono stati in grado di penetrare abbastanza in profondità nel tessuto prostatico infiammato. Oppure è possibile che l’antibiotico originale non fosse efficace contro il batterio specifico che causava l’infezione. Per trattare un’infezione alla prostata che continua a ripresentarsi, potresti dover provare un antibiotico diverso. Un tipo di antibiotico potrebbe funzionare meglio di un altro, o richiedere un ciclo più lungo di cura. Potrebbe essere necessario un ciclo di antibiotici che dura sei settimane o più. Se ti vengono prescritti antibiotici, prendili esattamente come indicato, anche se inizi a sentirti meglio. La mancanza di dosi o il mancato utilizzo dell’intero ciclo di antibiotici può interferire con la capacità dell’antibiotico di uccidere completamente i batteri.
Prostatite cronica: come si manifesta?
Quando la prostatite si protrae per più di 6 settimane si parla di prostatite cronica. I suoi sintomi possono avere un impatto significativo sulla qualità della vita quotidiana, Per esempio, se si manifestano con mal di schiena o difficoltà a stare seduti per dolore locale. Anche l’attività sessuale normale può avere un contraccolpo. Avere una prostatite cronica non impedisce di interrompere i rapporti di coppia, ma può dare eiaculazione dolorosa che interferisce con il gioire dei momenti intimi. Potresti avere una prostatite cronica se hai avuto alcuni dei seguenti sintomi per almeno 3 mesi:
- dolore dentro e intorno al pene, ai testicoli, all’ano, alla parte inferiore dell’addome o alla parte bassa della schiena
- dolore durante la minzione, bisogno frequente o urgente di fare pipì, soprattutto di notte,
- una prostata ingrossata o dolente all’esame rettale
- problemi sessuali, come disfunzione erettile, dolore durante l’eiaculazione o dolore pelvico dopo i rapporti.
È possibile parlare di prevenzione?
Senza ombra di dubbio l’igiene intima personale è un fattore di base per evitare che si contragga una prostatite per reflusso di urina o per una cute fortemente contaminata. Una buona idratazione, di conseguenza, viene da sè: più spesso l’urina stagnante viene rimossa, più difficile diventa per i batteri causare infiammazione locale. A livello alimentare, i medici raccomandano sempre di evitare agenti irritanti come caffè, alcolici e le spezie. La sedentarietà può contribuire, come detto in precedenza; anche la pressione del sellino della bicicletta per ore può, nel tempo, predisporre ad una prostatite. Date la giusta importanza all’esercizio fisico: trovate il tempo per fare esercizio almeno tre volte a settimana, anche una passeggiata nel parco, dello stretching o anche ginnastica a corpo libero. L’attività fisica può ridurre i sentimenti di ansia, che sono legati ad alcuni tipi di prostatite. Gli uomini che hanno una prostata infiammata riferiscono anche che l’allenamento allevia i loro sintomi. Questo potrebbe ricondursi ad una somatizzazione dell’ansia sulla ghiandola prostatica, specie quando si hanno timori sulle aspettative delle proprie prestazioni nei rapporti di coppia. Su quest’ultimo punto, infine, lo scambio frequente di numerosi partners aumenta il rischio delle forme a trasmissione sessuale.
- A cura del Dr. Gianfrancesco Cormaci, PhD, specialista in Biochimica Clinica.
Pubblicazioni scientifiche
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Dott. Gianfrancesco Cormaci

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