La broncopneumopatia cronica ostruttiva (BPCO) è caratterizzata da infiammazione polmonare cronica, che causa danni alle vie aeree e al parenchima polmonare e porta a una restrizione irreversibile del flusso d’aria. Secondo l’iniziativa globale per la malattia polmonare ostruttiva cronica, la BPCO è ora la quarta causa di morte nel mondo e diventerà la terza causa principale entro il 2020. Il fattore di rischio dominante per la BPCO è il fumo e circa il 15-20% dei fumatori ha la BPCO. I fumatori tendono a consumare quantità elevate di bevande come soda, caffè e thè verde a causa della maggiore sete dopo aver fumato. Come il fumo, anche queste bevande hanno un effetto sulla funzione polmonare. Uno studio condotto in Australia ha suggerito che l’assunzione di bevande zuccherate aumenta la prevalenza dell’asma; e uno studio diverso ha dimostrato che l’assunzione di caffè aumenta il rischio di cancro ai polmoni. Inoltre, è stato dimostrato che il consumo di thè verde è associato ad un aumento della funzione polmonare.
Precedenti studi hanno mostrato prove degli effetti individuali del consumo di diverse bevande e del fumo sulla funzione polmonare; tuttavia, solo pochi studi hanno esaminato l’esposizione simultanea al fumo e al consumo di bevande durante la BPCO. Gli ultimi studi condotti indicano che il consumo di bevande gassate riducono nel tempo la funzionalità polmonare, come fa anche il fumo di sigaretta. Al contrario, il consumo di almeno due tazze al giorno di thè verde migliora la compliance polmonare. Ma come fanno le bevande gassate ad influenzare negativamente la salute polmonare? Il consumo di bevande gassate è un marker moderno di sovrappeso e obesità, con un aumento dell’indice di massa corporea (BMI). Esistono i risultati che il BMI influisce sulla funzione polmonare. Sebbene il meccanismo di questi risultati non sia ancora chiaro, la debolezza dei muscoli respiratori, il disturbo dello scambio di gas e l’inibizione della risposta immunitaria sono alcuni potenziali meccanismi che sono stati suggeriti.
Inoltre, studi hanno dimostrato che bere continuamente alcolici provoca infiammazione delle vie aeree e aggrava la funzione polmonare. Gli effetti dell’alcol sono sia diretti che indiretti. Tra gli effetti diretti vi è la variabilità del trasporto di ioni sodio e magnesio nella muscolatura bronchiale, quindi una tendenza alla costrizione bronchiale simile al fenomeno asmatico. Inoltre l’alcol induce stress ossidativo e lede la composizione batterica intestinale; si pensa che lo stesso effetto lo eserciti sul microbiota delle vie aeree. L’interazione tra caffè e sigaretta non è stata vista significativa, probabilmente perché l’assunzione di caffè influenza la prevalenza della BPCO attraverso un meccanismo diverso. La maggior parte degli studi sulla caffeina fornisce la prova di un meccanismo che colpisce i polmoni con la diffusione delle cellule di adenocarcinoma attraverso alcune reazioni enzimatiche. Uno studio ha dimostrato che la caffeina colpisce la BPCO e il cancro bronchiale e aumenta il rischio di apnea neonatale nei neonati.
Si ritiene che il meccanismo con cui il thè verde ha un effetto protettivo sulla funzione polmonare non abbia alcuna interazione con il fumo, che ha un effetto negativo sulla funzione polmonare. La catechina, il maggiore polifenolo presente nel thè verde, ha un effetto antiossidante maggiore tramite un meccanismo diretto rimuovendo i radicali liberi (ROS) e chelando gli ioni metallici. Ma agisce anche tramite meccanismi indiretti, agendo da induttore di enzimatici antiossidanti, tramite vie cellulare stressogene. Caratterizzate da questa attività antiossidante, le catechine sono efficaci nella prevenzione di patologie mediate dallo stress ossidativo. Oltre ad altri organi, la catechina può anche ridurre l’infiammazione nel tessuto polmonare. Il consumo di thè è stato positivamente associato ad un minore rischio di diabete e questa è un’informazione interessante, perché gli ultimi studi suggeriscono che tra i pazienti BPCO che non hanno mai fumato o avuto esposizione professionale, la prevalenza di diabete mellito è superiore alla norma.
Non ci sono dati definitivi, ma se il consumo di thè verde può ridurre l’incidenza di diabete e di malattie respiratorie, è auspicabile che la scienza trovi le basi razionali di una tale applicazione, considerando che l’OMS ha dichiarato che le malattie polmonari saranno superiori alle stesse cardiopatie nei prossimi trent’anni. A riprova di quanto esposto è di qualche settimana fa un articolo pubblicato sugli effetti bloccanti in vitro di estratti di thè verde e melograno sulla replicazione del virus SARS-CoV2 dell’attuale pandemia.
- A cura del Dr. Gianfrancesco Cormaci, PhD, specialista in Biochimica Clinica.
Pubblicazioni scientifiche
Min JE et al. Int J Envir Res PH 2020; 17(7):2611.
Bernatoniene J et al. Molecules. 2018; 23:E965.
Oh CM, Oh IH et al. J Nutr 2018 Jan; 148(1):70-76.
Majumder K et al. Sci Food Agric 2016; 96:2303.
Downs CA et al. Biomed Res Int. 2013; 2013:470217.
Cao C, Wang R et al. PLoS ONE. 2012; 7:e43892.

Dott. Gianfrancesco Cormaci

Ultimi post di Dott. Gianfrancesco Cormaci (vedi tutti)
- “Paying attention” to the ADHD/ASD silent side of the mind: focus on depression, anxiety and internalization issues - Gennaio 31, 2023
- Sulla strada innovativa per la lotta alla fibrosi polmonare: nuove start-up, nuovi enzimi, nuove molecole - Gennaio 31, 2023
- Eczema e prurito cronici: le opzioni medicinali, la gestione personale e le ultime novità di cura - Gennaio 30, 2023
- The complex prevalence of breast cancer: from specific genes for ethnias to those that dictate the contralateral disease - Gennaio 26, 2023
- Flash news: perchè alcuni prendono la mononucleosi ed altri invece mai? La scienza scopre il perchè - Gennaio 26, 2023