La nefrolitiasi o calcolosi renale è una condizione medica comune influenzata da molteplici fattori ambientali, compresa la dieta. La nefrolitiasi è nota per essere una condizione medica caratterizzata da un’elevata prevalenza in tutto il mondo. Inoltre, negli ultimi decenni, l’incidenza della nefrolitiasi è in aumento in entrambi i sessi, con conseguente aumento dell’onere economico per i sistemi sanitari. La nefrolitiasi da calcio, in combinazione con ossalato o, meno frequentemente, fosfato è di gran lunga la forma più comune, rappresentando il 75% di tutti i fenotipi di calcoli renali. Al contrario, la prevalenza della nefrolitiasi da acido urico non supera il 10%. Molti fattori influenzano la sovra-saturazione delle urine per l’ossalato di calcio, essendo classificati come promotori o inibitori. Il basso volume di urina dovuto soprattutto allo scarso introito di liquidi, l’elevata escrezione urinaria di calcio, ossalato e urato sono considerati promotori. Inoltre, citrato, magnesio e potassio sono noti per inibire la formazione di calcoli.
In realtà, l’esposizione nutrizionale è probabilmente uno dei fattori più importanti coinvolti nella maggiore frequenza di nefrolitiasi tra la popolazione generale. Inoltre, dovrebbe essere considerata anche la predisposizione genetica. Al giorno d’oggi, è ben noto che i consigli dietetici e le modifiche nutrizionali sono fattori cruciali nella gestione della nefrolitiasi e nella prevenzione delle recidive e, da non dimenticare, nella prevenzione dei disturbi sistemici associati e del rischio cardiovascolare. Nelle recenti linee guida, le terapie dietetiche e mediche per i calcoli renali sono comunemente suddivise in misure preventive generali e indicazioni specifiche basate sul fenotipo. La prima categoria si basa su indicazioni generali e non specifiche per ridurre il rischio di formazione di calcoli in tutti i tipi di calcoli renali, tra cui aumento dell’assunzione di liquidi, calcio, sodio e proteine animali bilanciati, mantenimento di un indice di massa corporea (BMI) sano e aumento dell’assunzione di verdure e fibre.
Tra tutti gli interventi dietetici volti a ridurre il rischio di calcoli renali, l’assunzione di liquidi è uno dei fattori più importanti, essendo direttamente associato all’incidenza di nefrolitiasi: per ogni 200 ml di liquidi consumati al giorno, una riduzione del 13% del rischio di calcoli è stata trovata la formazione. Tuttavia, poiché sul mercato è disponibile un’ampia varietà di bevande, è presumibile che non tutte siano ugualmente protettive. Le bevande gassate e zuccherate, comunemente note come soda, stanno diventando sempre più popolari nella popolazione generale. Sono spesso aggiunte di fruttosio come dolcificante. Il fruttosio può aumentare l’escrezione di calcio, ossalato e acido urico, essendo associato a un rischio più elevato di calcolosi renali. Per quanto riguarda il succo di frutta, il pompelmo e il succo di mela sembrano non avere effetti sul rischio di calcoli. Inoltre, le persone nella più alta categoria di consumo di succo d’arancia hanno un 12% di minore rischio di calcoli, rispetto ai più bassi.
Inoltre, un’assunzione a lungo termine di limonata, composta da 120 ml di succo di limone concentrato diluito in una soluzione da 2 litri, riduce il tasso di formazione di calcoli da 1,00 a 0,13 / anno. Una tale variabilità nell’effetto di diversi tipi di bevande potrebbe essere spiegata dalla loro composizione: per esempio, la caffeina è stata associata a maggiori escrezioni urinarie di potassio e calcio, minore escrezione urinaria di ossalato e aumento del volume urinario. Il succo di limone e arancia hanno un alto contenuto di citrato e basso contenuto di fruttosio, rispetto al succo di mela. Inoltre, nonostante il limone e il succo d’arancia abbiano un contenuto di citrato simile, solo quest’ultimo sembra fornire un carico di alcali, aumentando l’assorbimento netto di alcali intestinali e il pH delle urine. Questa osservazione sottolinea l’importanza del minerale che accompagna il citrato: se è un protone, come nella limonata, potrebbe neutralizzare l’effetto alcalinizzante del citrato.
Il citrato ha un ruolo importante nell’alcalinizzazione urinaria e nell’attività anti-litogena (anti-formazione di calcoli). Ha un’elevata affinità per il calcio, inibendo la cristallizzazione dei cristalli di calcio. Il citrato impedisce inoltre l’aggregazione di cristalli di ossalato di calcio già formati, prevenendo così la formazione di concrezioni e calcoli più grandi. A causa delle loro elevate concentrazioni di citrato di potassio, è stato dimostrato che bere 1,2 litri di succo d’arancia o 2 litri di succo di limone al giorno aumenta l’escrezione urinaria di citrato e riduce il tasso di recidiva di calcoli renali, sia nei soggetti normali che nei formatori di calcoli a base di ossalato. A parte gli agrumi, il citrato è relativamente abbondante anche nella frutta poco o quasi matura. È anche disponibile come integratore sottoforma di sale di magnesio o potassio e può essere aggiunto alla dieta a periodi o in modo ciclico. Senza dimenticare una buona dose di acqua a tavola o fuori dai pasti, ricordando ancora una volta che essa è un fattore centrale nella formazione dei calcoli.
A cura del Dr. Gianfrancesco Cormaci, PhD, specialista in Biochimica Clinica.
Pubblicazioni scientifiche
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Dott. Gianfrancesco Cormaci

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