La spondiloartrite assiale (AxSpA), una forma di artrite dolorosa e debilitante che colpisce l’1% dei canadesi e provoca infiammazione della colonna vertebrale, delle articolazioni, degli occhi, dell’intestino e della pelle. Attualmente contro questa è una malattia devastante, che ha un grave impatto sulla qualità della vita, i medici hanno un arsenale molto scarso. Sebbene diversi trattamenti, comprese le bioterapie, siano stati approvati per AxSpA, quasi il 50% dei pazienti non risponde a nessun trattamento e sviluppa dolore severo e deformità ossee. Ma non è solo la malattia stessa che questi pazienti devono affrontare. Rispetto alla popolazione media, c’è anche un aumento del 60% di probabilità di ictus e un aumento del 30% di eventi cardiovascolari o malattie mentali come la depressione. Quindi, c’è un disperato bisogno di trovare nuovi trattamenti che siano efficaci e coprano tutti i sintomi clinici In un articolo pubblicato oggi sulla rivista Science Translational Medicine, i ricercatori dello Schroeder Arthritis Institute, parte della University Health Network (UHN) di Toronto, hanno fatto una scoperta che potrebbe portare a nuovi trattamenti per questa condizione.
Lo studio si concentra sul ruolo del fattore inibitorio della migrazione dei macrofagi (MIF), che funziona come una proteina che induce una risposta infiammatoria o immunitaria nel corpo. È ben noto per i suoi effetti pro-infiammatori ed è riconosciuto come un regolatore negativo delle azioni immunosoppressive dei glucocorticoidi. In linea con questo, il MIF è stato implicato nello sviluppo di molte malattie infiammatorie acute e autoimmuni, nonché di disordini metabolici infiammatori cronici. Il MIF può agire tramite il suo recettore CD74 e controlla il reclutamento di cellule infiammatorie tramite la segnalazione delle chemochine CXCR2 e CXCR4. Inoltre, il MIF può esercitare effetti proinfiammatori attraverso le sue attività enzimatiche, una è una tautomerasi e l’altra un’ossidoriduttasi. Diverse evidenze sperimentali forniscono indicazioni che il MIF, oltre a regolare l’infiammazione, può anche essere collegato al metabolismo energetico, controllando anche i processi infiammatori e metabolici inclusa la resistenza all’insulina, che porta all’obesità . Fino ad ora, il ruolo che MIF svolge nella progressione della malattia della SpA era però sconosciuto.
In una loro pubblicazione del 2017, i ricercatori hanno scoperto che la concentrazione o l’espressione di MIF è sostanzialmente aumentata nel sangue, nei fluidi articolari e nei tessuti intestinali dei pazienti AxSpA, rispetto a quelli di un diverso tipo di pazienti con artrite o di volontari sani. Nello stesso documento, hanno anche dimostrato che il MIF potrebbe essere coinvolto nella promozione dello sviluppo di nuova formazione ossea. Questi recenti risultati hanno contribuito a consolidare tali risultati e la comprensione del ruolo di MIF nella aXSpA ulteriormente. Il bloccante specifico del MIF, chiamato MIF098, ha prevenuto e limitato con successo l’insorgenza della malattia e lo sviluppo della AxSpA, nel modello preclinico. Il team si concentrerà ora sulla sperimentazione del potenziale di altre terapie mirate alla MIF, che potrebbe portare a trovare un nuovo trattamento. In questo studio, i ricercatori hanno osservato che l’espressione di MIF e del suo recettore CD74 è aumentata nel sangue e nei tessuti dei modelli preclinici; e che i neutrofili dei pazienti secernono concentrazioni più elevate di MIF, rispetto agli individui sani.
Questo, a sua volta, spinge il sistema a causare più infiammazione. Con queste nuove nozioni, i ricercatori sperano di testare l’efficacia dei bloccanti MIF in pazienti con SpA attraverso studi clinici, in cui cercherebbero di determinare la concentrazione ottimale e la frequenza di somministrazione dei farmaci mirati a MIF per gli esseri umani, nonché di studiare potenziali effetti collaterali, per garantire la sicurezza. I farmaci attualmente disponibili non funzionano per la metà di tutti i pazienti con AxSpA. La terapia con FANS e con i cortisonici non è sempre efficace e possono comparire gravi complicanze nel tempo. È interessante sapere che uno dei primi inibitori del MIF scoperti casualmente è il NAPQ, che è un metabolita del paracetamolo ovvero la comune Tachipirina. Il fatto che spesso pazienti non responsivi ai FANS o a gli steroidi, possano trovare sollievo con dosi di paracetamolo di 1-2 gr/die, fa pensare che questo farmaco possa agire anche interferendo sul MIF. Esistono anche delle molecole naturali che interferiscono con l’attività enzimatica del MIF: fra queste gli isoflavoni della soia, i polifenoli della liquirizia e l’acido ellagico.
Questo polifenolo è molto rappresentato in alimenti come il melograno, le fragole, noci e noci pecan, mirtilli rossi, semi d’uva e bacche di goji. Non ci sono studi conosciuti che indichino che queste sostanze abbiano effetto sulla progressione clinica o la gestione dei sintomi della AxSpa. Tuttavia, introdurre questi alimenti con uno stile di vita regolamentato e nel contesto di una dieta antinfiammatoria, può concorrere a condizionare il dolore che è uno dei maggiori sintomi frustranti di questa patologia.
- A cura del Dr. Gianfrancesco Cormaci, PhD, specialista in Biochimica Clinica.
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Dott. Gianfrancesco Cormaci

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