Diverse correnti di pensiero affermano che il perfetto stato di salute di ognuno di noi si può raggiungere solamente attraverso la perfetta efficienza del sistema immunitario. Il nostro corpo è costantemente esposto ad aggressioni esterne, sia infettive che non; le cellule immunitarie sono addestrate a rispondere ad ogni tipo di minaccia e, col loro tempo, lavorano per riportare il sistema in perfetto bilanciamento. È provato che mentre lo stress acuto può stimolare positivamente l’immunità, quello reiterato e grave ha effetti disastrosi, indebolendo la reattività dei globuli bianchi e la loro capacità di produrre anticorpi. Stress cronico può essere anche ansia che trovi radici giustificate o meno. Il dialogo cerebrale tra emotività e sistema immunitario fa parte (assieme a quello endocrino) della psico-neuro-endocrino-immunologia o PNEI, che mette in relazione tutti i sistemi organici con quelli cerebrali, ammettendo che solo il corretto dialogo fra le parti contribuisca al nostro ideale stato di salute.
È interessante il fatto che varie pratiche di meditazione sembrano indurre cambiamenti nella funzione endocrina e di conseguenza essere associate a miglioramenti della salute mentale. Come questo succeda è ancora da delucidare, poiché le associazioni e i meccanismi probabilmente implicano complessi processi neurofisiologici e biochimici. Infatti, aminoacidi come il GABA (il mediatore della calma e del sonno), la dopamina (“ormone dell’iniziativa”), la serotonina (meglio nota come “ormone della felicità”), l’acetilcolina (l’ormone della memoria) ed altri neurotrasmettitori formano una intricatissima rete di dialogo neurochimico. Mentre, però, sono note molte informazioni su come questi mediatori dialogano fra loro, è ancora oscuro come tali “dialoghi” si traducano in effetti visibili per la nostra salute. L’emotività è controllata da questi mediatori e il loro sbilanciamento può condurre a depressione, tristezza, paura, delirio e persino schizofrenia. Gestire le proprie emozioni, perciò, contribuisce alla salute mentale.
La meditazione sta diventando sempre più popolare, con almeno il 15-20% degli adulti che praticano la meditazione come terapia nella parte occidentale del mondo. Una maggiore conoscenza delle interrelazioni tra il sistema endocrino e la meditazione porterà all’identificazione di specifiche pratiche di meditazione che sono di maggior beneficio per la salute e il benessere a vari livelli. Data la moltitudine e la gravità dei problemi di salute legati allo stress persistente, è fondamentale che vengano condotte ulteriori ricerche in questo settore per aiutare a informare le future politiche sanitarie efficaci tra i diversi gruppi, in quanto ciò potrebbe solo portare a enormi benefici per la salute e benefici finanziari con trattamenti più efficaci in atto. Un recente studio negli Stati Uniti ha citato un triplice aumento della pratica della meditazione negli ultimi cinque anni. Gli scienziati stanno cercando di comprendere meglio il legame tra meditazione e migliori risultati sulla salute mentale.
Nonostante la crescente popolarità delle pratiche di meditazione in tutto il mondo per affrontare una serie di problemi di salute, da quelli organici a quelli psicologici, vi sono prove limitate a supporto di questo.Praticamente, mentre l’empirismo e l’esperienza personale sono molto disponibili come dati riferiti, la presenza di dati derivati da studi clinici o sperimentali controllati presenta ancora molte lacune. Mentre lo stress è comune tra tutti ad un certo punto, lo stress persistente può eventualmente contribuire a malattie e malattie mentali. Il sistema endocrino è particolarmente importante nella gestione dello stress, ma il funzionamento del sistema endocrino e il benessere sono stati poco studiati. Recentemente la ricerca ha esaminato un gran numero di studi precedenti e ha analizzato l’impatto della meditazione su numerosi ormoni legati allo stress. Lo studio, ha trovato una connessione tra la meditazione, il sistema endocrino e la salute e il benessere.
Anche attraverso la revisione esauriente della letteratura scientifica esistente, gli esperti hanno evidenziato che esiste un chiaro legame tra meditazione e controllo delle reazioni indotte dallo stress. Ci si è concentrati su come la meditazione ha influenzato il sistema endocrino e una serie di sistemi interconnessi che regolano lo stress come l’asse ipotalamo-ipofisi-surrene (HPA), l’ipotalamo-ipofisi-tiroide (HPT) e l’asse Renina-Angiotensina-Aldosterone (RAA). Questo lavoro mostra che la meditazione influenza la regolazione dell’asse HPA, che può ridurre i livelli di stress. Il cortisolo è uno degli ormoni centrali dello stress. Le sue concentrazioni elevate e costanti a causa di una situazione esterna, emotiva, lavorativa o personale, hanno chiari effetti negativi sulla reattività immunitaria e sulle cellule cerebrali. È il principio per cui i farmaci steroidi usati nelle infiammazioni croniche e nelle malattie autoimmmuni hanno come effetto quello di sopprimere il sistema immunitario.
Parimenti, questi farmaci compromettono la rete neurale della formazione delle memorie a livello dell’ippocampo, un’area cerebrale particolarmente studiata per quanto riguarda la memoria umana. Un altro risultato chiave è stato collegato all’asse HPT, che determina e regola la produzione degli ormoni tiroidei (T3 e T4) ed è particolarmente associato alla depressione e all’ansia. Gli ormoni tiroidei sono effettivamente ridotti nel sangue dei pazienti depressi, mentre l’iperattivazione della tiroide (ipertiroidismo) è associata all’ansia. I risultati indicano che la meditazione e lo yoga hanno influenzato l’asse HPA in varia misura. Il sistema RAA regola la pressione sanguigna, gli elettroliti e l’equilibrio dei liquidi. Sebbene la portata della ricerca sia attualmente limitata, sembra che la meditazione possa anche influenzare il sistema RAA, corrispondente a un migliore benessere e cambiamenti nello stress ormonale. Non c’è dubbio che la neurochimica qui è fortemente coinvolta.
L’aldosterone, l’ormone che fa riassorbire re il sodio e aumentare la pressione sanguigna, risente della meditazione, del training autogeno e della pratica yoga. Nonostante gli ormoni peptidici, altri neurotrasmettitori cardine come la dopamina, la serotonina e il GABA sono coinvolti nel fenomeno. Studi precedenti si sono concentrati sul ruolo del GABA, poiché sopprime eccessive correnti neuronali e quindi comportamenti come panico, ansia e dimenticanza. Un articolo molto recente ha osservato come il GABA cerebrale lavora centralmente per le pratiche di consapevolezza e yoga. Invero, tutti i farmaci ansiolitici più usati (come le notissime benzodiazepine) funzionano incentivando i recettori cerebrali per il GABA. Ma, come detto prima, il GABA dialoga con molti altri mediatori cerebrali. E’ necessario comprendere prima le meraviglie di questo secondo universo chiamato cervello.
- A cura del Dr. Gianfrancesco Cormaci, PhD, specialista in Biochimica Clinica.
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Dott. Gianfrancesco Cormaci

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