Il diabete gestazionale è una forma di diabete che si manifesta durante la gravidanza e, nella maggior parte dei casi, scompare di nuovo (almeno temporaneamente) subito dopo la nascita. Si presume che in Austria, come nel resto d’Europa, ogni settima donna incinta ne sia colpita. Sfortunatamente, non sono disponibili dati precisi, perché i dati della carta di maternità raccolti in tutto il paese non sono ancora valutati a livello centrale. Le stime suggeriscono che circa un terzo delle donne colpite sia anche obeso. Uno dei maggiori fattori di rischio è l’obesità nella futura madre. L’aumento ponderale correlato alla gravidanza raccomandato per le donne obese è di 5-9 kg, ma molte donne superano di gran lunga queste raccomandazioni. L’ipotesi che ridurre al minimo l’aumento di peso nelle donne in gravidanza obese sia vantaggiosa per evitare il diabete gestazionale è stata confermata da uno studio condotto dalla Divisione di Endocrinologia e Metabolismo di MedUni Vienna.
In effetti, potrebbe anche essere dannoso per la madre e il nascituro limitare l’assunzione di carboidrati durante la gravidanza. Al fine di esplorare le possibilità e gli indicatori per evitare il diabete gestazionale nelle donne obese, gli interventi sullo stile di vita nutrizionale che hanno coinvolto 436 donne sono stati valutati come parte del progetto europeo DALI (Vitamina D e Intervento sullo stile di vita per il Diabete Gestazionale). Il progetto prevedeva di istruire un gruppo di donne in gravidanza obese a cambiare la loro dieta e ad attenersi a cinque misure di stile di vita: ridurre l’assunzione di bevande analcoliche, ridurre l’assunzione di carboidrati e grassi rapidamente assorbiti e aumentare l’assunzione di proteine e fibre alimentari. Il gruppo di controllo non ha apportato modifiche alle loro abitudini alimentari. Un secondo gruppo di donne svolgeva regolarmente un’attività fisica e riceveva consigli corrispondenti. Il gruppo di controllo non ha fatto esercizio fisico.
Anche se l’aumento ponderale di quelle donne che seguivano il consiglio dietetico era più piccolo, mostravano anche alti livelli di glicemia a digiuno e un più alto livello di sostanze nel sangue derivante da una maggiore ripartizione dei grassi e corpi chetonici. Questo era anche correlato con l’assunzione ridotta di carboidrati. Livelli più alti di acidi grassi liberi sono stati trovati anche nel sangue dei neonati. Non sono stati trovati cambiamenti in questi markers metabolici negli altri gruppi. Tuttavia, secondo lo studio, l’aumento dell’attività fisica è stato altrettanto infruttuoso nel prevenire il diabete gestazionale come pure l’integrazione con vitamina D. In sintesi, si può concludere che gli interventi nutrizionali hanno un’influenza significativa sul metabolismo materno e infantile. Tuttavia, limitare i carboidrati nelle donne obese in gravidanza provoca simultaneamente una maggiore ripartizione dei grassi e il rilascio di acidi grassi liberi nel sangue sia della madre che del bambino.
Dato che la salute della flora intestinale è qualcosa che quasi tutti i diabetici non hanno, ed è anche provato che la gravidanza cambia profondamente la sua composizione, adesso si capisce perché una dieta bilanciata e un intestino regolare potrebbero aiutare a superare il problema o ad evitarne il rischio. Quando si confrontano i cambiamenti nei diversi trimestri, in aggiunta, è importante considerare i cambiamenti ormonali che si verificano durante la gravidanza. Durante una gravidanza normale sia i livelli di progesterone che di estrogeni aumentano drasticamente, soprattutto nel secondo trimestre. Pertanto, questi ormoni potrebbero contribuire alla disbiosi del microbiota intestinale nel secondo trimestre. Assumere fermenti lattici in gravidanza non è affatto controindicato; al contrario, possono aiutare a mantenere una buona regolarità, stabilizzare il sistema immunitario locale e aiutare la madre nell’apporto di vitamine per sé stessa e per il bambino.
Il microbiota intestinale, infatti, può sintetizzare alcune vitamine del gruppo B e la vitamina K utile alla coagulazione e alle ossa. Sono disponibili in commercio molte varietà di preparazioni probiotiche; per una maggiore equilibrio intestinale è preferibile scegliere quelle con numerosi ceppi (più di 3), mentre quelle a singolo ceppo sono sconsigliate per la possibilità orientare il microbiota a insediare un solo ceppo. L’assunzione di una bustina/fialetta al giorno, meglio se lontana dai pasti, può essere cominciata nell’ultimo trimestre di gravidanza dove c’è il maggior effetto di pressione sulle anse intestinali. Anche se non si riesce a coprire tutto il trimestre, l’assunzione a giorni alterni o almeno nei primi 4-5 mesi può far abituare meglio l’intestino alla sua regolarità. Non è un controsenso assumere probiotici per correggere eventualmente il diabete gestazionale. Le prove che il sovvertimento della flora batterica intestinale è uno dei passaggi più precoci per la comparsa del diabete della “pillola” sono ormai note da tempo.
Poiché il microbiota intestinale può contribuire ai cambiamenti metabolici durante la gravidanza, è possibile che un microbiota intestinale sbilanciato contribuisca a cambiamenti metabolici indesiderati osservati nel diabete gestazionale. Anche l’attività fisica rientra fra le raccomandazioni mediche dei diabetici. Questo perché è dimostrato che l’esercizio regolare in questi pazienti li aiuta a stabilizzare la glicemia. E senza bisogno di ricorrere a palestre o grandi macchinari: anche una camminata di 40-45 minuti al giorno fa già il suo effetto. E’ chiaro che per la donna in gravidanza avanzata, tutto questo lasso di tempo può risultare pesante da fare in un’unica tirata, ma se spezzato dopo i pasti può avere lo stesso effetto. In definitiva, lo stile di vita materno e la sedentarietà sembrano i fattori determinanti per la migliore gestione del diabete nella madre in gravidanza, sia che sia preesistente che conseguente alla gestazione.
Dunque, il messaggio pratico di questa redazione per le donne future mamme è: “Se siete a rischio di diabete in gravidanza, o perché vostra madre o un a zia o una parente lo ha avuto prima di voi, non rinunciate a mettere il giusto peso, le giuste calorie e soprattutto il giusto nutrimento. Non è così che si evita la comparsa del diabete quando sarete incinte, poiché non è l’introito di carboidrati o il peso che si metterà a comandare il processo. Rischiate di danneggiare lo sviluppo del bambino, sottraendogli preziosi principi nutritivi necessari alla sua formazione. Tenete, piuttosto, una condotta o stile di vita più salutari possibili, ovvero: dieta variata ed equilibrata, una costante idratazione, abolite completamente il fumo di sigaretta e se ci sono problemi di regolarità intestinale, correggerli in modo naturale ma efficace. Non dimenticate, infatti, che chi avete in pancia grava sul vostro intestino e la flora batterica intestinale questo lo percepisce”.
- A cura del Dr. Gianfrancesco Cormaci, PhD, specialista in Biochimica Clinica.
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Pubblicazioni scientifiche
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Dott. Gianfrancesco Cormaci

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