Il disturbo dello spettro autistico comprende una serie di situazioni mediche correlate all’autismo e può beneficiare sintomaticamente di pochissime opzioni farmacologiche. Fra queste ci sono la memantina, il risperidone e il lurasidone. Alcuni dei sintomi più comuni nell’ASD coinvolgono difficoltà con l’interazione sociale e la comunicazione. Sebbene i trattamenti farmacologici per i sintomi principali dell’ASD non siano attualmente disponibili, un farmaco esistente e non correlato a questa condizione potrebbe fornire un nuovo trattamento? Questa è stata la domanda posta da un nuovo studio sulla rivista Frontiers in Pharmacology. I ricercatori hanno utilizzato un modello computerizzato che comprende le proteine coinvolte nell’ASD e il modo in cui interagiscono. Osservando il modo in cui i diversi farmaci hanno influenzato le proteine nel sistema, hanno identificato potenziali candidati per trattarlo. Un farmaco comunemente usato chiamato loperamide era il candidato più promettente e i ricercatori hanno un’ipotesi interessante su come potrebbe funzionare per trattare i sintomi dell’ASD.
Nel tentativo di trovare un nuovo modo per trattare l’ASD, gli scienziati si sono rivolti al riutilizzo dei farmaci (drug repurposing strategy), che implica l’esplorazione dei farmaci esistenti come potenziali trattamenti per una condizione diversa. L’approccio ha molti vantaggi, poiché spesso esiste una vasta conoscenza dei farmaci esistenti in termini di sicurezza, effetti collaterali e molecole biologiche con cui interagiscono nel corpo. Per identificare nuovi trattamenti per l’ASD, i ricercatori hanno utilizzato una rete di interazione proteica computerizzata, che comprende le proteine e le complesse interazioni tra di esse. È importante tenere conto di questa complessità quando si studiano i sistemi biologici, poiché l’influenza di una proteina può spesso avere effetti a catena altrove. I ricercatori hanno costruito una rete di interazione proteica che includeva proteine associate all’ASD. Studiando i farmaci esistenti e la loro interazione con le proteine nella rete, il team ha identificato diversi candidati che contrastano il processo biologico alla base dell’ASD.
Il farmaco più specifico dello screening è risultato la loperamide, che è comunemente usato contro la diarrea. Sebbene possa sembrare strano che un farmaco antidiarroico possa trattare i sintomi principali dell’ASD, i ricercatori hanno sviluppato un’ipotesi su come potrebbe funzionare. La loperamide si lega e attiva il recettore μ-oppioide, che è normalmente influenzato da farmaci come la morfina. Insieme agli effetti normalmente attesi da un farmaco oppioide, come il sollievo dal dolore, il recettore μ-oppioide influisce anche sul comportamento sociale. In studi precedenti, topi geneticamente modificati privi del recettore μ-oppioide hanno mostrato deficit sociali simili a quelli osservati nell’ASD. E i farmaci che attivano il recettore μ-oppioide hanno contribuito a ripristinare i comportamenti sociali. E’ noto da tempo che i bambini con autismo e o forme di ASD hanno un buon 60% di disturbi intestinali possibilmente comprendenti la colite psicosomatica ed altre forme di cattiva motilità intestinale, con possibile presenza alternata di stipsi o diarrea.
Coincidentemente, questa ipotesi formulata trova parziale conferma nel fatto che è stato spesso raccomandato ai pazienti con autismo o ASD di evitare l’introito alimentare di latte, latticini e prodotti a base di frumento. Questo perché è noto da diversi decenni che la digestione parziale delle proteine del latte e del glutine dà origine a frammenti (peptidi) che hanno analogia di sequenza con le endorfine endogene. Queste sostanze controllano fenomeni come il dolore, aspetti del comportamento e regolano il sistema immunitario. Dal latte derivano morfinoidi come la casomorfina e le lactorfine, mentre le proteine del glutine generano gluteomorfine e gliadorfine. Fra queste ultime, la gliadorfina-7 attraversa la barriera ematoencefalica ed esercita effetti diretti sul cervello. Tutte loro si legano a a vari recettori oppiodi ed è comprovato che se ai pazienti/bambini autistici si fa seguire una dieta gluten-free e milk-free, spesso hanno un notevole miglioramento del comportamento, sia a livello di aggressività che di interazione sociale.
Inoltre, c’è da considerare che la scienza e la clinica hanno prove sul fatto che i bambini o i pazienti autistici hanno una chiara disbiosi, a livello intestinale ma anche nel microbiota della bocca. Per quest’ultimo caso non si ha ancora chiarezza sul suo significato, ma per la disbiosi dell’intestino potrebbe certamente influire sulla chimica cerebrale di questi bambini. Forse qualche sostanza elaborata dai batteri prevalenti nella disbiosi attiva i recettori oppiodi in modo analogo alle lactorfine/gliadorfine alimentari, ma non si hanno prove a carico. I risultati di quest’ultima ricerca, per contro evidenziano la possibilità allettante che la loperamide, o altri farmaci che prendono di mira il recettore μ-oppioide, possano rappresentare un nuovo modo per trattare i sintomi sociali dell’ASD, ma sono necessari ulteriori lavori per testare questa ipotesi. Non si hanno nemmeno prove se la loperamide possa in qualche modo influenzare il microbiota intestinale, così come avviene per buona parte dei farmaci comuni che vengono assunti quotidianamente.
- A cura del Dr. Gianfrancesco Cormaci, PhD, specialista in Biochimica Clinica.
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Pubblicazioni scientifiche
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Dott. Gianfrancesco Cormaci

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