Il miele è stato usato in medicina in diversi metodi tradizionali di trattamento per migliaia di anni. Possiede dei componenti con naturale potere antibatterico e anche antifungino, andando da polifenoli ad enzimi prodotti dalle api e presenti nel polline dei fiori. Fra le centinaia di tipologie di miele disponibili, il miele di Manuka è un agente antimicrobico naturale derivato dal Leptospermum spp., che è stato usato per molti decenni con grande successo nel trattamento delle ferite superficiali, in particolare quelle infette da Pseudomonas e Staphylococcus. Sono stati compiuti diversi studi su questo miele; uno di essi, pubblicato nel 2019 ha indagato il suo effetto contro le infezioni respiratorie opportunistiche nei pazienti affetti da fibrosi cistica. In un recente studio pubblicato sulla rivista Microbiology, i ricercatori hanno dimostrato che l’incorporazione del miele di Manuka nel trattamento antibiotico nebulizzato potrebbe combattere efficacemente le infezioni respiratorie dovute al Mycobacterium abscessus, offrendo una nuova strategia terapeutica contro questo batterio.
Questo è un patogeno opportunista che causa infezioni letali dell’apparato respiratorio, della pelle e dei tessuti molli in pazienti con patologie polmonari preesistenti, come la fibrosi cistica e le bronchiectasie. È intrinsecamente resistente ai farmaci, il che rende difficile il trattamento e la gestione delle infezioni polmonari aggressive causate da esso. La terapia farmacologica contro M. abscessus è molto simile a quella della regolare tubercolosi da M. tubercuolsis e dura più di un anno. Inoltre provoca gravi effetti collaterali, tra cui nausea, vomito, tossicità epatica e midollare (trombocitopenia e leucopenia). Considerate le precedenti ricerche sul miele di Manuka contro certe infezioni polmonari, i ricercatori hanno pensato di sondare il suo effetto su questa infezione. Il miele di Manuka, possiede attività antimicrobica dovuta ad un’aldeide reattiva chiamata metil-gliossale (MGO). Gli scienziati hanno preparato soluzioni microbiologicamente sterili di questo miele e le hanno usate singolarmente o unite all’amikacina come liquido da nebulizzare.
L’amikacina è un antibiotico di scelta contro il M. abscessus, dei quali gli scienziati hanno già identificato almeno una decina di ceppi resistenti che si stanno diffondendo a livello globale. Nel presente studio, i ricercatori hanno esaminato quattro campioni di miele di manuka, ciascuno con una diversa classificazione MGO, MGO40, MGO55, MGO70 e MGO83. Tutti e quattro i gradi MGO di miele di manuka hanno inibito M. abscessus, con MGO83 che mostra concentrazioni minime inibitorie (MIC) migliorate sopra MGO40. Entrambi questi campioni avevano la migliore concentrazione battericida minima (MBC). Inoltre, il miele di manuka ha mostrato attività battericida contro il ceppo NCTC 13031 e 16 isolati clinici resistenti ai farmaci. Ancora più importante, una maggiore resistenza ai farmaci degli isolati clinici non ha influenzato l’efficacia del trattamento con miele. Questo indica che mentre l’attività antimicrobica del miele di manuka era attribuibile all’MGO, i suoi componenti attivi lavoravano insieme per superare i meccanismi stessi di resistenza ai farmaci.
L’effetto con l’amikacina è stato sinergico, e questo è importante perché nel lungo raggio questo antibiotico può avere importanti effetti collaterali come dispnea e le classiche tossicità renale e per l’apparato uditivo possedute dai suoi cugini aminoglicosidi come streptomicina, tobramicina e kanamicina. I ricercatori non hanno ancora dati per la concentrazione massima del liquido di rivestimento epiteliale del miele nebulizzato. Ritengono che l’MGO (nel miele di manuka) consenta una più facile penetrazione dell’amikacina nella membrana cellulare esercitando una forzatura, che accelererebbe l’inibizione della sintesi proteica del batterio. In particolare, MG055 ha generato la massima riduzione del dosaggio di amikacina richiesta. Questo campione di miele con amikacina ha mostrato un’eccezionale attività anti-micobatterica in un modello di inalazione in vitro. Pertanto, con ogni probabilità, abbassare il dosaggio dell’amikacina usando il miele di manuka ridurrebbe questi effetti collaterali.
In questo modo, il miele inalato/nebulizzato potrebbe essere un’opzione di trattamento promettente per le infezioni polmonari da M. abscessus. Queste, come quelle da Pseudomonas e Klebsiella, prendono di mira i pazienti con fibrosi cistica, ma le infezioni da micobatteri atipici sono anche frequentemente a carico di pazienti con HIV, come infezioni cutanee e dei tessuti molli nei pazienti immunodepressi o trapiantati, che coprono una buona fetta della clinica infettivologica attuale.
- A cura del Dr. Gianfrancesco Cormaci, PhD, specialista in Biochimica Clinica.
Pubblicazioni scientifiche
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Dott. Gianfrancesco Cormaci

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