L’alcolismo è un severo problema di salute e sanità pubblica che conduce non solo a centinaia d migliaia di decessi l’anno per gli effetti diretti, ma soprattutto per quelli indiretti legati agli effetti sul sistema nervoso e cardiocircolatorio. Per il suo trattamento, sono stati introdotti in passato svariate opzioni farmacologiche. Fra queste ci sono naltrexone, nalmefene, baclofen, acamprosato e topiramato. Attualmente non ci sono prove certe che il trattamento farmacologico possa controllare il consumo di alcol con in pazienti con dipendenza da alcol o disturbo da consumo di alcol. Alcuni trattamenti mostrano un’efficacia da bassa a media nel ridurre il consumo di alcol in una serie di studi con un alto rischio di bias. Nessuno dimostra alcun beneficio sugli esiti di salute. I confronti indiretti hanno suggerito che il topiramato era superiore agli altri, ma il suo profilo di sicurezza è noto essere scarso. Questo indica che sono necessari altri sforzi sull’identificazione di opzioni efficaci per trattare la dipendenza dagli alcolici.
Precedenti ricerche hanno dimostrato che i recettori dei mineralcorticoidi, che si trovano in tutto il cervello e in altri organi e aiutano a regolare l’equilibrio di liquidi ed elettroliti nel corpo, potrebbero svolgere un ruolo nell’uso e nel desiderio di alcol. La ricerca preclinica suggerisce che una maggiore segnalazione del recettore dei mineralcorticoidi contribuisce ad aumentare il consumo di alcol. L’attuale studio ha cercato di espandere questa linea di ricerca testando lo spironolattone, un farmaco con molteplici azioni, incluso il blocco dei recettori dei mineralcorticoidi. Lo spironolattone è usato nella pratica clinica come diuretico e per trattare condizioni come problemi cardiaci e ipertensione. In esperimenti condotti su modelli di topi e ratti di consumo eccessivo di alcol, i ricercatori del NIAAA e NIDA guidati dal co-autore senior Leandro Vendruscolo, PhD del NIDA, hanno scoperto che l’aumento delle dosi di spironolattone ha ridotto il consumo di alcol nei maschi e femmine, senza causare problemi di movimento o di coordinazione, e senza compromettere l’assunzione di cibo o acqua.
Lo spironolattone ha ridotto in modo dose-dipendente l’assunzione di soluzioni alcoliche zuccherate o non zuccherate nei topi maschi e femmine. Non sono stati osservati effetti dello spironolattone sul consumo di una soluzione dolce senza alcol, assunzione di cibo o acqua, coordinazione motoria, atassia indotta da alcol o livelli di alcol nel sangue. Lo spironolattone ha ridotto in modo dose-dipendente l’auto-somministrazione di alcol operante in ratti maschi e femmine dipendenti e non dipendenti. Negli esseri umani, è stata osservata una maggiore riduzione del consumo di alcol tra coloro che hanno ricevuto spironolattone, rispetto agli individui abbinati che non l’hanno ricevuto. In uno studio parallelo di collaborazione condotto dalla Dr.ssa Amy C. Justice, PhD della Yale School of Medicine, hanno esaminato le cartelle cliniche di un ampio campione di persone del sistema sanitario degli Stati Uniti Veterans Affairs, per valutare i potenziali cambiamenti nel consumo di alcol dopo che lo spironolattone è stato prescritto per le sue attuali indicazioni cliniche (ad es. ipertensione o cardiopatia).
E’ stata trovata un’associazione significativa tra il trattamento con spironolattone e la riduzione del consumo di alcol auto-riferito. Da notare, gli effetti maggiori sono stati osservati tra coloro che hanno riferito di un consumo episodico pericoloso/pesante di alcol, prima di iniziare il trattamento col farmaco. La Dr.ssa Nora Volkow, direttrice del NIDA, ha espresso la sua soddisfazione: “Questi sono risultati molto incoraggianti. Nel loro insieme, il presente studio sostiene la conduzione di studi randomizzati e controllati sullo spironolattone nelle persone con disturbo da consumo di alcol per valutare ulteriormente la sua sicurezza e potenziale efficacia in questa popolazione, nonché un lavoro aggiuntivo per capire come lo spironolattone possa ridurre il consumo di alcol. Proprio come per qualsiasi altra condizione medica, le persone con disturbi da uso di sostanze meritano di avere a disposizione una gamma di opzioni terapeutiche. E questo studio è un passo entusiasmante per espandere i farmaci per le persone con disturbo da consumo di alcol. Inoltre, dobbiamo affrontare lo stigma e altre barriere che impediscono a molte persone con disturbo da consumo di alcol di accedere ai trattamenti che abbiamo già a disposizione”.
- A cura del Dr. Gianfrancesco Cormaci, PhD, specialista in Biochimica Clinica.
Pubblicazioni scientifiche
Farokhnia M, Rentsch CT et al. Mol Psychiatry 2022 Sep 20.
Heilig M et al. Neuropsychopharmacology 2021; 46:1715–1723.
Wingenfeld K, Otte C. Psychoneuroendocrinol 2019; 105:25–35.
Makhijani VH et al. Pharmacol Biochem Behav. 2018; 175:10–18.

Dott. Gianfrancesco Cormaci

Ultimi post di Dott. Gianfrancesco Cormaci (vedi tutti)
- Eczema e prurito cronici: le opzioni medicinali, la gestione personale e le ultime novità di cura - Gennaio 30, 2023
- The complex prevalence of breast cancer: from specific genes for ethnias to those that dictate the contralateral disease - Gennaio 26, 2023
- Flash news: perchè alcuni prendono la mononucleosi ed altri invece mai? La scienza scopre il perchè - Gennaio 26, 2023
- Lipotossicità: la nuova strategia molecolare contro il cancro cerebrale resistente alla radioterapia? - Gennaio 26, 2023
- Varianti Kraken e Orthrus alla riscossa dopo le festività: con l’australiana compartecipe ultima al banchetto - Gennaio 26, 2023