Nitriti e nitrati si trovano naturalmente nell’acqua e nel suolo e sono comunemente ingeriti dall’acqua potabile e da fonti alimentari. Sono anche usati come additivi alimentari per aumentare la durata di conservazione, principalmente nelle carni lavorate, per aumentare la durata di conservazione e per evitare la crescita batterica. Studi sperimentali hanno suggerito sia i benefici che gli effetti dannosi dell’esposizione a nitriti e nitrati sull’insorgenza del diabete di tipo 2, ma mancano dati epidemiologici e clinici. Alcune autorità sanitarie pubbliche hanno chiesto di limitare l’uso di nitriti e nitrati come additivi alimentari, poiché originariamente sono stati incriminati come possibili agenti cancerogeni. Tuttavia, il ruolo dei nitriti e dei nitrati alimentari nella disfunzione metabolica e nel diabete di tipo 2 nell’uomo rimane inesplorato. Una pubblicazione di studio appena pubblicata sulla rivista PLoS Medicine dai ricercatori del Nutritional Epidemiology Research Team di Inserm, INRAE e l’Università Sorbona di Parigi, suggerisce un’associazione tra l’esposizione alimentare ai nitriti e il rischio di diabete di tipo 2.
Per studiare la relazione tra l’esposizione alimentare ai nitriti/nitrati e il rischio di diabete di tipo 2, i ricercatori hanno consultato i dati raccolti da 104.168 partecipanti nella potenziale coorte NutriNet-Santé. Lo studio NutriNet-Santé è uno studio di coorte in corso, basato sul web, avviato nel 2009. I partecipanti di età pari o superiore a 15 anni hanno riportato autonomamente la loro storia medica, il sociodemografico, la dieta, lo stile di vita e i principali aggiornamenti sulla salute. I ricercatori hanno utilizzato un’esposizione dettagliata ai nitriti/nitrati, derivata da diversi database e fonti, e quindi hanno sviluppato modelli statistici per analizzare le informazioni sulla dieta auto-riportate con i risultati sulla salute. I ricercatori hanno scoperto che i partecipanti alla coorte NutriNet-Santé che riportavano una maggiore assunzione di nitriti in generale (e in particolare da additivi alimentari e fonti non di additivi) avevano un rischio maggiore di sviluppare il diabete di tipo 2. Non c’era alcuna associazione tra nitrati e rischio di diabete di tipo 2 e i risultati non hanno supportato alcun potenziale beneficio per nitriti o nitrati nella dieta.
Lo studio presentava diversi limiti e sono necessarie ulteriori ricerche per convalidare i risultati. I dati sono stati auto-riportati e i ricercatori non hanno potuto confermare l’esposizione specifica a nitriti/nitrati utilizzando biomarcatori a causa delle sfide biologiche sottostanti. Inoltre, le persone nella demografia e nei comportamenti della coorte potrebbero non essere generalizzabili al resto della popolazione: la coorte includeva un numero maggiore di individui più giovani, più spesso donne, che mostravano comportamenti più sani. Il confondimento residuo può anche aver influito sui risultati come risultato del disegno osservazionale dello studio. Secondo gli autori, questi dati forniscono una nuova prova nel contesto delle attuali discussioni sulla necessità di una riduzione dell’uso di additivi nitriti nelle carni trasformate da parte dell’industria alimentare; e potrebbero supportare la necessità di una migliore regolamentazione della contaminazione del suolo da fertilizzanti. Nel frattempo, diverse autorità sanitarie in tutto il mondo raccomandano già ai cittadini di limitare il consumo di alimenti contenenti nitrito di sodio.
- A cura del Dr. Gianfrancesco Cormaci, PhD, specialista in Biochimica Clinica.
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Pubblicazioni scientifiche
Srour B et al. PLoS Medicine 2023 Jan; 20(1):e1004149.
Chazelas E et al. Int J Epidemiol. 2022; 51(4):1106-1119.

Dott. Gianfrancesco Cormaci

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