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La cannella come mezzo naturale per incentivare la perdita di grasso: un’indagine molecolare

La cannella ha diversi benefici per la salute, tra cui proprietà antinfiammatorie e regolazione del glucosio nel sangue. Diversi studi, infatti, hanno riportato che la cannella riduce il rischio di vari tumori. La cannella è popolare come spezia, nutrizione e medicina tradizionale. Le diete integrate con cannella hanno effetti antibatterici, antiossidanti, antidiabetici, antinfiammatori e antitumorali. Sebbene numerosi studi abbiano esaminato gli effetti della cannella sul diabete e sui disturbi insulinici, la ricerca sul suo impatto sull’obesità è limitata. L’obesità è causata dall’accumulo di grasso dovuto a modelli alimentari non salutari, routine del sonno non regolamentate e scarsa attività fisica. La differenziazione degli adipociti è altamente correlata all’obesità attraverso la produzione e l’accumulo di grasso.

Per molti anni la cannella e i suoi derivati sono stati utilizzati nella medicina tradizionale per trattare il diabete, l’obesità e altre malattie metaboliche. L’acido trans-cinnamico (tCA) è uno dei componenti attivi della cannella. Alla cannella sono stati attribuiti numerosi benefici per la salute e l’estratto di cannella è stato venduto commercialmente per trattare il diabete e altre sindromi metaboliche. Nonostante molti rapporti sui ruoli benefici della cannella e dei suoi derivati nell’obesità, non c’è né consenso sui costituenti bioattivi della cannella che guidano questi effetti né sui percorsi molecolari responsabili dei suoi benefici. Uno studio appena pubblicato ha indagato gli effetti molecolari degli estratti di cannella sul comportamento cellulare, sull’espressione delle proteine degli adipociti e sugli effetti metabolici di topi nutriti con dita regolare o ricca di grassi.

I test di vitalità cellulare hanno indicato che le concentrazioni di estratto di cannella pari o inferiori a 10 µg/ml non erano citotossiche. Inoltre, il trattamento dei pre-adipociti 3T3-L1 con 10 µg/ml di cannella ha inibito significativamente la loro differenziazione in cellule mature e aumentato l’espressione genica del recettore PPAR-gamma, della leptina, dell’adiponectina e della carnitina palmitoil-transferasi 1 (CPT-1). Questa dose elevata ha anche ridotto l’espressione dei geni della sintasi degli acidi grassi (FAS), dell’acetil coenzima A carbossilasi (ACC) e della del fattore di trascrizione SREBP-1c. I livelli di proteina chinasi AMPK-alfa aumentavano con la dose di trattamento. I gruppi dietetici con integrazione di cannella erano associati ad un aumento di peso significativamente inferiore rispetto ai gruppi dietetici senza integrazione di cannella.

Non sono state riscontrate differenze nell’assunzione di cibo tra i gruppi durante l’intervento. L’integrazione di cannella ha inibito l’accumulo di lipidi, ridotto l’espressione dei geni dell’adipogenesi e aumentato la lipolisi nelle cellule 3T3-L1. Inoltre, i livelli di VLDL-C erano ridotti, mentre i livelli di HDL-C aumentavano con l’integrazione di cannella, il che conferma gli effetti anti-dislipidemia. La lipolisi è stata indotta anche nei topi alimentati con una dieta ricca di grassi integrata con cannella. I topi nel gruppo con dieta ricca di grassi avevano il peso del grasso addominale più elevato. Il gruppo grassi-elevati aveva livelli più elevati di trigliceridi, colesterolo totale, LDL e VLDL rispetto ai topi alimentati con dieta regolare; tuttavia, non sono state riscontrate differenze significative nei livelli di colesterolo HDL.

L’attività della lipasi epatica solubile è diminuita significativamente nei topi alimentati con dieta grassa, mentre l’attività della lipasi nel grasso bruno è stata più bassa nel gruppo HF. Il gruppo con dieta ricca di cannella ha mostrato un’attività lipasica epatica e del grasso bruno sostanzialmente più elevata e dimensioni del tessuto adiposo e addominale significativamente più piccole rispetto al gruppo trattato con dieta grassa. L’analisi delle proteine cellulari ha dimostrato che i livelli di ACC fosforilata erano più bassi nei topi alimentati con dieta grassa; e significativamente più alti nei topi alimentati con cannella. L’espressione della CPT-1 era più alta nei topi alimentati con dieta regolare e quella di FAS era più alta nei topi alimentati con dieta grassa.

I risultati dello studio illustrano che l’integrazione dell’estratto di cannella inibisce la sintesi e l’accumulo di lipidi, e promuove al contrario la loro degradazione. Vale la pena considerare che la cannella è commercialmente molto disponibile, è usata come spezia su dolciumi ed è gradita da molte persone sebbene non tutte. Considerato che ha un effetto ipoglicemizzante abbastanza spiccato, l’unico accorgimento da usare nella sua assunzione è il controllo della glicemia; ancora di più se si è affetti da diabete sotto trattamento farmacologico. Ragione in più per parlarne col proprio medico.

  • A cura del Dr. Gianfrancesco Cormaci, PhD, specialista in Biochimica Clinica.

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Dott. Gianfrancesco Cormaci
Dott. Gianfrancesco Cormaci
Laurea in Medicina e Chirurgia nel 1998, specialista in Biochimica Clinica dal 2002, ha conseguito dottorato in Neurobiologia nel 2006. Ex-ricercatore, ha trascorso 5 anni negli USA alle dipendenze dell' NIH/NIDA e poi della Johns Hopkins University. Guardia medica presso la casa di Cura Sant'Agata a Catania. In libera professione, si occupa di Medicina Preventiva personalizzata e intolleranze alimentari. Detentore di un brevetto per la fabbricazione di sfarinati gluten-free a partire da regolare farina di grano. Responsabile della sezione R&D della CoFood s.r.l. per la ricerca e sviluppo di nuovi prodotti alimentari, inclusi quelli a fini medici speciali.

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