sabato, Luglio 27, 2024

Uso di contraccettivi nell’artrite reumatoide: possono servire a mitigare la condizione?

L’artrite reumatoide (AR) è una condizione infiammatoria autoimmune che è quattro volte più diffusa nelle donne di età inferiore ai 50 anni rispetto agli uomini nella stessa fascia di età ed è due volte più comune nelle donne di età superiore ai 60 anni. Rispetto ai maschi, l’artrite reumatoide è più aggressiva nelle donne e la prognosi è peggiore. L’età massima di insorgenza dell’artrite reumatoide tra le donne è di 45-55 anni, corrispondente a un calo degli estrogeni quando le donne entrano tipicamente in un periodo di peri-menopausa, in cui i loro periodi diventano irregolari. Inoltre, all’inizio della menopausa si ha un aumento delle proteine pro-infiammatorie. La menopausa precoce, o menopausa che si verifica nelle donne sotto i 45 anni, aumenta il rischio di sviluppare l’artrite reumatoide e l’incidenza aumenta notevolmente anche nelle donne in post-menopausa.

Al contrario, le donne più giovani con AR che rimangono incinte sperimentano un calo del 50% dell’attività infiammatoria. Un ampio studio su donne con artrite reumatoide ha rilevato che coloro che assumevano contraccettivi orali o terapia ormonale sostitutiva (TOS) avevano maggiori possibilità di ottenere la remissione. Ricercatori dalla University of South Australia hanno stabilito il collegamento tra remissione, stato riproduttivo e uso di ormoni sessuali, dopo aver valutato i dati di 4474 pazienti donne con AR trattate con il biologico Tocilizumab e altri farmaci immuno-soppressori. Lo studio ha rivelato che le donne in pre-menopausa riportavano meno sintomi di AR rispetto alle donne in peri-menopausa (periodi irregolari o poco frequenti) o in post-menopausa con AR. I pazienti che usavano la terapia ormonale sostitutiva o contraccettivi orali assieme ai loro farmaci prescritti avevano una probabilità molto maggiore di remissione.

Inoltre, le donne in post-menopausa, che rappresentano il 63% delle partecipanti, di cui solo l’8% utilizzava la terapia ormonale sostitutiva, avevano meno probabilità di ottenere la remissione dell’artrite reumatoide rispetto alle donne in pre-menopausa. I risultati suggeriscono che gli ormoni sessuali femminili potrebbero svolgere un ruolo importante nel migliorare l’esito delle donne che assumono farmaci prescritti per l’artrite reumatoide. I tassi di remissione erano più alti in alcuni gruppi di donne che stavano assumendo TOS o contraccettivi orali nello stesso momento in cui assumevano medicinali per l’artrite reumatoide e, infatti, la remissione dalla malattia era doppia nelle donne in peri-menopausa. Il caporicerca professore associato Michael Wiese ha dichiarato che è prematuro affermare che la TOS e i contraccettivi orali hanno un effetto protettivo contro l’artrite reumatoide, ma lo studio ha rivelato una potenziale connessione.

Ha perciò dichiarato: “Abbiamo esaminato se le donne che usavano contraccettivi orali o terapia ormonale sostitutiva avevano esiti diversi quando trattate con farmaci per l’artrite reumatoide. Abbiamo scoperto che le donne che entrano in menopausa che non assumevano TOS o contraccettivi avevano meno probabilità di ottenere la remissione rispetto alle donne con RA che avevano ancora un ciclo mestruale regolare. La decisione di utilizzare la terapia ormonale sostitutiva è complessa. Migliora i sintomi della menopausa, ma può modificare il rischio di alcuni tumori e malattie cardiovascolari. Questo studio suggerisce che potrebbe essere utile anche per le donne con artrite reumatoide, ma la decisione di utilizzarla richiede una discussione approfondita con un medico generico perché ogni donna ha diversi fattori di rischio”.

  • A cura del Dr. Gianfrancesco Cormaci, PhD, specialista in Biochimica Clinica.

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Pubblicazioni scientifiche

Daraghmeh DN et al. Rheumatology 2023 Feb; 62(2):583-595.

Pelechas E et al. Expert Opin Pharmacother. 2022; 23(6):703.

Wadström H et al. Ann Rheum Dis. 2020 May; 79(5):581-586.

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Dott. Gianfrancesco Cormaci
Dott. Gianfrancesco Cormaci
Laurea in Medicina e Chirurgia nel 1998, specialista in Biochimica Clinica dal 2002, ha conseguito dottorato in Neurobiologia nel 2006. Ex-ricercatore, ha trascorso 5 anni negli USA alle dipendenze dell' NIH/NIDA e poi della Johns Hopkins University. Guardia medica presso la casa di Cura Sant'Agata a Catania. In libera professione, si occupa di Medicina Preventiva personalizzata e intolleranze alimentari. Detentore di un brevetto per la fabbricazione di sfarinati gluten-free a partire da regolare farina di grano. Responsabile della sezione R&D della CoFood s.r.l. per la ricerca e sviluppo di nuovi prodotti alimentari, inclusi quelli a fini medici speciali.

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