sabato, Luglio 27, 2024

Microbiota e mycobiota: i due inquilini che risentono in modo opposto agli antibiotici

Il microbiota intestinale include batteri, funghi, specie archea, virus e talvolta protozoi ed è un fattore importante che contribuisce alla salute umana. La maggior parte degli studi relativi al microbiota si sono concentrati sui batteri, sebbene anche il microbiota fungino, il mycobiota, possa avere un ruolo significativo. Lo squilibrio nella composizione fungina intestinale è stato associato a malattie come la malattia infiammatoria intestinale (IBD), la celiachia, il tumore del colon-retto e si sospetta riacutizzazioni sia per il morbo di Crohn che per la sclerosi multipla. Il comune antifungino fluconazolo peggiora l’infiammazione nei topi con infiammazione intestinale e polmonare indotta, indicando che anche il microbiota fungino può avere un ruolo protettivo. La prima esposizione importante ai microrganismi avviene alla nascita, ed è stato osservato che l’intestino del neonato è colonizzato da funghi già 10 giorni dopo la nascita. A due anni di età, il mycobiota intestinale infantile mostra somiglianze con quello degli adulti.

Il microbiota intestinale continua a svilupparsi durante i primi anni di vita, influenzato da molteplici fattori come la modalità di parto e la dieta, e in particolare l’eventuale uso di farmaci. Gli antibiotici sono i farmaci più comunemente prescritti per i bambini. Molti neonati ricevono antibiotici a causa di un’infezione durante i primi anni di vita, soprattutto per otite o bronchite. Essi causano cambiamenti nel microbiota intestinale nella sua fase disviluppo più importante. Tali cambiamenti sono risultati essere anche più a lungo termine rispetto a quelli indotti degli adulti, questo per l’effetto che hanno sul processo di maturazione intestinale ed immunologica del bambino. Gli antibiotici possono avere effetti negativi sia sul microbiota batterico che su quello fungino che possono provocare, ad esempio, diarrea associata agli antibiotici. Inoltre, gli antibiotici aumentano il rischio di sviluppare malattie infiammatorie intestinali croniche, come il morbo di Crohn, e sono stati trovati anche per avere un collegamento al sovrappeso.

È stato riportato che l’uso di antibiotici durante il periodo critico dal concepimento ai 2 anni di età causa sia problemi a breve termine che ulteriori conseguenze a lungo termine come asma, atopia, insorgenza pediatrica del morbo di Crohn e malattie metaboliche. Si pensa che questi effetti a lungo termine siano causati, almeno in parte, da uno squilibrio nel microbiota intestinale. In uno studio condotto su bambini finlandesi in età prescolare l’uso di antibiotici è stato associato a un aumento del rischio di sovrappeso e asma futuri. Uno studio recentemente completato presso l’Università di Helsinki ha rivelato che il microbiota fungino nell’intestino è più abbondante e diversificato nei bambini trattati con antibiotici, rispetto al gruppo di controllo anche sei settimane dopo l’inizio del ciclo antibiotico. Una scoperta chiave dello studio è stata che i cambiamenti nel microbiota intestinale fungino,insieme a quello batterico, sono parte della causa degli effetti negativi a lungo termine degli antibiotici sulla salute umana.

L’Università di Helsinki è da più di un decennio un’istituzione sulla ricerca delle connessioni fra microbiota e salute. Alcuni dei suoi gruppi di ricerca sono stati i primi a dimostrare le connessioni esistenti fra sbilanciamento del microbiota e la comparsa di disturbi allergici, eczema, asma bronchiale e febbre da fieno, con una serie di pubblicazioni all’inizio del decennio scorso. Lo studio presente ha coinvolto bambini con un’infezione da virus respiratorio sinciziale (RSV), che non avevano mai ricevuto antibiotici in precedenza. Mentre ad alcuni bambini sono stati somministrati antibiotici a causa di complicanze, altri non hanno ricevuto alcuna terapia antibiotica. Il numero piccolo di pazienti è stato una limitazione ma è improbabile che le differenze osservate tra i gruppi di studio siano dovute all’infezione, piuttosto agli antibiotici. Alla luce dei risultati, una riduzione del numero di batteri intestinali a seguito della terapia antibiotica riduce la competizione e lascia più spazio per la moltiplicazione dei funghi.

I risultati della ricerca supportano fortemente che i batteri intestinali regolano il microbiota fungino o mycobiota e lo tengono sotto controllo. Quando i batteri vengono distrutti dagli antibiotici, i funghi hanno la possibilità di riprodursi, perché trovando “terra bruciata” hanno letteralmente più spazio per riprodursi ed approfittare delle sostanze nutritive della digestione. La Candida fa parte del mycobiota intestinale sano, ma allo stesso tempo sembra essere un fattore determinante della composizione aberrante del microbiota intestinale ed è associata a molteplici malattie. È stato sperimentato da molti che dopo i consueti 5-8 giorni di terapia antibiotica per una bronchite o altri malanni da raffreddamento, può comparire diarrea per alcuni giorni. Per le donne, si può aggiungere che può presentarsi anche cistite e/o vaginite con perdite. Nel caso di malattia di Crohn, è riportata una eccessiva proliferazione intestinale di un altro fungo che si trova anche sulla pelle, la Malassezia.

Questo giustifica anche le notizie (seppure scarse e non confermate) che una terapia antibiotica specifica ed antifungina nei pazienti con morbo di Crohn, pare condurre ad un miglioramento clinico. Dato che l’analisi del mycobiota (inclusa quella di questo studio) ha riportato che la maggior specie fungina intestinale è Saccharomyces, questo giustifica l’integrazione con ceppi di questa specie durante le diarree da terapie antibiotiche (molto conosciuto è il Saccharomyces boulardii nella preparazione conosciuta come Codex). Una terapia antibiotica troppo lunga è anche responsabile della comparsa di infezioni intestinali da Clostridium difficile fra gli anziani. Nei bambini una importante implicazione è nei casi oncologici. Dopo un trapianto midollare da leucemia, per esempio, la copertura antibiotica è da protocollo. A causa della soppressione immunitaria, la terapia antibiotica può proteggere dalle infezioni opportunistiche ma, alla luce di questi meccanismi può aprire la porta a quelle fungine.

Per l’effetto della chemioterapia una certa permeabilità intestinale potrebbe permettere il passaggio di specie fungine nel sangue del bimbo, che ha in quel momento un sistema immunitario indebolito. Ecco perchè una integrazione con probiotici o il consumo di alimenti fermentati con le stesse proprietà, è sempre raccomandata quando si tratta di intestino o di sistema immunitario.

  • A cura del Dr. Gianfrancesco Cormaci, PhD, specialista in Biochimica Clinica.

Pubblicazioni scientifiche

Ventin-Holmberg R et al. J Fungi (Basel) 2022; 8(4):328.

Ventin-Holmberg R et al. Scientific Rep. 2022; 12(1):6654.

Huseyin CE et al. FEMS Microbiology Rev. 2017; 41:479.

Abrahamsson TR et a. Pediatr Res. 2015; 77(1-2):214-19.

Abrahamsson TR et al. Clin Exp Allergy 2014; 44(6):842-50.

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Dott. Gianfrancesco Cormaci
Dott. Gianfrancesco Cormaci
Laurea in Medicina e Chirurgia nel 1998, specialista in Biochimica Clinica dal 2002, ha conseguito dottorato in Neurobiologia nel 2006. Ex-ricercatore, ha trascorso 5 anni negli USA alle dipendenze dell' NIH/NIDA e poi della Johns Hopkins University. Guardia medica presso la casa di Cura Sant'Agata a Catania. In libera professione, si occupa di Medicina Preventiva personalizzata e intolleranze alimentari. Detentore di un brevetto per la fabbricazione di sfarinati gluten-free a partire da regolare farina di grano. Responsabile della sezione R&D della CoFood s.r.l. per la ricerca e sviluppo di nuovi prodotti alimentari, inclusi quelli a fini medici speciali.

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