venerdì, Maggio 9, 2025

Neuro-immunologia: la connessione inesplorata di come gli psichedelici rimodellano il cervello

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Una scoperta rivoluzionaria in neurobiologia, condotta da un team scientifico guidato dal Dott. Michael Wheeler, svela scoperte rivoluzionarie su come le sostanze psichedeliche rimodellano la comunicazione tra cervello e sistema immunitario, trasformando potenzialmente i trattamenti per disturbi psichiatrici e malattie infiammatorie. Professore associato presso la Harvard Medical School e ricercatore presso il Brigham and Women’s Hospital, il Dott. Wheeler è all’avanguardia della neuroimmunologia, un campo che esplora l’interazione tra il sistema nervoso e quello immunitario. La sua ricerca rivoluzionaria, recentemente pubblicata sulla prestigiosa rivista Nature, dimostra che le sostanze psichedeliche come la psilocibina non agiscono solo sui neuroni: rimodellano radicalmente le risposte immunitarie legate alla paura e allo stress.

Gli scienziati hanno utilizzato una combinazione di screening genomici e comportamentali per dimostrare che gli astrociti nell’amigdala limitano i comportamenti di paura indotti dallo stress attraverso il recettore del fattore di crescita epidermico (EGFR). Dal punto di vista dei meccanismi cellulari, l’espressione di EGFR negli astrociti dell’amigdala inibisce una cascata di trasduzione del segnale pro-infiammatorio indotta dallo stress che facilita l’interazione neurone-glia e il comportamento di paura indotto dallo stress attraverso il recettore nucleare orfano NR2F2 nei neuroni dell’amigdala. A loro volta, la riduzione della segnalazione dell’EGFR e il comportamento di paura sono associati al reclutamento di monociti nelle meningi durante lo stress cronico, il che può portare ad una loro infiammazione riflessa.

Questo insieme di interazioni neuro-immunitarie è terapeuticamente mirabile attraverso la somministrazione di composti psichedelici, che hanno invertito l’accumulo di monociti nelle meningi cerebrali insieme al comportamento di paura. NR2F2 (noto anche come COUP-TF II) è un fattore di trascrizione orfano; ciò significa che potrebbe possedere un ligando (un attivatore o un inibitore) prodotto dalle nostre cellule, ma la sua identità resta ancora da trovare. COUP-TF II è coinvolto nella formazione embrionale di alcuni tessuti, come le ovaie ed i testicoli, oltre allo sviluppo del sistema vascolare. Esso, infatti, è responsabile dell’identità vascolare di cellule arteriose, venose e linfatiche. Nell’ambito del metabolismo, esso può regolare la differenziazione del tessuto adiposo e delle cellule pancreatiche beta produttrici di insulina.

Dato che non si conoscono ligandi per questa proteina, gli scienziati speculano che i segnali intracellulari attivati dall’EGFR (MAP-chinasi, PI3K/c-Akt, Rsk2, PKC e altri ancora) possano arrivare a NR2F2 e regolarne la funzione riguardo all’espressione genica specifica. Sia COUP-TF II che il segnale cellulare dell’EGFR possono convergere con quello Wnt/beta-catenina, che è un regolatore centrale di molti aspetti dell’a morfogenesi embrionale. Siccome i neuroni adulti non possono replicare, il meccanismo si sposta sugli astrociti che invece possono farlo. A questo punto gli scienziati si chiedono lecitamente se questa mancata possibilità di regolare nuovamente i circuiti cerebrali “all’origine”, si trasformi nel potenziale di poter “ricalibrare” solamente i circuiti emozionali di stress e di paura, che sono ancestralmente molto importanti.

Questa scoperta rappresenta un cambio di paradigma nella comprensione del potenziale terapeutico delle sostanze psichedeliche. Piuttosto che agire semplicemente sui percorsi neurali, questi composti sembrano ricalibrare interi circuiti neuroimmunitari. Questa duplice azione potrebbe spiegare perché le sostanze psichedeliche si mostrano promettenti in diverse condizioni, dalla depressione alla dipendenza? E potrebbero eventualmente rivelarsi utili per il trattamento di disturbi infiammatori che non hanno apparentemente una componente psichiatrica? Questa ricerca solleva interrogativi interessanti sugli approcci tradizionali ai disturbi psichiatrici. Se le condizioni di salute mentale hanno una componente immunitaria significativa, potremmo dover ripensare le strategie di trattamento che si concentrano esclusivamente sui neurotrasmettitori?

Nuovi agenti terapeutici che agiscono in modo combinato sui percorsi neurali e su quelli immunitari potrebbero rivelarsi più efficaci delle opzioni attuali? Il Dr. Wheeler è convinto che la comprensione profonda di questi aspetti possa rivoluzionare in modo nuovo il trattamento di molte condizioni neuropsichiatriche clinicamente importanti e diffuse.

  • A cura del Dr. Gianfrancesco Cormaci, PhD, specialista in Biochimica Clinica.

Pubblicazioni scientifiche

Chung EN, Lee J et al. Nature. 2025 Apr 23. In press.

Chen Y, Colonna M. Nature. 2025 Apr 23. In press.

Hatzipantelis CJ et al. Annu Rev Physiol. 2024; 86:27.

Dott. Gianfrancesco Cormaci
Dott. Gianfrancesco Cormaci
Laurea in Medicina e Chirurgia nel 1998; specialista in Biochimica Clinica dal 2002; dottorato in Neurobiologia nel 2006; Ex-ricercatore, ha trascorso 5 anni negli USA (2004-2008) alle dipendenze dell' NIH/NIDA e poi della Johns Hopkins University. Guardia medica presso la Clinica Basile di catania (dal 2013) Guardia medica presso la casa di Cura Sant'Agata a Catania (del 2020) Medico penitenziario presso CC.SR. Cavadonna dal 2024. Si occupa di Medicina Preventiva personalizzata e intolleranze alimentari. Detentore di un brevetto per la fabbricazione di sfarinati gluten-free a partire da regolare farina di grano. Responsabile della sezione R&D della CoFood s.r.l. per la ricerca e sviluppo di nuovi prodotti alimentari, inclusi quelli a fini medici speciali.

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