giovedì, Luglio 17, 2025

Medicina dei “secoli bui”: tanto bui non lo erano, almeno dal punto di vista della scienza

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A quanto pare, il Medioevo non era poi così oscuro! Secondo una nuova ricerca, la medicina medievale era molto più sofisticata di quanto si pensasse in precedenza, e alcuni dei suoi rimedi sono di tendenza oggi su TikTok. Un nuovo progetto di ricerca internazionale con la partecipazione di docenti della Binghamton University, State University di New York, rivela che nel Medioevo le persone non si rinchiudevano nei castelli, crogiolandosi nella superstizione. Sviluppavano pratiche di salute basate sulle migliori conoscenze a disposizione dell’epoca, alcune delle quali rispecchiano le moderne tendenze del benessere.

Il Corpus of Early Medieval Latin Medicine (CEMLM), finanziato dalla British Academy, ha raccolto centinaia di manoscritti medievali contenenti materiale medico precedente all’XI secolo. Innumerevoli manoscritti esclusi dai cataloghi precedenti sono stati inclusi, quasi raddoppiando il numero di manoscritti medici noti del Medioevo. Alcune delle ricette assomigliano a trucchi per la salute promossi da influencer moderni, dagli unguenti topici alle depurazioni detox. Hai mal di testa? Schiaccia il nocciolo di una pesca, mescolalo con olio di rosa e spalmatelo sulla fronte.

Potrebbe sembrare strano, ma uno studio pubblicato nel 2017 ha dimostrato che l’olio di rosa può effettivamente aiutare ad alleviare il dolore dell’emicrania. Non si sapeva a quel tempo, ma oggi si sa che l’olio di rosa contiene composti come beta-damascenone, β-damascone e β-ionone, che sono terpeni ad azioni parzialmente antinfiammatoria e decontratturante sulle strutture muscolari Poi c’è lo shampoo alla lucertola, in cui si prendono pezzi di lucertola per aiutare i capelli a diventare più folti e fluenti, o persino per rimuoverli, un parallelo moderno alla ceretta.

Meg Leja, professoressa associata di storia alla Binghamton University, ha spiegato: “Le persone si occupavano di medicina su una scala molto più ampia di quanto si pensasse in precedenza”, ha affermato Meg Leja, professoressa associata di storia alla Binghamton University, specializzata nella storia politica e culturale dell’Europa tardo-antica e medievale. “Erano interessati alle cure, volevano osservare il mondo naturale e annotare informazioni ovunque potessero in questo periodo noto come ‘Secoli Bui’. Molte delle cose che si leggono in questi manoscritti vengono in realtà promosse online come medicina alternativa, ma esistono da migliaia di anni”.

I ricercatori affermano che è vero che erano “i secoli bui”, ma non possono dire che questo era da riferire al lato scientifico o medico”. Il problema è che non ci sono fonti autentiche o numerose, dato che possibilmente molte di esse sono andate perdute o distrutte o nascoste. Invero, ci sono molte biblioteche private sparse in tutto il mondo che possiedono libri o volumi a carattere storico che data ben oltre prima del 1500. E vengono gelosamente custoditi, possibilmente perché fonti di notizie a carattere esclusivo che possono includerne anche di tipo medico.

La dr. ssa Leja ha trascorso gli ultimi due anni con il resto del team alla preparazione del nuovo catalogo (appena pubblicato online), alla revisione di manoscritti provenienti da tutta Europa e alla revisione e formattazione del catalogo. Aveva già scritto di medicina medievale nel suo primo libro, Embodying the Soul: Medicine and Religion in Carolingian Europe. Molti degli scritti si trovavano a margine di libri totalmente estranei alla medicina: manoscritti di grammatica, teologia, poesia, ecc. Leja ha affermato che questo testimonia una preoccupazione per la salute del corpo e per la ricerca di modi per controllarla.

“È vero che mancano molte fonti per quel periodo. In questo senso, è un periodo ‘oscuro’. Ma non in termini di atteggiamenti ‘antiscientifici’: nell’Alto Medioevo le persone erano molto interessate alla scienza, all’osservazione, alla comprensione dell’utilità di diverse sostanze naturali e cercavano di identificare modelli e fare previsioni”. Un problema è che quando si arrivò al periodo della Santa Inquisizione, persone (donne per lo più) che avevano propensioni scientifiche o didattiche o naturalistiche furono viste come eretiche o etichettate come “streghe”.

Molto probabilmente loro scritti o anche semplici appunti raccolti sulla base dell’esperienza quotidiana sono andati sicuramente perduti. Adesso il gruppo della Dr.ssa Leja continuerà ad aggiornare il catalogo con nuovi manoscritti e sta lavorando a nuove edizioni e traduzioni di testi medici che potrebbero essere utilizzati nella didattica. Leja ha osservato che, sebbene in precedenza i cataloghi si concentrassero su testi di autorità note come Ippocrate, non si trattava necessariamente di materiale a cui gli studiosi del Medioevo avrebbero dato priorità, e un catalogo più completo permetterà agli storici di illustrare la medicina nella sua completezza.

“Pelle di rospo, coda di lucertola, olio di prezzemolo e latte di lupa vergine”. Chissà che invece di una pozione magica si trattasse di un modo rudimentale di affrontare qualche condizione medica ignota del tempo….

  • A cura del Dr. Gianfrancesco Cormaci, PhD, specialista in Biochimica Clinica.

Pubblicazioni scientifiche

Scott P. Top Cogn Sci. 2025 Jul 15; in press.

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Ibrahim A. J Hist Neurosci. 2024; 33(2):204-219.

Jones PM. Ambix. 2018 Aug ;65(3):232-249.

Dott. Gianfrancesco Cormaci
Dott. Gianfrancesco Cormaci
Laurea in Medicina e Chirurgia nel 1998; specialista in Biochimica Clinica dal 2002; dottorato in Neurobiologia nel 2006; Ex-ricercatore, ha trascorso 5 anni negli USA (2004-2008) alle dipendenze dell' NIH/NIDA e poi della Johns Hopkins University. Guardia medica presso la Clinica Basile di catania (dal 2013) Guardia medica presso la casa di Cura Sant'Agata a Catania (del 2020) Medico penitenziario presso CC.SR. Cavadonna dal 2024. Si occupa di Medicina Preventiva personalizzata e intolleranze alimentari. Detentore di un brevetto per la fabbricazione di sfarinati gluten-free a partire da regolare farina di grano. Responsabile della sezione R&D della CoFood s.r.l. per la ricerca e sviluppo di nuovi prodotti alimentari, inclusi quelli a fini medici speciali.

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