giovedì, Agosto 7, 2025

Crescita del capello regolata dalla dopamina: è il contesto che decide di far crescere o bloccare

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Dopamina e ciclo pilifero

La dopamina è un neurotrasmettitore chiave del sistema nervoso centrale, ma è anche attiva in vari tessuti periferici, incluso il follicolo pilifero, dove può agire come neuromodulatore e molecola segnale. Essa esercita i suoi effetti legandosi a specifici recettori dopaminergici (D1–like e D2–like) espressi sia nelle cellule epiteliali sia in quelle dermiche del follicolo. Negli ultimi anni, la ricerca ha evidenziato che la dopamina, oltre alle sue funzioni neuroendocrine, può influire sulla crescita, ciclicità e pigmentazione dei capelli, con meccanismi diretti e indiretti. La dopamina si inserisce in questo contesto come modulatore locale.

Recettori dopaminergici nel follicolo pilifero

Diversi studi hanno mostrato l’espressione di:

  • Recettori D1 e D5 (famiglia D1-like): stimolano l’adenilato ciclasi → aumento di cAMP → attivazione di PKA → trascrizione genica pro-crescita.
  • Recettori D2, D3 e D4 (famiglia D2-like): inibiscono l’adenilato ciclasi → riduzione di cAMP → potenziali effetti inibitori sulla proliferazione.

Questi recettori si trovano:

  • Nella papilla dermica (regione chiave per la regolazione dell’anagen)
  • Nella guaina epiteliale esterna
  • Nei melanociti follicolari (influenzando pigmentazione e quindi l’incanutimento)

In colture in vitro di follicoli piliferi scalpo umano trattati con dopamina (10–1000 nM) aumentano significativamente la proporzione di follicoli in fase catagen (fase regressiva), viene osservata una riduzione della proliferazione dei cheratinociti follicolari (matrice) e viene ridotta la produzione di melanina intracutanea.

Meccanismi molecolari diretti

La dopamina può influire sulla crescita dei capelli tramite vari percorsi:

  1. Regolazione della proliferazione cellulare
  • Stimolazione D1/D5 → aumento cAMP → attivazione del fattore di trascrizione CREB → induzione di fattori di crescita come IGF-1 e VEGF.
  • VEGF promuove angiogenesi peri-follicolare, migliorando l’apporto di nutrienti durante la fase anagen.
  • IGF-1 favorisce la sopravvivenza dei cheratinociti della matrice follicolare.
  1. Controllo dello stress ossidativo

La dopamina, attraverso la modulazione della via del fattore di trascrizione Nrf2, può ridurre il danno ossidativo alle cellule della papilla dermica. Tuttavia, un eccesso di dopamina libera può ossidarsi a dopaminochinoni, che generano ROS e possono avere effetti citotossici; questo è rilevante nella caduta dei capelli associata a stati neurodegenerativi o stress ossidativo sistemico.

  1. Modulazione della pigmentazione

La dopamina è precursore della melanina (via tirosina → L-DOPA → dopamina → melanina), e influenza l’attività della tirosinasi nei melanociti del bulbo follicolare. Alterazioni nella disponibilità di dopamina o nei suoi recettori possono influire sul colore dei capelli (incanutimento precoce).

Meccanismi indiretti

Oltre all’azione locale, la dopamina influenza i capelli attraverso regolazioni sistemiche:

  1. Asse ipotalamo-ipofisi
  • La dopamina inibisce la secrezione di prolattina. Livelli cronicamente elevati di prolattina (iperprolattinemia) sono associati a telogen effluvium e alterazioni del ciclo follicolare. Regola indirettamente la secrezione di ormone della crescita (GH) e IGF-1, entrambi promotori dell’anagen.
  1. Controllo vascolare
  • La dopamina può agire come vasodilatatore o vasocostrittore a seconda del recettore coinvolto e della concentrazione, influenzando la perfusione del cuoio capelluto.
  1. Effetti immunomodulatori
  • Interazione con cellule immunitarie cutanee (mastociti, linfociti T) che partecipano al “privilegio immunitario follicolare”. Un’alterazione dopaminergica può ridurre questo privilegio, facilitando alopecie autoimmuni come l’alopecia areata.

Applicazioni cliniche e terapeutiche

Sebbene non esistano ancora farmaci per alopecia basati esclusivamente sulla modulazione dopaminergica, alcuni approcci potenziali emergono:

  1. Agonisti dopaminergici (es. bromocriptina, cabergolina)
    • Riduzione della prolattina in casi di alopecia associata a iperprolattinemia.
    • Potenziale stimolo indiretto alla fase anagen.
  2. Modulazione cAMP/PKA
    • Sfruttare l’attivazione D1-like per promuovere fattori di crescita.
    • Possibile sinergia con minoxidil (che aumenta anch’esso cAMP).
  3. Integrazione precursori dopaminergici (es. L-DOPA)
    • In sperimentazioni su modelli murini, aumenta la pigmentazione e la velocità di crescita.
    • Rischio: ossidazione dopaminergica e stress ossidativo se non bilanciata da antiossidanti.
  4. Neurocosmetici
    • Peptidi o estratti vegetali in grado di modulare recettori dopaminergici cutanei, attualmente oggetto di ricerca nella cosmetologia avanzata.ù

Ecco perchè l’assunzione di antiossidanti cone la dieta (polifenoli, alcune vitamine e minerali) o integrazione esterna (GSH, selenio, vitamina C, ecc.) è importante per la salute dei capelli attraverso il controllo dello stress ossidativo nelle cellule del bulbo e nelle sue reazioni enzimatiche.

Possibili implicazioni nella caduta dei capelli

  • Deficit dopaminergico locale o sistemico: può alterare la proliferazione follicolare e la pigmentazione.
  • Eccesso di dopamina ossidata: stress ossidativo e danno alla papilla.
  • Alterazioni recettoriali: squilibrio tra segnali D1-like (pro-crescita) e D2-like (inibitori), con riduzione della durata dell’anagen.
  • Condizioni neuroendocrine (Parkinson, depressione, disfunzioni ipotalamo-ipofisarie): spesso associate a modificazioni qualitative e quantitative della crescita dei capelli.

Un report del 2003 ha documentato caduta di capelli in una paziente di sesso femminile affetta da Parkinson trattata con cabergolina: i capelli ricrescevano dopo la riduzione del farmaco. Studi su levodopa e pergolide hanno riportato casi simili di alopecia reversibile nei pazienti in terapia dopaminergica. Una recensione recente (Mov Disord. 2024) conferma che la caduta dei capelli è riportata frequentemente durante la terapia dopaminergica nei pazienti con Parkinson.

– A cura del Dr. Gianfrancesco Cormaci, PhD, specialista in Biochimica Clinica.

Pubblicazioni scientifiche

Lee J, Ryu HJ et al. Mov Disorders. 2024; 17(1):23088.

Zhang J, Chen R et al. Front Cell Dev Biol. 2021; 736738.

Estrada LD et al. Eur J Immunol. 2016; 46:1948–1958.

Langan EA et al. Br J Dermatol. 2013 Mar;168(3):520-25.

Miwa H, Kondo T. Parkins Rel Disord. 2003; 10(1):51-52.

Dott. Gianfrancesco Cormaci
Dott. Gianfrancesco Cormaci
Laurea in Medicina e Chirurgia nel 1998; specialista in Biochimica Clinica dal 2002; dottorato in Neurobiologia nel 2006; Ex-ricercatore, ha trascorso 5 anni negli USA (2004-2008) alle dipendenze dell' NIH/NIDA e poi della Johns Hopkins University. Guardia medica presso la Clinica Basile di catania (dal 2013) Guardia medica presso la casa di Cura Sant'Agata a Catania (del 2020) Medico penitenziario presso CC.SR. Cavadonna dal 2024. Si occupa di Medicina Preventiva personalizzata e intolleranze alimentari. Detentore di un brevetto per la fabbricazione di sfarinati gluten-free a partire da regolare farina di grano. Responsabile della sezione R&D della CoFood s.r.l. per la ricerca e sviluppo di nuovi prodotti alimentari, inclusi quelli a fini medici speciali.

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