sabato, Luglio 27, 2024

Varicocele: una breve recensione

Il Testicolo: Le sue funzioni

Il testicolo è una ghiandola di forma ovoidale contenuta all’interno dello scroto. E’ costituito da differenti tipi di cellule, ciascuna dotata di una funzione specifica: gli spermatogoni, gli elementi precursori degli spermatozoi; le cellule di Sertoli, dotate di funzione trofica e determinanti per la maturazione degli spermatozoi. Durante la pubertà il testicolo incrementa la produzione di testosterone, determinando lo sviluppo dei caratteri sessuali secondari maschili.
Nello stesso periodo inizia la spermatogenesi, un processo che comporta la replicazione delle cellule germinali e la loro successiva maturazione a spermatozoi. Gli spermatozoi originati nel testicolo percorrono l’epididimo e quindi il dotto deferente per raggiungere l’uretra attraverso i dotti eiaculatori.

Idrocele

L’idrocele rappresenta una raccolta di liquido sieroso tra le due membrane che rivestono il testicolo. L’idrocele primitivo è presente alla nascita, ed è una conseguenza della mancata chiusura del dotto peritoneo-vaginale. L’idrocele acquisito si verifica senza una causa apparente o come conseguenza di infiammazioni dell’epididimo e/o del testicolo, traumi scrotali, successivamente ad interventi per ernia inguinale o varicocele. Si manifesta come una tumefazione dello scroto che può essere del tutto asintomatica o, anche in relazione al volume, determinare senso di peso e di fastidio locale. La diagnosi è clinica. L’ecografia scrotale è utilizzata come conferma. L’indicazione al trattamento è determinata dal disturbo che crea al paziente. La terapia è esclusivamente chirurgica.

Torsione acuta del funicolo spermatico

Si tratta di una vera e propria emergenza urologica. In condizioni fisiologiche il testicolo è tenuto in sede all’interno dello scroto da un legamento detto gubernaculum testis o legamento scrotale. Tale struttura impedisce al testicolo di compiere movimenti di rotazione sul suo asse maggiore e di risalire in alto verso il canale inguinale. In casi particolari il testicolo può subire una vera e propria torsione sul proprio asse maggiore che determina un arresto del deflusso venoso e successivamente di quello arterioso portando in breve tempo alla necrosi. Tale quadro si manifesta improvvisamente retrazione del testicolo, tumefazione e arrossamento. Per prevenire la necrosi del testicolo è importante intervenire in modo tempestivo, entro 6 ore dall’insorgenza dei sintomi, eseguendo un intervento esplorativo e fissando il testicolo allo scroto (orchidopessi).

Epididimidi e Orchiti

Sono un gruppo eterogeneo di patologie, caratterizzate da infiammazione dell’epididimo e/o del testicolo, espressione di infezioni batteriche. Nel giovane, ad esclusione della forma post-parotitica, si tratta generalmente di forme sessualmente trasmesse. Le epididimiti possono essere classificate in acute e croniche, in base alle modalità di insorgenza e al decorso clinico; le più frequenti sono quelle acute. Una causa di epididimite od orchite è la presenza di un’infezione virale da morbillo o parotite.

L’epididimite acuta si manifesta con comparsa di dolore scrotale che può precedere o accompagnare la febbre. Lo scroto diviene tumefatto, arrossato e dolente; possono comparire bruciori e dolori minzionali. La diagnosi di epididimite si basa sulla visita medica ed eventuali reperti di laboratorio, soprattutto indici infiammatori e sierologici o immunologici. La terapia delle epididimiti è medica e si basa sull’utilizzo di antibiotici, antinfiammatori ed antipiretici.

Varicocele

Il varicocele è caratterizzato da una dilatazione delle vene testicolari che hanno il compito di drenare il sangue dal testicolo. E’ una patologia che interessa i soggetti giovani e un’incidenza pari al 15% nella popolazione di età superiore a 15 anni. La sua presenza può interferire con la spermatogenesi, rappresentando una delle più frequenti cause di infertilità maschile. È interessato soprattutto il testicolo sinistro (95%) ed è piuttosto comune negli uomini con problemi di fertilità, dove è presente nel 30-40% dei casi.

Molto spesso il varicocele è completamente asintomatico ed è quindi necessaria una visita medica per diagnosticarlo. Quando il varicocele è sintomatico, si può avvertire dolore sordo al testicolo o, più spesso, senso di pesantezza a livello dello scroto o fastidio, soprattutto dopo una giornata trascorsa in piedi o dopo attività sportiva. Se il varicocele è di grado elevato possono essere palpabili, a volte anche visibili, a livello scrotale le vene dilatate (“sacchetto vermiforme”) e inoltre il testicolo colpito può risultare più piccolo e in posizione più bassa rispetto a quello del lato opposto.

Cause

Ad oggi le cause del varicocele non sono del tutto conosciute. Tuttavia è probabile che una congenita debolezza delle pareti venose, associata ad incontinenza delle valvole, a lungo andare possano determinare la dilatazione delle vene e la conseguente alterazione del circolo venoso. In questo caso si parla di varicocele primario. La debolezza venosa congenita spiega anche la frequente insorgenza del varicocele in età puberale, quando i testicoli crescono rapidamente sotto l’influenza ormonale, rendendo necessario un maggior afflusso di sangue per consentire un metabolismo testicolare adeguato. Si parla invece di varicocele secondario o sintomatico quando il disturbo è causato da masse (tumori benigni o maligni) della zona retroperineale o pelvica, che comprimono le vene ostacolandone il deflusso.

Diagnosi clinica

Generalmente la diagnosi di varicocele viene posta in primo luogo con la visita andrologica: un’accurata ispezione dello scroto ed un completo esame obiettivo da parte del medico permette di determinare la presenza di varicosità a livello testicolare. Dal momento che il varicocele può portare ad una compromissione della qualità del liquido seminale è indispensabile uno spermiogramma e un eco-colordoppler testicolare, strumento principale nella valutazione del varicocele.
L’eco-colordoppler è inoltre indispensabile nel follow-up del soggetto dopo il trattamento, allo scopo di valutarne il successo o l’eventuale persistenza di reflusso venoso, e quindi di recidiva, e le modificazioni del volume e del trofismo testicolare. Il trattamento del varicocele ha come scopo principale quello di migliorare la spermatogenesi o di prevenire un suo deterioramento futuro.
L’indicazione al trattamento viene posta dall’andrologo se sono presenti alcune alterazioni:

  • quando il varicocele è sintomatico, cioè associato a dolore o fastidio testicolare
  • quando il testicolo colpito è più piccolo dell’altro, per favorire un recupero della crescita
  • quando il varicocele è di grado elevato (3° o 4° grado)
  • quando, terminato lo sviluppo puberale, si accerta un’alterazione della fertilità

Chirurgia

Se non c’è indicazione al trattamento, è opportuno comunque effettuare controlli andrologici periodici. Attualmente per la cosiddetta varicocelectomia (cioè l’asportazione del varicocele) sono disponibili diverse opzioni terapeutiche che comprendono metodiche chirurgiche e microchirurgiche, laparoscopiche e radiologiche. L’approccio chirurgico consiste nella legatura delle vene spermatiche, con accesso alto quando a livello addominale, basso quando a livello scrotale, ed anche con l’utilizzo di mezzi d’ingrandimento ottico e microscopio-operatore (tecniche microchirurgiche). La sclero-embolizzazione (per via transbrachiale o transfemorale) è una metodica radiologica endovascolare, minimamente invasiva per il paziente, con una rapida ripresa funzionale ed una scarsa incidenza di complicanze.

La prevenzione delle possibili conseguenze negative del varicocele sulla fertilità maschile è molto importante ed è attuabile mediante una diagnosi ed un trattamento precoci. Infatti, prima si interviene su un varicocele, laddove ne esista l’indicazione, e migliori saranno i risultati per il mantenimento o il recupero della fertilità. L’abolizione del servizio di leva obbligatorio ha privato gli adolescenti italiani di un efficace sistema di screening per le patologie dei genitali ed il varicocele. Pertanto, ad oggi, il miglior strumento di prevenzione è la visita andrologica in età puberale.

  • A cura del Dr. Gianfrancesco Cormaci, PhD, specialista in Biochimica Clinica.

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Dott. Gianfrancesco Cormaci
Dott. Gianfrancesco Cormaci
Laurea in Medicina e Chirurgia nel 1998, specialista in Biochimica Clinica dal 2002, ha conseguito dottorato in Neurobiologia nel 2006. Ex-ricercatore, ha trascorso 5 anni negli USA alle dipendenze dell' NIH/NIDA e poi della Johns Hopkins University. Guardia medica presso la casa di Cura Sant'Agata a Catania. In libera professione, si occupa di Medicina Preventiva personalizzata e intolleranze alimentari. Detentore di un brevetto per la fabbricazione di sfarinati gluten-free a partire da regolare farina di grano. Responsabile della sezione R&D della CoFood s.r.l. per la ricerca e sviluppo di nuovi prodotti alimentari, inclusi quelli a fini medici speciali.

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