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Artrite reumatoide: lo scorpione rosso offre una pozione

Si stima che circa 1,5 milioni di persone negli Stati Uniti vivano con l’artrite reumatoide e la malattia è circa tre volte più comune tra le donne rispetto agli uomini. In un nuovo studio, i ricercatori hanno rivelato come l’iberiotossina – uno dei numerosi composti presenti nel veleno mortale dello scorpione rosso indiano – abbia fermato la progressione dei modelli di ratto dell’artrite reumatoide della malattia. La dottoressa Christine Beeton, leader del gruppo di studio del Baylor College of Medicine di Houston, Texas, e i suoi colleghi hanno recentemente riportato i loro risultati sul Journal of Pharmacology and Experimental Therapeutics. Nell’artrite reumatoide, il sistema immunitario lancia un attacco alle articolazioni – in particolare a quelle delle mani, dei polsi e delle ginocchia – causando dolore e infiammazione. Come nota la dottoressa Beeton, un tipo specializzato di cellule articolari chiamate sinoviociti fibroblastici (FLS) svolgono un ruolo importante nell’artrite reumatoide. Man mano che crescono e passano da un’articolazione all’altra, secernono mediatori (citochine, prostaglandine, radicali liberi, ecc.) che danneggiano le articolazioni, attirano le cellule immunitarie che causano infiammazione e dolore. Con il progredire del danno, le articolazioni si ingrandiscono e non sono in grado di muoversi.

Il team ha precedentemente identificato il canale del potassio KCa1.1 (Maxi-K) come regolatore dei FLS e abbiamo scoperto che l’inibizione di KCa1.1 riduce la gravità della malattia nei modelli animali RA. Tuttavia, il blocco sistemico di KCa1.1 causa troppi effetti collaterali. I ricercatori hanno ipotizzato che il blocco di questo canale del potassio potrebbe essere un modo per fermare la progressione dell’artrite reumatoide. Nel loro ultimo studio, hanno scoperto che l’iberiotossina presente nel veleno dello scorpione poteva fare proprio questo. L’Iberiotossina si trova nel veleno dello scorpione rosso indiano o Buthus tamulus. Secondo il primo autore dello studio, il Dr. Mark Tanner, anch’egli membro del Baylor College of Medicine, l’iberiotossina si rivolge specificamente al canale KCa1.1 sui FLS, evitando al tempo stesso altri canali del potassio. Per il loro nuovo studio, i ricercatori hanno testato l’iberiotossina sui modelli di ratto dell’artrite reumatoide. Hanno provato che il composto del veleno dello scorpione non solo fermava la progressione dell’artrite reumatoide nei roditori, bloccando KCa1.1, ma alcuni roditori mostravano miglioramenti nell’infiammazione e nella mobilità articolare. 

Il Dr. Tanner ha speigato degli aspetti dello studio: È importante sottolineare che l’iberiotossina non ha causato effetti collaterali nei ratti, mentre un altro bloccante del canale del potassio chiamato paxillina ha causato tremori e incontinenza urinaria. È stato molto emozionante vedere che l’iberiotossina è molto specifica per il canale del potassio nelle cellule FLS e che non sembra influire sui canali di altri tipi di cellule, il che potrebbe spiegare la mancanza di tremori e incontinenza. Sulla base di questi risultati, riteniamo che l’iberiotossina possa aprire le porte a un trattamento efficace per l’artrite reumatoide, sebbene siano necessari ulteriori studi”.

  • a cura del Dr. Gianfrancesco Cormaci, PhD, specialista in Biochimica Clinica.

Letteratura scientifica

Tanner MR et al. J Pharmacol Exp Ther. 2018 Feb 16.

Eugenia Schroeder M et al. Sci Rep. 2017; 7(1):1892.

Tanner MR et al. Clin Immunol. 2017 Jul; 180:45-57.

Martin-Eauclaire MF et al. Toxicon. 2013; 75:168-76.

Anangi R et al. PLoS One. 2012; 7(12):e52965.

Toldi G et al. Immunobiology 2013; 218(3):311-16.

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Dott. Gianfrancesco Cormaci
Dott. Gianfrancesco Cormaci
Laurea in Medicina e Chirurgia nel 1998; specialista in Biochimica Clinica dal 2002; dottorato in Neurobiologia nel 2006; Ex-ricercatore, ha trascorso 5 anni negli USA (2004-2008) alle dipendenze dell' NIH/NIDA e poi della Johns Hopkins University. Guardia medica presso la casa di Cura Sant'Agata a Catania. Medico penitenziario presso CC.SR. Cavadonna (SR) Si occupa di Medicina Preventiva personalizzata e intolleranze alimentari. Detentore di un brevetto per la fabbricazione di sfarinati gluten-free a partire da regolare farina di grano. Responsabile della sezione R&D della CoFood s.r.l. per la ricerca e sviluppo di nuovi prodotti alimentari, inclusi quelli a fini medici speciali.

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