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Sindrome della fatica cronica: arriva un test diagnostico accurato

Attualmente, la sindrome da encefalomielite mialgica / sindrome da fatica cronica (ME / CFS) colpisce oltre 1 milione di persone negli Stati Uniti e fino a 24 milioni di persone in tutto il mondo. Questa condizione spesso debilitante è caratterizzata da sentimenti di estremo esaurimento, dolori muscolari e articolari e insonnia, nonché difficoltà nel concentrarsi o nel ricordare le cose. Le cause della ME / CFS rimangono sconosciute e, in assenza di un adeguato test diagnostico, gli operatori sanitari devono escludere altri disturbi ed esaminare la storia di un paziente prima di poter dire se una persona ha ME / CFS o meno. Tuttavia, questo potrebbe presto cambiare: un team di ricercatori del Center for Infection and Immunity (CII) della Mailman School of Public Health della Columbia University a New York City, New York, hanno ingegnerizzato un test molto accurato per il disturbo.

La dott.ssa Dorottya Nagy-Szakal, ricercatrice CII e prima autrice del lavoro, ha esaminato i campioni di sangue di 50 persone con ME / CFS e li ha confrontati con quelli di 50 controlli sani di pari età. Utilizzando una tecnica speciale che identifica le molecole misurando la loro massa, gli scienziati hanno trovato 562 metaboliti che i pazienti ME / CFS avevano in comune. I metaboliti sono sottoprodotti del metabolismo del corpo – cioè la sua capacità di elaborare zuccheri, grassi e proteine. Nella recente ricerca, gli scienziati hanno escluso i metaboliti risultanti da antidepressivi o altri farmaci. Test di laboratorio hanno rivelato che alcuni metaboliti erano alterati in un modo che suggeriva che i mitocondri dei pazienti non funzionavano correttamente. I risultati sono coerenti con studi precedenti condotti da altri ricercatori, nonché con la ricerca effettuata dal Dr. Nagy-Szakal e colleghi l’anno scorso.

 Nel 2017, il team ha trovato un modello distinto di metaboliti in persone che avevano sia la sindrome dell’intestino irritabile (IBS) sia la CFS. Altri studi hanno riportato che il 35-90 percento di quelli con ME / CFS ha anche IBS. E nel nuovo studio, metà dei pazienti ME / CFS aveva anche IBS. La dott.ssa Nagy-Szakal e i suoi colleghi hanno combinato markers sia del loro studio del 2017 sia del loro nuovo studio. Il risultato è stato un modello predittivo con un punteggio di 0,836, che si traduce in un tasso di precisione dell’84%. Il corrispondente autore, il dott. W. Ian Lipkin, direttore del CII e il Centro Studi per ME/CFS del National Institutes of Health (NIH), è positivo: “Ci stiamo avvicinando per capire come funziona questa malattia. Pensiamo che alcuni pazienti potrebbero beneficiare di probiotici per risintonizzare la loro microflora intestinale, oppure farmaci che attivano determinati sistemi di neurotrasmettitori sbilanciati in questa condizione”.

I ricercatori hanno pubblicato questa scoperta sulla rivista Scientific Reports.

  • a cura del Dr. Gianfrancesco Cormaci, PhD, specialista in Biochimica Clinica.

Pubblicazioni scientifiche

Nagy-Szakal D et al., Lipkin WI. Sci Rep. 2018 Jul 3;8(1):10056.

Chu L et al., Montoya JG. PLoS One. 2018 Jun 1; 13(6).

Nagy-Szakal D et al., Lipkin WI. Microbiome. 2017 Apr 26; 5(1):44.

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Dott. Gianfrancesco Cormaci
Dott. Gianfrancesco Cormaci
Laurea in Medicina e Chirurgia nel 1998, specialista in Biochimica Clinica dal 2002, ha conseguito dottorato in Neurobiologia nel 2006. Ex-ricercatore, ha trascorso 5 anni negli USA alle dipendenze dell' NIH/NIDA e poi della Johns Hopkins University. Guardia medica presso la casa di Cura Sant'Agata a Catania. In libera professione, si occupa di Medicina Preventiva personalizzata e intolleranze alimentari. Detentore di un brevetto per la fabbricazione di sfarinati gluten-free a partire da regolare farina di grano. Responsabile della sezione R&D della CoFood s.r.l. per la ricerca e sviluppo di nuovi prodotti alimentari, inclusi quelli a fini medici speciali.

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