mercoledì, Giugno 7, 2023

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E’ finita la pandemia? L’OMS dichiara la fine dell’emergenza globale

E’ di oggi la dichiarazione del responsabile principale dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), il Dr. Ghebreyesus, che l’emergenza mondiale legata al COVID-19 è “speranzosamente” conclusa. La decisione è stata presa su consiglio di un comitato di esperti indipendenti, il cosiddetto comitato per l’emergenza COVID-19, che si è riunito giovedì per la quindicesima volta dall’inizio dell’emergenza. E quello “speranzosamente” non è stato detto a caso: il direttore ha avvertito che la minaccia causata dal virus rimane, non è sparita per sempre ma restarà per conviverci.

Testualmente il dorettore ha affermato che “si è trattato di una decisione presa con estrema cautela. Non esiterò a proclamare una nuova emergenza, se la situazione dovesse cambiare”. In Germania, alcune settimane fa il ministro della salute ha pubblicamente dichiarato che l’emergenza COVID era da considerarsi conclusa e che non c’era più nulla da preoccuparsi. O il ministro aveva avuto le anteprima del Dr. Ghebreyesus o ha preferito affidarsi all’intuito politico. Molti, dall’altro lato, se ne sono accorti da soli, andando in giro e osservando la quasi totale assenza di persone che anche nei luoghi chiusi più a rischio non indossano la mascherina.

Si può osservare ancora qualcuno, generalmente più avanti d’età, che continua a portarla quando entra in qualche negozio, al supermercato o dal tabaccaio. E’ molto probabile che si tratti di persone che hanno qualche patologia medica, per cui il loro medico di condotta gli ha cautelativamente consigliato di nono esporsi in modo imprudente, specie se hanno rifiutato di vaccinarsi. I funzionari dell’OMS hanno dichirato che è finita la fase di “emergenza internazionale”, ma la pandemia non è scomparsa. Sicuramente dopo più di tre anni le persone sono “stanche e stufe” di sentire parlare di COVID e molti prenderanno il messaggio come il “mettiamoci una pietra sopra”.

Ma non è cosi. L’OMS ha ufficalmente dichiarato qualche mese fa che il bilancio finale non è 6-7 milioni come si indicava inizialmente e che probabilmente si avvicinava al doppio. Adesso la stima rilasciata è di almeno 20 milioni morti. Non sono irreali, se si pensa che la conta giornaliera dei morti operata dalla Johns Hopkins University ha mancato i mesi precendenti all’inizio ufficiale; e non ha contato i casi di polmonite atipica avutisi almeno un anno prima, costati anche dei morti, e per i quali non si era risuciti ad indentificare un virus. Per non contare tutte le morti non registrate in Medio Oriente, negli entroterra di molti stati asiatici ed africani e sud-americani.

Droni e satelliti che sorvolavano quelle regioni hanno visto cadaveri per le strade degli entroterra e grandi cimiteri e fosse comuni, di cui si dubita la registrazione ufficiale. Anche se Alfa, Beta, Gamma e Delta sono state soppiantate, non si possono ignorare le varianti Omicron con tutte le loro sottovarianti, che potrebbero benissimo essere nuovamente diffuse dai viaggi internazionali ed essere responsabili di nuovi casi e morti. Il messaggio non è “adesso possiamo tornare a fare quello che vogliamo”; piuttosto è “torniamo alla normalità ma non abbassiamo la guardia”.

Anche perchè non è sempre estate, ed Omicron e sottovarianti passano assieme ad influenza, polmoniti e mal di gola durante l’inverno, come è già successo. E chi è più debole o è ammalato di condizioni a rischio può avere la peggio. Questo potrebbe giustificare la validità della nuova circolare emessa dal Ministero della Salute, che dal 1° Maggio ha esteso l’uso della mascherina in tutte le strutture sanitarie fino al prossimo 31 Dicembre.

  • A cura del Dr. Gianfrancesco Cormaci, PhD, specialista in Biochimica Clinica.

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