sabato, Luglio 27, 2024

Le prove aumentano sul ruolo dei batteri nell’aterosclerosi: adesso è il turno dello Streptococco

Le placche aterosclerotiche, che sono formate dall’accumulo di depositi di grasso e colesterolo, costituiscono una delle principali cause di attacchi di cuore. I ricercatori svedesi hanno scoperto un legame tra i livelli di alcuni batteri che vivono nell’intestino e le placche aterosclerotiche coronariche. Lo studio è stato condotto da ricercatori dell’Università di Uppsala e di Lund e i risultati sono stati ora pubblicati sulla rivista scientifica Circulation. Il nuovo studio si è basato su analisi di batteri intestinali e imaging cardiaco tra 8.973 partecipanti di età compresa tra 50 e 64 anni provenienti da Uppsala e Malmö senza malattie cardiache precedentemente note. Erano tutti partecipanti allo Swedish CARdioPulmonary bioImage Study (SCAPIS). I progressi nella tecnologia hanno consentito una caratterizzazione profonda su larga scala delle comunità batteriche nei campioni biologici, sequenziando il contenuto del DNA e confrontandolo con sequenze batteriche note.

Inoltre, i miglioramenti nelle tecniche di imaging hanno consentito il rilevamento e la misurazione dei primi cambiamenti nei piccoli vasi del cuore. Lo studio SCAPIS rappresenta una delle più grandi raccolte al mondo di entrambi questi tipi di dati. In questo studio, gli scienziati hanno studiato i collegamenti tra il microbiota intestinale e l’accumulo di depositi di grasso nelle arterie del cuore. L’elevato numero di campioni con dati di alta qualità provenienti dall’imaging cardiaco e dalla flora intestinale, ha permesso agli scienziati di identificare nuove associazioni. Tra i reperti più significativi, Streptococcus anginosus e S. oralis subsp. oralis erano i due più forti. Le specie del genere Streptococcus sono cause comuni di polmonite e infezioni della gola, della pelle e delle valvole cardiache, incluse le miocarditi vere e proprie. Ma gli scienziati non sanno ancora come fanno a contribuire alla comparsa delle placche ateromatose.

Generalmente si era ritenuto che fossero germi Gram-negativi (quelli con la parete che rilasciano l’endotossina LPS) ad essere maggiormente responsabili. Invero, acidi grassi batterici con atomi di carbonio dispari e con ramificazioni laterali sono stati trovati tempo fa in biopsie di placca aterogena. Ma come fa il peptidoglicano o altre componenti dei batteri Gram-positivi (appunto lo Streptococcus) a fare lo stesso è ancora un mistero. Il team di ricerca ha anche scoperto che alcune delle specie legate all’accumulo di depositi di grasso nelle arterie cardiache erano legate ai livelli delle stesse specie nella bocca. Questo è stato misurato utilizzando campioni fecali e di saliva raccolti dal Malmö Offspring Study e dal Malmö Offspring Dental Study. Inoltre, questi batteri sono stati associati a markers infiammatori nel sangue, anche dopo aver tenuto conto delle differenze nella dieta e nei farmaci tra i partecipanti che portavano i batteri e quelli che non li portavano.

Il Dr. Marju Orho-Melander, Professore di Epidemiologia genetica presso l’Università di Lund e uno degli autori senior dello studio, ha dichiarato: “Abbiamo appena iniziato a capire come l’ospite umano e la comunità batterica nei diversi compartimenti del corpo si influenzano a vicenda. Il nostro studio mostra una peggiore salute cardiovascolare nei portatori stabili di streptococchi nel loro intestino. Ora dobbiamo indagare se anche questi batteri sono attori importanti nella comparsa e nello sviluppo dell’aterosclerosi”.

  • A cura del Dr. Gianfrancesco Cormaci, PhD, specialista in Biochimica Clinica.

Pubblicazioni scientifiche

Sayols-Baixeras S et al. Circulation 2023 Jul 12 in press.

Dekkers KF et al. Nature Commun. 2023; 14(1):2971.

Wang C et al. Scand J Immunol. 2022; 96(1):e13174.

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Dott. Gianfrancesco Cormaci
Dott. Gianfrancesco Cormaci
Laurea in Medicina e Chirurgia nel 1998, specialista in Biochimica Clinica dal 2002, ha conseguito dottorato in Neurobiologia nel 2006. Ex-ricercatore, ha trascorso 5 anni negli USA alle dipendenze dell' NIH/NIDA e poi della Johns Hopkins University. Guardia medica presso la casa di Cura Sant'Agata a Catania. In libera professione, si occupa di Medicina Preventiva personalizzata e intolleranze alimentari. Detentore di un brevetto per la fabbricazione di sfarinati gluten-free a partire da regolare farina di grano. Responsabile della sezione R&D della CoFood s.r.l. per la ricerca e sviluppo di nuovi prodotti alimentari, inclusi quelli a fini medici speciali.

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