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Dama Camelia contro l’obesità: i polifenoli del thè verde che agiscono sul microbiota per correggerlo

L’obesità, che colpisce almeno mezzo miliardo di persone in tutto il mondo, porta a molteplici malattie metaboliche, tra cui il diabete e l’ipertensione. Il ruolo della disbiosi del microbiota nella sua insorgenza e/o progressione è ormai riconosciuto. Il tè verde, ampiamente consumato, è noto per avere effetti benefici come la riduzione del peso corporeo e della sindrome metabolica. I suoi componenti – polifenoli, caffeina (Caf) e L-teanina (Thea), possono ridurre l’assorbimento di calorie e stimolare le proteina-chinasi. I componenti, che risiedono principalmente nell’intestino crasso, interagiscono e modulano il microbioma intestinale. La ricerca mostra che l’estratto di tè verde riduce i batteri intestinali dannosi e aumenta quelli benefici, con un potenziale impatto sull’obesità. In un recente studio pubblicato sul Foods Journal, un gruppo di ricercatori ha studiato l’impatto del tè verde e dei suoi componenti funzionali sul peso corporeo e sulla regolazione del microbiota intestinale.

Per i test sugli animali, giovani topi maschi C67BL/6J sono stati ottenuti dall’Università di Yangzhou, acclimatati per una settimana e poi divisi in gruppi per diversi regimi dietetici. Alcuni hanno ricevuto una dieta ricca di grassi (HF) integrata con infusi di tè verde, mentre ad altri è stata somministrata una dieta HF con i principali componenti del tè verde. Come anticipato, i topi che hanno seguito questa dieta hanno guadagnato peso significativo e accumulato grasso entro otto settimane, confermando l’utilizzo della dieta HF come modello per indurre l’obesità. Questo contrasto nell’aumento di peso e nell’accumulo di grasso è stato osservato rispetto a un gruppo con dieta a basso contenuto di grassi (LF), anche se l’assunzione di cibo e acqua non presentava differenze significative per entrambi i gruppi. Tuttavia, l’introduzione del tè verde nella dieta HF ha prodotto risultati interessanti. Lo studio ha utilizzato tre diverse concentrazioni di tè verde nella dieta: 1%, 2% e 4%.

Sorprendentemente, anche se il gruppo con la più alta concentrazione di tè verde ha mangiato più cibo, ha mostrato la perdita di peso e di grasso più considerevole, indicando un impatto significativo del tè verde sulla lotta all’obesità. Ulteriori test biochimici hanno mostrato un calo degli indicatori di obesità nei soggetti con tè verde topi da tè. Inoltre, le cellule epatiche dei topi sottoposti alla dieta HF più tè verde sembravano più sane di quelle del gruppo HF puro, fornendo un’ulteriore prova delle proprietà anti-obesità del tè verde. Particolarmente degna di nota è stata la riduzione dei marcatori di infiammazione TNF-alfa e della chemochina MCP-1 nei gruppi trattati con tè verde. Come rivelato attraverso il sequenziamento genetico di nuova generazione (NGS), anche la salute del microbiota intestinale è stata influenzata positivamente dall’aggiunta di tè verde. Il gruppo che ha consumato tè verde al 4% ha presentato alterazioni significative nella popolazione della comunità intestinale.

I ricercatori hanno scoperto un modello unico nel raggruppamento del microbiota intestinale nei topi nutriti con una dieta HF integrata con tè verde. Questa infusione, in particolare alla concentrazione del 4%, ha migliorato sostanzialmente la microflora intestinale dei topi obesi, mitigando le alterazioni metaboliche causate dalla dieta HF. Lo studio ha identificato 32 generi batterici, tra cui Akkermansia, Bacteroides, Alistipes, Saccharofermentans, Acetatifactor, Allobaculum e Falsiporphyromonas, come biomarkers associati alla dieta HF. Di questi, i polifenoli del tè (TPP) hanno notevolmente aumentato la presenza di Akkermansia spp., svolgendo un ruolo vitale nel ristabilire una comunità batterica sana necessaria per contrastare l’obesità. Approfondendo ulteriormente il ruolo di TPP, Thea e Caf in questi effetti, i ricercatori hanno scoperto che i gruppi che consumavano TPP e Thea hanno ridotto significativamente peso e grasso dopo 8 settimane.

Inoltre, l’infiammazione del fegato è stata ridotta, e il TPP ha avuto l’impatto più forte. Questi componenti hanno anche migliorato la lunghezza e la superficie dei villi intestinali, migliorando la salute dell’intestino. Per quanto riguarda la composizione del microbiota intestinale, il TPP ha sostanzialmente aumentato le popolazioni batteriche benefiche diminuendo quelle dannose. I cluster di microbiota intestinale per Thea e Caf differivano leggermente dal gruppo HF, mentre il cluster TPP era separato dal gruppo HF e simile al gruppo LF. Il TPP ha mostrato il maggiore impatto sulla diversità del microbioma. Dei 32 generi microbici identificati associati all’obesità, ciascun componente ha influenzato in modo significativo dieci generi. Pertanto, la ricerca suggerisce che il tè verde può essere un potente rimedio per le complicanze indotte dalla dieta con scompenso cardiaco, principalmente modificando le comunità microbiche intestinali.

  • A cura del Dr. Gianfrancesco Cormaci, PhD, specialista in Biochimica Clinica.

Pubblicazioni scientifiche

Mei H, Li J et al. Foods 2023 Aug; 12(15):2953.

Sun L et al. Molecules. 2023 Aug; 28(15):5871.

Zhu M et al. J Nutr Biochem. 2023; 118:109356.

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Dott. Gianfrancesco Cormaci
Dott. Gianfrancesco Cormaci
Laurea in Medicina e Chirurgia nel 1998, specialista in Biochimica Clinica dal 2002, ha conseguito dottorato in Neurobiologia nel 2006. Ex-ricercatore, ha trascorso 5 anni negli USA alle dipendenze dell' NIH/NIDA e poi della Johns Hopkins Univerisity. Guardia medica presso la casa di Cura Sant'Agata a Catania. In libera professione, si occupa di Medicina Preventiva personalizzata e intolleranze alimentari. Detentore di un brevetto per la fabbricazione di sfarinati gluten-free a partire da regolare farina di grano. Responsabile della sezione R&D della CoFood s.r.l. per la ricerca e sviluppo di nuovi prodotti alimentari, inclusi quelli a fini medici speciali.

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