Uno studio su larga scala (≈40.000 adulti della UK Biobank) ha mostrato che marcatori RM di disfunzione del flusso del liquido cerebrospinale (CSF) — usati come proxy dell’attività del sistema glimfatico, il “ sistema di smaltimento rifiuti” del cervello — predicono il rischio di demenza negli anni successivi. Gli stessi marcatori risultano peggiori in presenza di fattori vascolari (in primis ipertensione) e di disturbi del sonno, suggerendo un meccanismo condiviso: se il sistema glimfatico è inefficiente, si accumulano proteine tossiche come amiloide e tau, accelerando neurodegenerazione e declino cognitivo. (PMC)
Cosa ha fatto lo studio
Ricercatori di Cambridge hanno applicato algoritmi di AI a risonanze magnetiche per derivare indici del movimento del CSF e li hanno legati a demenza incidente registrata ai follow-up. Hanno inoltre mostrato che pressione alta, diabete, fumo e rigidità arteriosa si associano a peggiore dinamica del CSF, fornendo una spiegazione biologica del perché sonno compromesso e fattori vascolari aumentino il rischio di demenza. (University of Cambridge)
Perché contano sonno e pressione
Il sistema glimfatico è più attivo durante il sonno e dipende dall’impulso vascolare: insonnia/sonno frammentato ne riducono l’efficienza; la mancata “caduta notturna” della pressione e l’ipertensione cronica disturbano la pulsazione vascolare che “spinge” il CSF, peggiorando il lavaggio delle scorie. Evidenze sperimentali e cliniche convergono su questo modello. (PMC)
Messaggi pratici
- Controllare la pressione (obiettivo e “dipping” notturno) e gli altri fattori vascolari potrebbe preservare la funzione glimfatica e ridurre il rischio di demenza.
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Igiene del sonno: regolarità di orari, luce/rumore ridotti, limitare alcol e schermi la sera; valutare CBT-I o trattamento dell’apnea se presenti.
Queste raccomandazioni restano coerenti con le linee guida preventive e ora hanno anche un razionale meccanicistico legato alla clearance cerebrale. (Lo studio è osservazionale: serviranno trial interventistici per dimostrare causalità e reversibilità.) (medscape.com)
Fonte primaria: articolo su Alzheimer’s & Dementia e comunicato dell’Università di Cambridge, con sintesi di testate specialistiche. (PMC)
