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Allergie da tinture per capelli: alla ricerca di alternative naturali più sicure

Capelli e cosmetica

I capelli contribuiscono alla presentazione della nostra immagine, all’espressione della nostra personalità, ragion per cui l’estetica ha sempre puntato sulla cura di questi nostri annessi. La possibilità di cambiare colore ai capelli per poter esprimere pensieri, tendenze di moda o quant’altro, porta donne ed anche uomini ad usare le tinture per voler essere “fashion”, ma anche per cercare di coprire “i segni del tempo”. I settori della cosmetica e dell’estetica mettono sempre molta attenzione alle acconciature, per le quali spuntano costanti variazioni, modifiche e tendenze innovative. Accanto ai colori tradizionali, poi, l’opzione di colori alternativi è cresciuta grazie alle conoscenze scientifiche e della tecnica, senza tralasciare il lato della sicurezza soprattutto nell’ultimo decennio. Le richieste e le esigenze di oggi sono ampiamente soddisfatte e alla portata di chiunque lo desideri.

Capelli fra chimica e moda

Conoscere i propri capelli e le sue caratteristiche strutturali è una base che spesso molti clienti tralasciano prima di approcciare l’opzione della tintura. Non tutti i capelli sono uguali, ma non solo per colore, quanto piuttosto per struttura, spessore e resistenza delle loro fibre. Il colore certamente influenza la scelta del colore, non fosse altro che il colore è determinato dal tipo di melanina. Questa sostanza che dà colore alla pelle, agli occhi, ai nevi ed anche ai capelli non è uguale in senso universale: i capelli castani e neri hanno la eumelanina, mentre i capelli biondi e rossi contengono la feomelanina, che si distingue dalla precedente per un certo contenuto di zolfo. La percentuale di ognuna determina le varie tonalità e sfumature dicolore naturale dei capelli. La proteina maggiore dei capelli è la cheratina, che può sembrare ancora una volta uguale in tutti i tipi di capello, anche se in realtà non è così.

La cheratina è una proteina ricca di aminoacidi contenenti zolfo (cisteina), che formano ponti molecolari responsabili della piega naturale del capello: se un capello è liscio, mosso o riccio lo decide la quantità di ponti zolfo presenti nella struttura della cheratina. Prima dell’applicazione della tintura, inoltre, va studiato lo “status” del capello, se è indebolito da carenza nutrizionali o stress atmosferici e tenere conto ovviamente del suo spessore. Una volta superata l’analisi preliminare, si può coprire l’inestetismo oppure cambiare totalmente il colore ricorrendo alle tinture, le quali si classificano in base alla stabilità, alle tonalità ottenibili e alla loro durata nel tempo. La colorazione riflessante (o temporanea superficiale) modifica solo lievemente il colore naturale e conferisce appunto dei riflessi prima assenti. Le molecole di colore che la costituisce sono piuttosto grandi e non riescono ad entrare nella struttura profonda del capello, per cui si legano alla cheratina superficiale.

La colorazione semi-permanente (colorazione diretta) contiene molecole di medie dimensioni che possono approfondarsi un po’ nella struttura del capello, ma con i lavaggi il colore andrà progressivamente via. Queste tinture non contengono generalmente sostanze ossidanti o azotate (volgarmente chiamate “ammoniacali”), mentre la colorazione permanente sfrutta una reazione chimica di ossidazione di piccole molecole che cambia il colore del capello in modo irreversibile. A livello di formulazione, la colorazione permanente è composta da due prodotti: una crema con i precursori del colore in ambiente alcalino ed una emulsione ossidante. L’alcalinità permette la penetrazione profonda nei capelli; l’agente ossidante prima decolora la melanina del capello e poi ossida i composti incolori dando loro il colore finale. Finito il processo, le molecole hanno fatto ponti molecolari irreversibili con la cheratina, il che farà resistere il colore a tutti gli shampoo che si voglia.

Queste sostanze conferenti colore dall’odore di ammoniaca, sono i realtà composti aromatici contenenti azoto (fenilendiammine, ammino-fenoli), che vanno incontro a reazioni ossido-riduttive. I loro intermedi sono capaci di reagire con la cheratina del capello, ma questa è anche il normale costituente dell’epidermide. Questo vuol dire che il colore in via di formazione può aderire alla pelle del cuoio capelluto. La cheratina modificata, nel tempo, può causare reazione da parte del sistema immunitario locale, che riconosce questa anomalia e la vede come un antigene. La prima reazione più facile a svilupparsi è una dermatite, un effetto che generalmente compare nelle persone che hanno già una diatesi allergica di fondo, anche se questo può non essere assoluto. La possibilità che molecole non reagite di colorante penetrino in profondità della pelle, può aumentare la probabilità che le reazioni cutanee diventino più frequenti o più gravi. Questo ha spinto nel tempo alla ricerca di soluzioni più naturali.

Alla ricerca di soluzioni compatibili con la salute

Le tinture vegetali come quelle a base di hennè o di camomilla non hanno la proprietà “permanente”; possono conferire solo alcune nuance, ma non coprono i capelli grigi. Tuttavia, la crescente consapevolezza dei rischi per la salute legati alla colorazione permanente, determinata dai suoi composti azotati aromatici, ha fatto sorgere preoccupazioni e discussioni al riguardo. Infatti, un colorante ideale dovrebbe essere innocuo ma questo non è il caso per le ammine aromatiche, per le quali sono riconosciute anche proprietà cancerogene. Allo scopo di ottenere colori più resistenti ma evitare la tossicità, sono state sintetizzate nuove molecole. Il requisito maggiore è che queste siano sicure dal un punto di vista tossicologico ed allergologico, dato che vengono a contatto col cuoio capelluto. In seconda battuta i nuovi precursori devono poter sviluppare una sufficiente intensità della gradazione di colore voluta, oltre ad essere resistenti ai lavaggi frequenti, al sudore ed alle messe in piega.

Se per i colori permanenti c’è la maggiore preoccupazione, anche per quelli temporanei non c’è da stare del tutto sereni, a meno che se ne acquisisca consapevolezza e se ne calibri l’uso nel tempo. Infatti, due anni fa sono stati pubblicati i risultati di tests eseguiti su tre coloranti che vengono usati ampiamente per le colorazioni temporanee, perché facili da usare e non costosi: il Blu Vittoria 2, la Fucsina basica e il Rosso basico 2. Tutte e tre le sostanze possono reagire con l’albumina sanguigna e con molecole di DNA isolate da fibroblasti della pelle o cellule immunitarie circolanti. Hanno, in aggiunta, mostrato tossicità diretta verso i globuli rossi. Un’opzione alternativa che è sotto studio per creare formulazioni coloranti vegetali e non tossiche, è quella a base di ribes nero, che è molto ricco di antocianine scure. Dato che si tratta di polifenoli, notoriamente benefici per la salute, la loro reattività verso la cheratina dei capelli non ne pregiudica sensibilmente l’impiego pratico, specie se il risultato finale è piacevole e sicuro per la salute.

  • a cura del Dr. Gianfrancesco Cormaci, PhD, specialista in Biochimica Clinica.

Pubblicazioni scientifiche

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Dott. Gianfrancesco Cormaci
Dott. Gianfrancesco Cormaci
Laurea in Medicina e Chirurgia nel 1998, specialista in Biochimica Clinica dal 2002, ha conseguito dottorato in Neurobiologia nel 2006. Ex-ricercatore, ha trascorso 5 anni negli USA alle dipendenze dell' NIH/NIDA e poi della Johns Hopkins University. Guardia medica presso la casa di Cura Sant'Agata a Catania. In libera professione, si occupa di Medicina Preventiva personalizzata e intolleranze alimentari. Detentore di un brevetto per la fabbricazione di sfarinati gluten-free a partire da regolare farina di grano. Responsabile della sezione R&D della CoFood s.r.l. per la ricerca e sviluppo di nuovi prodotti alimentari, inclusi quelli a fini medici speciali.

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