martedì, Maggio 7, 2024

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Fluorochinoloni: gli antibiotici che metterebbero a rischio l’aorta

I fluorochinoloni sono una categoria di antibiotici spesso prescritti per svariate infezioni batteriche, dalle sinusiti alle infezioni delle vie urinarie. Comunque, essi sono stati segnalati per possedere effetti collaterali potenzialmente pericolosi. Ecco perché nel 2016 la FDA ha approvato delle variazioni nelle avvertenze sulle confezioni, per avvertire su effetti secondari che potrebbero diventare danni permanenti. Nel 2008, la Food and Drug Administration degli Stati Uniti ha emesso un avviso di “scatola nera” per fluorochinoloni sulla base di dati di farmaco-vigilanza che indicavano che tali farmaci erano associati a successive tendiniti e rottura del tendine. Numerosi studi epidemiologici hanno confermato questa associazione. La biologia cellulare secondaria e la ricerca sugli animali ha chiarito la patofisiologia per coinvolgere la regolazione delle metallo-proteinasi della matrice con conseguente riduzione della quantità e della qualità delle fibrille di collagene. Recenti studi longitudinali hanno connesso l’uso di questi antibiotici con un significativo aumento del rischio di malattia aortica, una condizione che colpisce il principale vaso arterioso del corpo. Essa si manifesta o come aneurisma (dilatazione) o dissecamento (rottura lungo l’asse del vaso) delle fibre muscolari lisce del vaso, ed entrambe le condizioni sono potenzialmente fatali.

Un nuovo studio, condotto da ricercatori del Karolinska Institutet a Stoccolma, Lund University (entrambe in Svezia), e lo Statens Serum Institut a Copenhagen, Danimarca, è riuscito a confermare alcune delle associazioni di cui medici e pazienti si preoccupavano. I ricercatori, diretti dal caporicerca Dr. Björn Pasternak, del Dipartimento di Medicina al Karolinska Institutet, hanno lavorato con dati forniti da banche dati nazionali, il Registro Nazionale dei farmaci Prescritti, il registro Nazionale dei Pazienti, Statistiche Svedesi ed il Registro per le Cause di Morte in Svezia. Il periodo considerato è stato fra il Luglio 2006 e Dicembre 2013. Hanno paragonato il rischio di malattia aortica in 360.088 persone che avevano assunto fluorochinoloni, col rischio di sviluppare la condizione su un ungula numero di partecipanti che avevano assunto un antibiotico completamente diverso, l’amoxicillina. L’analisi conclusive hanno dimostrato un rischio del 66% maggiore di sviluppare malattia aortica (aneurisma o dissecazione) fra I pazienti che avevano assunto fluorochinoloni. Questo aumento corrispondeva ad una differenza assoluta di 82 casi di aneurisma o dissecazione aortici su 1 milione di trattamenti per un periodi di rischio di 2 mesi.

Il team ammette che, analogamente ad altri studi, la nuova ricerca è di natura osservazionale, per cui non è stato in grado di stabilire che i fluorochinoloni causano malattia aortica con certezza. Eppure il Dr. Pasternak arguisce che fattori come l’ampiezza della coorte impiegata e la solida metodologia, rendono I risultati  altamente credibili. Sebbene il rischio assoluto riscontrato è stato relativamente piccolo, i dati dello studio dovrebbero essere interpretati nel contesto di un vasto consumo di fluorochinoloni a livello globale. Uno dei meccanismi con cui questi antibiotici si legano alla malattia aortica, è che essi stimolano l’attività di certi enzimi che servono al rimodellamento e/o alla degradazione dei tessuti. Uno dei fattori molecolari coinvolti nello sviluppo della malattia aortica è un’aumentata attività di enzimi proteolitici chiamati metallo-proteasi (MMPs).  Le MMPs sono enzimi attivamente coinvolti nell’erosione delle cartilagini (es. artrosi o artrite reumatoide), ma possono agire anche sui tendiniOra che i ricercatori sanno il meccanismo con cui i fluorochinoloni provocano lesioni vascolari, si comprende la base di un effetto collaterale che è rimasto inspiegato da tempo e che destava molta preoccupazione fra i pazienti: la rottura del tendine di Achille. Non che i fluorochinoloni abbiano una preferenza per questo tendine, ma semplicemente perché è uno di quelli sottoposti alle maggiori sollecitazioni giornaliere.

I ricercatori concludono che I loro studi successive dovrebbero dedicarsi a chiarire se tutti i fluorochinoloni hanno la stessa proprietà lesiva nei confronti dei vasi arteriosi. E capire, inoltre come le metallo-proteasi vengono attivate, dato che questo è ancora un processo ignoto.  

  • a cura del Dr. Gianfrancesco Cormaci, PhD, specialista in Biochimica Clinica.

Recensioni specifiche

Pasternak B et al. 2018 Mar 8; 360:k678.

Juurlink DN. British Med J. 2018 Mar 8; 360:k988. 

Singh J et al. J Photochem Photobiol B. 2018; 178:593.

Qin P et al. J Environ Sci Health B. 2017; 52(11):833-41.

Bolon B. Toxicoogyl Pathol. 2017 Oct; 45(7):834-837.

Daneman N et al. BMJ Open. 2015; 5(11):e010077. 

Lee CC et al. JAMA Intern Med. 2015; 175(11):1839-47.

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Dott. Gianfrancesco Cormaci
Dott. Gianfrancesco Cormaci
Laurea in Medicina e Chirurgia nel 1998, specialista in Biochimica Clinica dal 2002, ha conseguito dottorato in Neurobiologia nel 2006. Ex-ricercatore, ha trascorso 5 anni negli USA alle dipendenze dell' NIH/NIDA e poi della Johns Hopkins University. Guardia medica presso la casa di Cura Sant'Agata a Catania. In libera professione, si occupa di Medicina Preventiva personalizzata e intolleranze alimentari. Detentore di un brevetto per la fabbricazione di sfarinati gluten-free a partire da regolare farina di grano. Responsabile della sezione R&D della CoFood s.r.l. per la ricerca e sviluppo di nuovi prodotti alimentari, inclusi quelli a fini medici speciali.

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