giovedì, Aprile 25, 2024

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Capelli fragili e carenze nutrizionali: il caso dei minerali come ferro, zinco e selenio

Nutrizione e salute dei capelli

Le persone si informano comunemente sull’integrazione di vitamine e minerali e la dieta come mezzo per prevenire o gestire le malattie dermatologiche e, in particolare, la caduta dei capelli. Rispondere a queste domande è spesso impegnativo, dato l’enorme e contrastante corpus di prove che esistono su questo argomento. Gli ultimi risultati promuovono nuove raccomandazioni basate sull’evidenza per la prevenzione e il trattamento della dermatite atopica, della psoriasi, dell’acne e del cancro della pelle e hanno evidenziato la necessità di studi di ricerca in corso. Il cuoio capelluto umano contiene circa 100.000 follicoli piliferi. Di questi, il 90% si trova nella fase anagen, dove non c’è alopecia, che richiede elementi essenziali, come proteine, vitamine e minerali, per produrre in modo efficiente capelli sani. I micronutrienti, tra cui vitamine e minerali in traccia, sono quindi componenti cruciali della nostra dieta.

Nella malnutrizione proteico-energetica, i cambiamenti della pelle e dei capelli sono importanti, come si vede, ad esempio nei bambini con malnutrizione nei paesi sottosviluppati e negli anziani oncologici o con marasma senile. Esistono diversi motivi per sospettare un ruolo dei micronutrienti nell’alopecia non cicatrizzante. Il più degno di nota è che i micronutrienti sono elementi importanti nel normale ciclo del follicolo pilifero, e svolgono un ruolo nel ricambio cellulare delle cellule della matrice nel bulbo del follicolo che si stanno rapidamente dividendo. Una carenza calorica o una privazione di diversi elementi, tra cui vitamine, minerali, acidi grassi essenziali e proteine, causate da una riduzione dell’assorbimento possono portare alla perdita di capelli, anomalie strutturali e cambiamenti del pigmento, sebbene i meccanismi esatti non siano ben noti. Persino una grave riduzione dell’apporto di carboidrati provoca anche la caduta dei capelli.

Ferro e caduta dei capelli

La carenza nutrizionale più comune al mondo è la carenza di ferro, che contribuisce all’effluvio telogenico. Il livello sierico di ferritina (proteina legante il ferro) è considerato un buon indicatore delle riserve totali di ferro corporeo ed è considerato un indicatore negli studi sulla perdita di capelli. Tuttavia, i livelli sierici di ferritina possono aumentare nei pazienti con condizioni infiammatorie, infettive e tumorali e in quelli con disturbi epatici. La carenza di ferro è comune nelle donne con perdita di capelli. Tuttavia, l’associazione tra perdita di capelli e basso livello di ferritina sierica è stata discussa per molti anni. È in corso una discussione sul fatto che i bassi livelli sierici di ferritina debbano essere designati come una carenza nutrizionale che innescala caduta dei capelli. Usando i livelli sierici di ferritina come marker per la carenza di ferro, la definizione di carenza di ferro (ma non specificamente l’anemia sideropenica) in diversi studi è variata da una concentrazione sierica di ferritina tra 15-70 microgr/L.

Per invertire la grave perdita di capelli dovuta all’effluvio telogen, alcuni autori raccomandano di mantenere livelli sierici di ferritina tra 40-70 microg/dL. Non ci sono prove sufficienti sull’efficacia della sostituzione del ferro sull’esito dell’effluvio telogen, sebbene alcuni benefici siano stati raggiunti in alcuni studi controllati. Le mestruazioni sono la causa principale della carenza di ferro in donne in premenopausa altrimenti sane. I range di riferimento inferiori della ferritina sierica femminile sono stati messi in discussione, a causa del confondimento dovuto alla diffusa carenza di ferro nelle donne in premenopausa campionate durante la determinazione dei livelli di riferimento della popolazione. Il ruolo degli aminoacidi essenziali nell’anemia è ben noto, ma il modo in cui gli aminoacidi influenzano l’assorbimento del ferro è oggetto di ricerche in corso. Inoltre, il possibile impatto degli aminoacidi sulla crescita dei capelli deve ancora essere chiarito.

La biodisponibilità della L-lisina è limitata principalmente a pesce, carne e uova. Poco si sa sull’influenza della L-lisina sull’assorbimento e sull’utilizzo del ferro. Inoltre la cheratina è molto ricca di zolfo, quindi serve anche un buon apporto di cisteina e metionina. È quello che contengono molti integratori commerciali per lo scopo. Nel 2008 è stato descritto il ruolo dell’epcidina nella regolazione del ferro e nella caduta dei capelli. L’hepcidina è una proteina epatica che limita l’assorbimento del ferro enterico; questa proteina è considerata l’ormone ferro-regolante presente in tutti i mammiferi e responsabile dell’assorbimento del ferro. Diverse proteine stimolano l’espressione del gene che codifica per l’hepcidina (HAMP) in risposta a livelli elevati di ferro o infezione. Il ruolo del ferro durante il ciclo dei capelli non è stato ben studiato. Nel 2006, uno studio investigativo ha descritto l’espressione genica specifica della regione di rigonfiamento del follicolo pilifero. Nel 2010, gli scienziati hanno esaminato la letteratura per la funzione dei geni che potrebbero essere influenzati da livelli di ferro fluttuanti.

I geni CDC2, NDRG1, ALAD e RRM2 sono sovraregolati nella regione del rigonfiamento e possono essere regolati dal ferro. I geni Decorin e DCT sono sottoregolati nella regione del rigonfiamento e possono anche essere regolati dal ferro. Gli autori hanno ipotizzato che la carenza di ferro potrebbe cambiare la normale progressione del ciclo cellulare nelle cellule del bulbo. Ma cosa c’entra il ferro con la duplicazione cellulare? Non tutti sanno, forse, che il ferro non è unicamente presente nell’emoglobina del sangue o nelle proteine respiratorie muscolari (mioglobina, citocromi). Ci sono centina di enzimi cellulari che utilizzano ferro perché possano funzionare correttamente. Uno di questi è la riboside difosfato reduttasi (RDPR). L’enzima completa la sintesi delle basi del DNA, convertendo i nucleotidi a deossi-nucleotidi. Senza questo passaggio le basi nucleotidiche possono servire solo a fabbricare acido ribonucleico (RNA), ma non acido desossi-ribonucleico (DNA) del materiale genetico.

 

Carenza di zinco e capelli

Lo zinco è un oligoelemento essenziale che deve essere fornito attraverso la dieta. Le principali fonti alimentari di zinco sono pesce, carne, cacao e frutta secca. Anche la crusca di cereali ne è relativamente ricca. Tuttavia, la carenza di zinco può verificarsi in pazienti che consumano grandi quantità di cereali integrali (che contiene acido fitico considerato agente chelante dello zinco), in quelli con scarso consumo di carne e nei lattanti con latte in polvere. L’acido fitico della crusca, può diventare anche un chelante del ferro, quindi è raccomandabile evitarne un consumo eccessivo. L’alopecia è un noto segno di accertata carenza di zinco con ricrescita dei capelli che si verifica con l’integrazione di zinco. Uno studio retrospettivo trasversale di 115 soggetti con diagnosi di alopecia (acuta e cronica) ha rilevato che il 9,6% dei soggetti aveva carenza di zinco.

Un altro studio che ha confrontato 312 soggetti con perdita di capelli (da effluvio telogen o alopecia areata) con 32 controlli ha mostrato bassi livelli di zinco. I risultati di questo studio hanno mostrato una forte correlazione tra carenza di zinco (<70 ug / dL) e perdita di capelli. Anche il ruolo della supplementazione di zinco è aperto al dibattito. In un vecchio studio in doppio cieco controllato con placebo, pubblicato nel 1981, in cui i ricercatori hanno somministrato 220mg di gluconato di zinco due volte al giorno per 3 mesi a soggetti con alopecia aerata, non vi è stato alcun miglioramento dopo l’integrazione di zinco. D’altro canto, un altro studio più recente condotto su 15 pazienti con alopecia aerata che hanno assunto 50 mg di gluconato di zinco per 12 settimane ha mostrato buoni risultati in nove dei 15 soggetti.

Il ruolo del selenio nei capelli

Il selenio è un oligoelemento essenziale necessario per la sintesi di oltre 35 proteine. La quota dietetica raccomandata per il selenio è USA è di 55ug al giorno per le persone di età pari o superiore a 14 anni. La disponibilità di selenio in una varietà di alimenti come carne, verdure e noci, è sufficiente per soddisfare il fabbisogno giornaliero. L’ingestione di selenio in quantità superiore a 400 ug al giorno può causare tossicità. La glutatione perossidasi e tioredossina reduttasi (enzimi antiossidanti) e la tireoperossidasi (per la sintesi dell’ormone tiroideo) dipendono dal selenio come co-fattore. Quindi a parte il ruolo diretto del selenio nella salute del capello, la prevenzione della caduta dei capelli da integrazione con selenio è probabilmente da correlarsi con una migliore salute tiroidea.

E’ risaputo, infatti, che i pazienti con disturbi tiroidei cronici (carenze, tiroiditi, ecc), hanno una consistenza dei capelli ruvida e palesemente distrofica. In realtà la carenza di selenio potrebbe essere più comune di quanto si creda. Essendo un elemento poco considerato, anche nel dosaggio delle analisi ematochimiche, quasi nessuno pensa al dosaggio dei livelli di selenio nel sangue perché quasi tutti sono rimasti tradizionalmente legati più alla carenza di ferro come fattore più comunemente responsabile. È infatti possibile riscontrare alopecia in persone con un apparente buono stato nutrizionale e normali livelli di ferro o ferritina nel sangue. In tal caso potrebbe essere saggio andare a dosare i livelli di selenio.

  • A cura del Dr. Gianfrancesco Cormaci, PhD, specialista in Biochimica Clinica.

Pubblicazioni scientifiche

Finner AM. Dermatology Clin. 2013; 31(1):167–72.

Kil MS, Kim CW et al. Ann Dermatol. 2013; 25(4):405.

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Durusoy C et al. Clin Exp Dermatol 2009; 34(7):789.

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Dott. Gianfrancesco Cormaci
Dott. Gianfrancesco Cormaci
Laurea in Medicina e Chirurgia nel 1998, specialista in Biochimica Clinica dal 2002, ha conseguito dottorato in Neurobiologia nel 2006. Ex-ricercatore, ha trascorso 5 anni negli USA alle dipendenze dell' NIH/NIDA e poi della Johns Hopkins University. Guardia medica presso la casa di Cura Sant'Agata a Catania. In libera professione, si occupa di Medicina Preventiva personalizzata e intolleranze alimentari. Detentore di un brevetto per la fabbricazione di sfarinati gluten-free a partire da regolare farina di grano. Responsabile della sezione R&D della CoFood s.r.l. per la ricerca e sviluppo di nuovi prodotti alimentari, inclusi quelli a fini medici speciali.

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