Il diabete di tipo 1 è una condizione cronica in cui il sistema immunitario attacca e distrugge erroneamente le cellule beta del pancreas che producono insulina. La perdita di queste cellule porta a livelli elevati di glicemia e richiede una terapia insulinica continua e un attento monitoraggio per evitare gravi complicazioni. Uno studio co-diretto dai ricercatori della Indiana University School of Medicine presenta una potenziale nuova strategia per prevenire o rallentare la progressione del diabete di tipo 1, prendendo di mira una proteina correlata all’infiammazione. I risultati, recentemente pubblicati su eBioMedicine, potrebbero contribuire a orientare gli studi clinici su un farmaco, già approvato dalla FDA americana per la psoriasi, come trattamento del diabete di tipo 1.
In studi di laboratorio su cellule umane e modelli murini, i ricercatori hanno scoperto che l’applicazione di un metodo molecolare per bloccare la segnalazione dell’infiammazione attraverso la proteina tirosin-chinasi 2 (TYK2) ha ridotto l’infiammazione dannosa nel pancreas (insulite). Questa strategia non solo ha protetto le cellule beta del pancreas, ma ha anche ridotto l’attacco del sistema immunitario a tali cellule. Un farmaco che inibisce TYK2 è già approvato per il trattamento della psoriasi. Studi in vitro hanno dimostrato che l’inibitore di TYK2 chiamato BMS-986202 o Zasocitinib previene la sovraregolazione dell’HLA di classe I delle cellule β indotta da interferone-alfa (IFNα), lo stress del reticolo endoplasmatico (ERS/UPR) e la produzione di chemochine.
In studi di co-coltura, il pretrattamento delle cellule pancreatiche β con il farmaco ha prevenuto la presentazione del peptide antigenico indotto da IFNα e la degranulazione delle cellule T alloreattive e autoreattive. Il blocco degli effetti mediati da IFNα tramite l’inibizione delle tirosina-chinasi JAKs ha mostrato effetti benefici in modelli murini in vivo e in vitro di diabete di tipo 1. Inoltre, in un recente studio clinico, l’inibitore di JAK1/2 baricitinib ha preservato il peptide C in soggetti di età compresa tra 10 e 30 anni a cui era stato recentemente diagnosticato un diabete di tipo 1 in stadio 3. L’inibizione di TYK2 può offrire vantaggi in termini di sicurezza rispetto agli inibitori di JAK, che sono associati a un aumentato rischio di eventi trombotici venosi e arteriosi, eventi cardiovascolari e neoplasie nelle popolazioni più anziane.
- A cura del Dr. Gianfrancesco Cormaci, PhD, specialista in Biochimica Clinica.
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