L’infertilità colpisce circa il 14% delle coppie in tutto il mondo, con fattori maschili che contribuiscono a quasi il 50% dei casi. Tuttavia, nonostante questa statistica allarmante, l’uso ricreativo di cannabis è in aumento e l’uso di tabacco rimane una sfida per la salute pubblica. La salute dello sperma è un fattore chiave per una riproduzione di successo, eppure milioni di uomini compromettono inconsapevolmente la loro fertilità attraverso il fumo. Il fumo di tabacco contiene oltre 7.000 sostanze chimiche, molte delle quali sono note sostanze cancerogene e mutagene che influenzano direttamente il DNA dello sperma. D’altra parte, il composto attivo della cannabis tetraidrocannabinolo (THC), si lega ai recettori nelle cellule dello sperma soprattutto il CB1R, alterandone la motilità, la vitalità e la morfologia.
Gli studi dimostrano che l’uso frequente di cannabis può persino modificare il panorama epigenetico dello sperma, con un potenziale impatto sulle generazioni future. Poiché la cannabis sta diventando sempre più legale in tutto il mondo, è fondamentale comprenderne le implicazioni sulla salute riproduttiva. Sono necessarie ulteriori ricerche per chiarire gli effetti genetici ed epigenetici di queste sostanze. L’uso di tabacco e cannabis ha un impatto negativo sulla qualità dello sperma e sull’integrità del DNA, con i fumatori di cannabis che sperimentano i danni più gravi. Questi risultati non sono solo statistiche, influenzano le famiglie reali che lottano contro l’infertilità. Una ridotta salute dello sperma può portare a difficoltà di concepimento, tassi di aborto spontaneo più elevati e rischi per la salute a lungo termine per la prole.
La cannabis è una delle droghe ricreative più ampiamente utilizzate ed è stata soggetta a una significativa riclassificazione e applicazione medica. Nel 2004, è stata declassata da farmaco di Classe B a farmaco di Classe C. Il suo potenziale utilizzo nel trattamento della sclerosi multipla, insieme al THC sintetico (dronabinolo) che viene utilizzato negli Stati Uniti e in diversi paesi europei per alleviare la cachessia correlata all’AIDS, ridurre la nausea da chemioterapia contro il cancro e affrontare il dolore cronico e l’ansia, ha alimentato idee sbagliate diffuse sulla sua legalità e sugli impatti sulla salute. L’uso di cannabis continua ad aumentare a livello globale ed il pubblico deve riconoscere i suoi potenziali pericoli riproduttivi. Su scala più ampia, la crescente legalizzazione e accettazione sociale della cannabis può contribuire a una crisi riproduttiva nascosta.
I decisori politici, gli operatori sanitari e gli individui dovrebbero dare priorità alla consapevolezza e alle misure preventive. Le campagne sulla salute pubblica dovrebbero, d’altro canto, evidenziare i rischi del fumo sulla fertilità, in particolare tra i giovani uomini che potrebbero non essere consapevoli delle conseguenze a lungo termine.
- A cura del Dr. Gianfrancesco Cormaci, PhD, specialista in Biochimica Clinica.
Pubblicazioni scientifiche
Amor H, Ismaeil A et al. Sci Reports 2025 Mar; 15:7547.
Omolaoye TS et al. Environ Sci Pollut Res Int. 2022; 29:62055.
Vertika S, Singh KK et al. Mitochondrion 2020; 54:26–40.