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Depressione e cancro al seno: ci sono correlazioni genetiche e associazioni causali?

Il disturbo depressivo maggiore (DEM) e il cancro al seno (CAM) sono due condizioni di salute distinte che possono essere collegate in diversi modi. È risaputo che i pazienti affetti da cancro hanno un rischio maggiore di sviluppare DEM rispetto alla popolazione generale. Una diagnosi di carcinoma mammario può essere un evento che cambia la vita e i trattamenti, come la chirurgia, la chemioterapia e la radioterapia, sono fisicamente ed emotivamente stressanti. Ciò può portare a rabbia, paura, ansia e depressione riguardo alla malattia e al suo trattamento. Inoltre, alcuni degli effetti collaterali del trattamento della malattia, come dolore, affaticamento e cambiamenti nei livelli ormonali, possono contribuire allo sviluppo della depressione. Pertanto, i pazienti con CAM hanno maggiori probabilità di manifestare sintomi depressivi dopo la diagnosi e il trattamento rispetto alle donne senza carcinoma mammario.

Sebbene esistano prove che suggeriscono che la CAM possa aumentare il rischio di sviluppare DEM e viceversa, sono necessarie ulteriori ricerche per comprendere appieno la relazione. Diversi studi hanno suggerito che la relazione potrebbe essere dovuta agli impatti dello stress e dell’infiammazione cronica sul sistema immunitario, che potrebbero aumentare il rischio sia di DEM che di CAM. I fattori di stress psicosociali nel cancro così come la depressione stessa promuovono l’infiammazione e lo stress ossidativo, una diminuzione dell’immuno-sorveglianza e un’attivazione anomala del sistema nervoso autonomo e dell’asse ipotalamo-ipofisi-surrene (reazioni allo stress). I fattori genetici svolgono un ruolo nella patogenesi della depressione e del cancro al seno, con stime di ereditarietà del 37% e del 31%, rispettivamente.

Ad oggi, studi di associazione sull’intero genoma (GWAS) su larga scala per entrambe le condizioni hanno identificato rispettivamente oltre 100 e 150 loci significativi sull’intero genoma correlati a queste condizioni. Wu et al. (2023) hanno identificato regioni genomiche locali specifiche condivise, come in 6p22.1 e in 21q21.1, con geni condivisi, come FLOT1 e HLA-S in 6p21.33, maggiormente espressi in tessuti specifici tra cui cervello, sangue, utero, colon, arterie e cuore; e funzioni genetiche condivise, come le risposte immunitarie, infiammatorie e allo stress, che possono essere coinvolte nello sviluppo sia della depressione che del cancro al seno. Questi risultati supportano il fatto che entrambe le condizioni possano essere collegati da una biologia condivisa. Ma c’è un’associazione causale reale fra le due condizioni?

Oltre alla GWAS, anche la tecnica della randomizzazione mendeliana (MER) è stata impiegata per accertarsi del fatto. Utilizzando l’analisi MER, le associazioni causali bidirezionali tra depressione e cancro a seno sono state studiate in due studi indipendenti, incluso il recente studio di Wu et al. (2023). Entrambi gli studi hanno rilevato l’effetto causale della depressione sul CAM, ma non è stato rilevato l’effetto causale di questo sulla DEM. La depressione era solamente associata ad un aumento del rischio di tumore al seno. Nell’analisi dei sottogruppi divisa per lo stato del recettore degli estrogeni (ER-alfa), l’effetto della depressione sul tumore ER-negativo era leggermente più forte di quello della depressione sulla forma ER-positiva. In conclusione, esistono prove che suggeriscono che depressione e carcinoma mammario condividono influenze genetiche; con al possibilità che la prima possa favorire lo sviluppo di un tumore al seno.

  • A cura del Dr. Gianfrancesco Cormaci, PhD, specialista in Biochimica Clinica.

Pubblicazioni scientifiche

Mössinger H, Kostev K. Brain Sci. 2023; 13(2):302.

Wu X, Zhang W et al. BMC Med. 2023; 21(1):170.

Zhu GL, Xu C et al. BMC Cancer. 2022; 22(1):353.

Walker J et al. Psychosom Med. 2021; 83(5):410-16.

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Dott. Gianfrancesco Cormaci
Dott. Gianfrancesco Cormaci
Laurea in Medicina e Chirurgia nel 1998, specialista in Biochimica Clinica dal 2002, ha conseguito dottorato in Neurobiologia nel 2006. Ex-ricercatore, ha trascorso 5 anni negli USA alle dipendenze dell' NIH/NIDA e poi della Johns Hopkins University. Guardia medica presso la casa di Cura Sant'Agata a Catania. In libera professione, si occupa di Medicina Preventiva personalizzata e intolleranze alimentari. Detentore di un brevetto per la fabbricazione di sfarinati gluten-free a partire da regolare farina di grano. Responsabile della sezione R&D della CoFood s.r.l. per la ricerca e sviluppo di nuovi prodotti alimentari, inclusi quelli a fini medici speciali.

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