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Autismo: un vecchio antibiotico migliora la socializzazione?

Il disturbo dello spettro autistico (ASD) è un disturbo dello sviluppo caratterizzato da problemi con abilità sociali, comunicazione e comportamento. I Centri per il controllo e la prevenzione delle malattie (CDC) stimano che circa 1 su 68 bambini negli Stati Uniti hanno l’ASD, e la condizione è circa 4,5 volte più comune tra i ragazzi rispetto alle ragazze. Mentre le cause esatte dell’autismo non sono chiare, gli studi hanno suggerito che la genetica possa svolgere un ruolo. Un gene che è stato associato alla condizione è PCDH10. Un antibiotico usato per curare la tubercolosi ha il potenziale per alleviare le disabilità sociali associate al disturbo dello spettro autistico, suggerisce una nuova ricerca. Lo studio rivela che il farmaco D-cicloserina ha potenziato la funzione di un gene correlato all’autismo chiamato PCDH10 e ha migliorato le menomazioni sociali nei topi. L’autore senior dello studio, il professor Edward Brodkin, dell’Università della Pennsylvania, e colleghi hanno recentemente riportato i loro risultati sulla rivista Biological Psychiatry. Secondo il Prof. Brodkin e colleghi, PCDH10 è espresso nell’amigdala – una regione del cervello che è stata collegata a disabilità sociali e comportamentali nelle persone con autismo. Tuttavia, il modo in cui questo gene influenza l’attività neuronale nell’amigdala per influenzare il comportamento sociale rimane sconosciuto. Per il loro studio, i ricercatori hanno cercato di comprendere meglio il ruolo del PCDH10 nei deficit sociali correlati all’autismo.

Innanzitutto, il team ha analizzato i neuroni dell’amigdala di topi geneticamente modificati per non avere una copia del gene PCDH10, riducendo la sua funzione. I ricercatori hanno scoperto che questi neuroni hanno mostrato una riduzione dei livelli di subunità del recettore NMDA del glutammato, che è un indicatore della connettività interrotta nei circuiti neurali. Inoltre, i roditori mostravano deficit sociali, confermando ulteriormente il ruolo del PCDH10 nel comportamento sociale. È interessante notare che il comportamento sociale dei topi maschi è stato più influenzato dalla ridotta funzione PCDH10 rispetto a quella dei topi femmina, che è correlata alla maggiore incidenza di ASD negli uomini umani. Successivamente, i ricercatori hanno trattato i topi con D-cycloserine, un antibiotico prescritto per il trattamento della tubercolosi. Il team spiega che la d-cicloserina è nota per potenziare la funzione del recettore del glutammato NMDA e studi precedenti hanno suggerito che il farmaco potrebbe essere efficace per il trattamento dei disturbi d’ansia. Dopo il trattamento con D-cicloserina, i ricercatori hanno identificato un miglioramento delle disabilità sociali tra i roditori. Questo studio non solo fa luce sui meccanismi con cui PCDH10 contribuisce ai deficit sociali nell’ASD, ma indica anche un potenziale trattamento per tali disabilità.

Una squadra dell’Università di Cincinnati College of Medicine, invece, guidata dal professor Erickson, ha condotto uno studio controllato con placebo sulla D-cicloserina per testare i suoi effetti nelle abilità sociali di pazienti con ASD, Il team ha valutato l’impatto del farmaco 11 settimane dopo il trattamento attivo per valutare il suo impatto sulla durabilità della risposta al trattamento. I partecipanti allo studio hanno incluso 60 pazienti ambulatoriali con ASD, età compresa tra 5 e 11 anni, tutti con QI superiore a 70, e funzionalità sociale compromessa in modo significativo che hanno completato una fase di trattamento attivo di 10 settimane durante la quale hanno ricevuto dosi singole settimanali di 50mg del farmaco o placebo somministrati 30 minuti prima dell’allenamento di abilità sociali di gruppo. La misura dell’outcome primario per valutazione del trattamento era il punteggio grezzo totale della SRS (Capability Social Scale) alla settimana 22. L’analisi del punteggio grezzo SRS ha dimostrato una diminuzione significativa per il gruppo-cicloserina rispetto al gruppo placebo (p = 0,042) che indica un maggiore mantenimento dell’effetto del trattamento farmacologico. I risultati di questo studio suggeriscono che la DCS può aiutare i giovani con ASD a mantenere le abilità acquisite durante la formazione delle abilità sociali ordinate. Tuttavia, il team afferma che saranno necessari studi su scala più ampia con follow-up più lungo per comprendere ulteriormente l’impatto a lungo termine del DCS associato alla formazione strutturata delle abilità sociali.

  • a cura del Dr. Gianfrancesco Cormaci, PhD, specialista in Biochimica Clinica.

Pubblicazioni scientifiche

Wink LK et al., Erickson CA. Mol Autism. 2017 Jan 25;8:2.

Minshawi NF et al. Erickson CA.Mol Autism. 2016 Jan 14; 7:2.

Urbano M et al. Clin Neuropharmacol. 2014 May-Jun; 37(3):69-72.

Modi ME, Young LJ. Biol Psychiatry. 2011 Aug 1; 70(3):298-304.

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Dott. Gianfrancesco Cormaci
Dott. Gianfrancesco Cormaci
Laurea in Medicina e Chirurgia nel 1998, specialista in Biochimica Clinica dal 2002, ha conseguito dottorato in Neurobiologia nel 2006. Ex-ricercatore, ha trascorso 5 anni negli USA alle dipendenze dell' NIH/NIDA e poi della Johns Hopkins University. Guardia medica presso la casa di Cura Sant'Agata a Catania. In libera professione, si occupa di Medicina Preventiva personalizzata e intolleranze alimentari. Detentore di un brevetto per la fabbricazione di sfarinati gluten-free a partire da regolare farina di grano. Responsabile della sezione R&D della CoFood s.r.l. per la ricerca e sviluppo di nuovi prodotti alimentari, inclusi quelli a fini medici speciali.

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