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Fragole: il loro impatto positivo sulla salute del cuore

Fragole: frutto che a piena maturazione diventa succulento, ha un sapore dolce ed è ricco di acqua, minerali ed alcune vitamine. La fragola ha un contenuto di vitamina C quasi doppio a quello delle arance (50mg/100g contro 30mg/100g), il che le fa un buon supplemento alimentare in caso di malanni comuni come raffreddore, colpi d’aria, gengive sanguinanti. Malauguratamente è un frutto disponibile solo per un breve periodo dell’anno, i primi mesi dell’estate, e la sua presenza fuori stagione non ne fa un valido prodotto al pari di quando lo si distribuisce nel periodo di appartenenza. In questo caso, si può arricchire in acqua, ma si impoverisce per vitamine e contenuto zuccherino. La fragola, però, ha altri costituenti che sono stati oggetto di studio negli ultimi 15 anni.

Uno di questi è l’acido ellagico, una sostanza della famiglia dei polifenoli. Questa classe di composti di origine vegetale, è nota al pubblico per le sue riconosciute capacità antiossidanti e preventive sulle malattia cardiovascolari, tumorali ed infiammatorie, tutte approvate dalla comunità scientifica. L’acido ellagico è una molecola semplice con azione antiossidante ed anti-infiammatoria provate su tutti gli animali da esperimento e nei primati. La si può ritrovare come tale o sottoforma di molecole più complesse (tannini). Oltre che nelle fragole, l’acido ellagico o i suoi derivati si ritrovano anche nei lamponi, nel melograno, nei mirtilli, nelle bacche di goji, nelle noci e anche nei piselli, come riportato da una ricerca pubblicata l’anno scorso (Zilani ML et al., 2017).

Ha azione normalizzante il profilo dei grassi plasmatici, riduce l’infiammazione delle pareti arteriose, combatte lo stress ossidativo delle pareti cardiache e migliora la pressione sistolica (Hannum SM et al. 2004; Yu YM et al. 2005; Basu A et al. 2009; Larrosa M et al., 2010; Kannan MM et al. 2011). Somministrato ai ratti infartuati sperimentalmente, previene sia l’aritmia postuma che la perdita cellulare dalle fibre muscolari del cuore, migliorando la ripresa funzionale cardiaca e l’emodinamica relativa (Gimenez-Bastida et al. 2012; Kannan MM, Quine SD., 2012; 2013; Dianat M et al., 2014). I ratti resi obesi e con sindrome metabolica migliorano il loro profilo cardiologico e metabolico globale se supplementati con estratti ricchi di acido ellagico, come fragole o melograno, aggiunti alla loro razione giornaliera (Panchal Sk et al. 2013).

In condizioni di fiogosi cronica (infiammazione d’organo, da lesioni traumatiche, autoimmunità, ecc.), l’acido ellagico sopprime la produzione di citochine e di altri markers dello stato infiammatorio, come la proteina C reattiva (PCR) e l’aptoglobina (Gupta SC et al., 2014), migliorando le placche atero-sclerotiche e lo stato delle difese antiossidanti (Ding Y et al. 2014). L’azione preventiva dell’acido ellagico sulla comparsa della stessa aterosclerosi è stata altresì dimostrata (Schulenburg K et al. 2015; Mele L et al. 2015). Oltre alla positività dei risultati ottenuti con acido ellagico puro o estratti di fragole sulla salute cardiovascolare, gli stessi effetti sono stati ottenuti con altre fonti alimentari ricchi di questo principio (come le noci, i mirtilli e i lamponi).

L’acido ellagico riesce ad essere efficace anche nella condizione clinica principale preludio alle cardiopatie: l’ipertensione arteriosa. In modelli sperimentali animali (ratto), la somministrazione di estratti ricchi di questa sostanza possono prevenire i disturbi causati dall’ipertensione alle pareti arteriose (Berkban T et al., 2015) ed alle pareti cardiache (Dougan and Chekman, 2015). I risultati sono stati confermati anche l’anno scorso da un gruppo indipendente di ricercatori (Jordao JBR et al. 2017). Purtroppo mancano ancora dati sperimentali ottenuti da prove cliniche ufficiali, dato che l’interesse maggiore della ricerca si è concentrato sulle proprietà dell’acido ellagico e dei suoi derivati come chemiopreventivo sui tumori. In questo settore, a parte gli studi su animali da laboratorio, esistono già trials clinici pubblicati che provano l’efficacia dell’acido ellagico e derivati (puri o come estratti di lampone, melograno, ecc.), su alcuni tipi di cancro nell’uomo.

Ma questa è un’altra storia.

  • A cura del Der. Gianfrancesco Cormaci, PhD, specialista in Biochimica Clinica.

Pubblicazioni scientifiche

Larrosa M et al. Mol Aspects Med. 2010 Dec; 31(6):513-39. 

Kannan MM, Quine SD. Eur J Pharmacol. 2011; 659(1):45-52.

Kannan MM, Quine SD. Cardiovasc Toxicol. 2012; 12(1):56-63

Giménez-Bastida JA et al. Mol Nutr Food Res. 2012; 56(5):784.

Gupta SC et al. Arch Biochem Biophys. 2014 Oct; 559:91-99.

Basu A et al. Crit Rev Food Sci Nutr. 2014; 54(6):790-806.

Dianat M et al. Avicenna J Phytomed. 2015; 5(2):120-27.

Schulenburg K et al. J Exp Bot. 2016 Apr; 67(8):2299-308.

Mele L et al. Arch Biochem Biophys. 2016 Jun 1; 599:42-50.

Roche A et al. Crit Rev Food Sci Nutr. 2017; 57(6):1089-96. 

Zilani MN et al. BMC Complem Altern Med. 2017; 17(1):171.

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