giovedì, Marzo 28, 2024

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Sclerosi multipla news: dall’attività fisica a nuove molecole

La barriera emato-encefalica (BBB) ​​e i fattori neurotrofici hanno apparentemente un ruolo importante nella patologia della sclerosi multipla. L’attività fisica può influenzare la funzione barriera emato-encefalica e i livelli di fattori neurotrofici, e tali effetti potrebbero essere moderati dallo stato di peso corporeo. Un nuovo studio ha studiato l’effetto dell’allenamento sull’esercizio su marcatori di permeabilità della barriera ematoencefalica e fattori neurotrofici, in funzione dello stato di peso nei pazienti con sclerosi multipla. Sessantatre persone con sclerosi multipla recidivante remittente di peso normale (n: 33) o sovrappeso (n: 33) sono state assegnate casualmente a gruppi di esercizio (allenamento con pesi normali, n: 18, gruppo di allenamento sovrappeso, n: 18) o no esercizio (controllo del peso normale, n: 15, gruppo di controllo sovrappeso, n: 15). L’intervento consisteva in 8 settimane (3 giorni a settimana) di ciclismo svolte con una potenza di picco del 60-70%. Le concentrazioni ematiche di S100B e NSE a riposo sono state valutate prima e dopo l’intervento con markers di permeabilità BBB, fattori neurotrofici e citochine. Sono stati rilevati peso, allenamento e effetti di interazione significativi sui fattori di crescita BDNF e PDGF; tuttavia, CNTF e NGF non hanno dimostrato alcun effetto. BDNF e PDGF sono stati significativamente aumentati da pre-post nell’esercizio di peso normale. Peso significativo, allenamento e effetti di interazione sono stati trovati per S100B, significativamente aumentato da pre-post nell’esercizio di peso normale. In generale, gli scienziati hanno concluso che l’esercizio fisico può alterare i marker della permeabilità BBB e dei fattori neurotrofici, dando alcuni benefici ai pazienti.

Una collaborazione dell’Università di Messina con l’Università di Teheran, invece, ha lanciato un’altra molecola. L’acido alfa-L-guluronico, derivato dalla modifica di una molecola di glucosio, è stato studiato come un nuovo agente antinfiammatorio. I farmaci antinfiammatori non steroidei (FANS) sono usati per trattare il dolore e l’infiammazione patologici attraverso l’inibizione dell’enzima cicloossigenasi (COX) e il blocco della sintesi delle prostaglandine (PG). L’acido α-L-guluronico, brevettato con il nome G2013 (PCT / EP2017 / 067920), come un nuovo FANS con proprietà immunomodulatorie, ha mostrato i suoi effetti positivi in ​​modelli sperimentali di sclerosi multipla e anti-invecchiamento. I ricercatori hanno cercato di studiare gli effetti del G2013 sull’espressione genica e l’attività degli enzimi COX-1 / COX-2 al fine di introdurre un nuovo FANS per il trattamento delle malattie infiammatorie. Hanno misurato i livelli di espressione di mRNA dei geni COX-1 / COX-2 e la concentrazione di PGE2 nel mezzo di coltura è stata determinata dopo che le cellule sono state trattate con una molecola infiammatoria (LPS). Alla dose bassa o alta, G2013 potrebbe ridurre significativamente l’espressione genica di COX-1 e COX-2. Inoltre, 5, 50 e 500 dosi millimolari di questo farmaco possono significativamente ridurre le attività di COX-1 e COX-2, rispetto al controllo trattato con LPS e acido arachidonico (precursore PGE2). Secondo i risultati, gli autori ipotizzano che questo agente possa essere classificato e introdotto come un nuovo FANS per il trattamento delle malattie infiammatorie.

Infine, un gruppo di scienziati del Dipartimento di Farmacologia, nella Facoltà di Medicina dell’Università di Tanta, in Egitto, ha riferito che il trattamento steroideo della SM può essere sostanzialmente migliorato con l’acetil-L-carnitina (ALCAR), se usata da sola o come terapia aggiuntiva con desametasone per il trattamento di una encefalomielite autoimmune sperimentale recidivante-remittente (RR-EAE) come modello di SM. Questo esperimento è stato eseguito su 50 ratti femmine divisi in; gruppo di controllo normale, gruppo EAE non trattato, gruppo EAE trattato con desametasone, gruppo EAE trattato con ALCAR e gruppo EAE trattato da desametasone e ALCAR. Cervello e midollo spinale sono stati studiati per la valutazione di markers di stress ossidativo (GSH, MDA) e morte cellulare (caspasi-3, Bcl-2). La combinazione di entrambi desametasone e ALCAR ha fornito marcati effetti antiossidanti e anti-letali rappresentati da una significativa diminuzione della MDA, caspasi-3 e aumento significativo di GSH, espressione di Bcl-2. E’ stato riportato un marcato effetto immunosoppressivo, rappresentato da una significativa diminuzione dei linfociti T CD4+ con significativo miglioramento dell’esito clinico, rispetto al gruppo con EAE non trattato o trattato solo con desametasone. Questi risultati aprono la strada all’utilizzo di ALCAR come terapia adiuvante durante l’uso a lungo termine del desametasone nella SM.

  • a cura del Dr. Gianfrancesco Cormaci, PhD, specialista in Biochimica Clinica.

Pubblicazioni scientifiche

Mokhtarzade M et al. Neuropeptides. 2018 May 31.

Mortazavi-Jahromi SS et al. Recent Pat Inflamm Allergy Drug Discov 2018 Jun 7.

Zidan A, Hedya SE et al. Biomed Pharmacother. 2018 Jul;103:1302-1311.

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Dott. Gianfrancesco Cormaci
Dott. Gianfrancesco Cormaci
Laurea in Medicina e Chirurgia nel 1998, specialista in Biochimica Clinica dal 2002, ha conseguito dottorato in Neurobiologia nel 2006. Ex-ricercatore, ha trascorso 5 anni negli USA alle dipendenze dell' NIH/NIDA e poi della Johns Hopkins University. Guardia medica presso la casa di Cura Sant'Agata a Catania. In libera professione, si occupa di Medicina Preventiva personalizzata e intolleranze alimentari. Detentore di un brevetto per la fabbricazione di sfarinati gluten-free a partire da regolare farina di grano. Responsabile della sezione R&D della CoFood s.r.l. per la ricerca e sviluppo di nuovi prodotti alimentari, inclusi quelli a fini medici speciali.

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