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Acido folico: con i raggi UV estivi il fabbisogno aumenta

Bassi livelli di acido folico sono correlati a varie condizioni, come l’anemia megaloblastica, i difetti del tubo neurale e le malattie cardiovascolari. È, quindi, una vitamina di vitale importanza per gli esseri umani, perché, ad esempio, aiuta ad aggiungere ferro all’anemia o, nel caso dei neonati, a prevenire i disturbi congeniti alla nascita, quindi la sua importanza durante la gravidanza. L’acido folico (vitamina B9) è essenziale per la divisione cellulare e la crescita. È usato come cofattore per alcuni enzimi coinvolti nella sintesi delle basi del DNA (principalmente purine). Per la prima volta, i ricercatori dell’Università di Malaga hanno evidenziato questa relazione, confermando che la radiazione ultravioletta colpisce direttamente in proporzione al folato nel sangue. Pertanto, questo gruppo di scienziati ha determinato una soglia di rischio stagionale tra i pazienti con deficit di folati, poiché, secondo questo studio, i livelli di folati diminuiscono significativamente nei mesi in cui la radiazione solare è più elevata. Le variazioni stagionali nella radiazione UV potrebbero spiegare i cambiamenti stagionali nei livelli di folati nel sangue. Eppure, pochi studi hanno affrontato questo fenomeno.

Un lavoro eseguito nel Laboratorio di Fotobiologia Dermatologica di UMA, situato nel Centro per la ricerca medica e sanitaria (CIMES), in cui più di 100.000 pazienti provenienti da unità ospedaliere di Malaga sono stati esaminati per cinque anni. Dal 2006, i ricercatori dell’Università di Malaga hanno lavorato per trovare nuove tendenze nella fotoprotezione, verso linee inaudite che si approfondiscono nella relazione tra sole e pelle, attraverso il Laboratorio di Fotobiologia Dermatologica, che è unico in Spagna. Altre linee di ricerca e sviluppo includono lo studio sugli effetti positivi della vitamina D per prevenire alcune malattie, come le malattie digestive e cardiovascolari, o lo sviluppo di filtri solari più efficienti e duraturi, basati su composti sintetici ma ispirati alle alghe marine. I ricercatori María Victoria de Gálvez e José Aguilera, membri di questo laboratorio UMA, in collaborazione con la Fundación Piel Sana dell’Accademia spagnola di dermatologia, hanno anche sviluppato UV-DERMA, un’app mobile che stima il tempo che la nostra pelle impiega a scottarsi quando esposta al sole.

Dato il suo successo, con oltre 40.000 download, stanno attualmente sviluppando una nuova versione tradotta in tutte le lingue in modo che possa essere utilizzata in tutto il mondo. Nella loro ricerca, gli scienziati, guidati dal Dr. José Aguilera, hanno rivelato che i cicli si ripetono ogni anno. La percentuale di valori bassi aumenta in estate di quasi il 3,5% rispetto all’inverno. Inoltre, sembra che i livelli di folati siano inferiori negli uomini rispetto alle donne, indipendentemente dalla stagionalità. Non è stato investigato alcun evento al di dietro di questa osservazione. Vi potrebbero essere, comunque, due possibili meccanismi per spiegare le osservazioni dei ricercatori. Uno è che l’acido folico (o uno dei suoi cofattori attivi come DHF o MTHF) possano assorbire la luce ultravioletta a livello cutaneo e andare incontro a degradazione di tipo diretta o mediata da specie radicaliche (ossidazione). Questa possibilità è stata dimostrata almeno in vitro e poi in alcuni studi su esseri umani. Due studi di qualche anno fa hanno provato che la radiazione UVA può generare derivati formilici e carbossilici dei cofattori folici, che si trasformano in generatori di specie radicaliche reattive (radicali liberi), in particolare la 6-formil-pterina.

L’altro meccanismo (e anche più probabile) è che nella stagione estiva, col parallelo aumento della potenza dei raggi UV e quindi delle lesioni cutanee (seppure invisibili), le cellule della pelle utilizzino più cofattori folici per riparare le lesioni del DNA. Non si deve dimenticare, infatti, che i derivati dell’acido folico (DHF, MTHF, ecc.) servono alla sintesi delle purine, uno dei due tipi delle basi (nucleosidi) presenti nel DNA. In via precauzionale, va ovviamente ricordato a chi ama per motivi estetici esporsi non solo al sole estivo ma anche alla lampada invernale, che in quest’ultimo frangente si può inconsapevolmente aggravare la carenza di folati. E indipendentemente da qualsiasi meccanismo descritto in precedenza. Alla luce di questi risultati, gli esperti raccomandano che i pazienti con valori di folati inferiori a 4 ng / ml includano nella loro dieta estiva alimenti ricchi di folato, come mais, legumi e verdure come asparagi, spinaci, rucola, verza. Anche il lievito di birra (fresco o come integratore alimentare) è una fonte molto ricca di acido folico, superiore persino ai legumi e al mais. Non si esclude che si possano persino assumere integratori alimentari in caso di bassi livelli.

  • A cura del Dr. Gianfrancesco Cormaci, PhD, specialista in Biochimica Clinica.

Pubblicazioni scientifiche

Valencia-Vera E et al. J Photochem Photobiol B. 2019; 190:66-71. 

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Dott. Gianfrancesco Cormaci
Dott. Gianfrancesco Cormaci
Laurea in Medicina e Chirurgia nel 1998, specialista in Biochimica Clinica dal 2002, ha conseguito dottorato in Neurobiologia nel 2006. Ex-ricercatore, ha trascorso 5 anni negli USA alle dipendenze dell' NIH/NIDA e poi della Johns Hopkins University. Guardia medica presso la casa di Cura Sant'Agata a Catania. In libera professione, si occupa di Medicina Preventiva personalizzata e intolleranze alimentari. Detentore di un brevetto per la fabbricazione di sfarinati gluten-free a partire da regolare farina di grano. Responsabile della sezione R&D della CoFood s.r.l. per la ricerca e sviluppo di nuovi prodotti alimentari, inclusi quelli a fini medici speciali.

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